questo è certo, infatti sono 2 anni che non ho perso mai un post, neanche quelli ripetitivi.
il problema è proprio quella gente costretta ad aggiornarsi tramite giornali e programmi tv generalisti, che non riescono a fare distinzione tra vaccini e GP, Delta e Omicron, necessità di chiusure e riaperture.
(poi ci sarebbero quelli che seguono byoblu et simila che sarebbero da fucilare all'istante)
dati live: http://www.meteosanteramo.com/Liveiphone6.asp
(Befana 2017 indimenticabile, oltre 1mt di neve in 24h)
Arriva Novavax.
Novavax, la circolare del ministero sul nuovo vaccino: <<Servira solo per il ciclo primario agli over 18>> - Open
E' approvato per prima e seconda dose sopra i 18 anni.
Interessante articolo di sommario sul covid nei cervi americani: si stimano almeno 4 eventi indipendenti di passaggio uomo-cervo (varianti diverse) e viene riscontrata una notevole evoluzione del virus nei cervi, in particolare per il ceppo che deriva da alpha.
Ricopio la conclusione dell'articolo
L’insegnamento che studi come questo ci danno è chiaro: la nostra salute non è separata da quella dell’ambiente e delle specie con cui conviviamo, e l’evoluzione di un virus agisce su un panorama ecologico molto più complesso di quello che ci piacerebbe. I vaccini, i farmaci e le misure di contenimento sono solo una parte di ciò che serve; l’altra parte è la vigilanza ad ampio spettro e quella che chiamerei socio-ecologia di parassiti e ospiti, i quali tutti sono impegnati a massimizzare la propria fitness, e nessuno dei quali può essere realmente seguito in isolamento da tutti gli altri. One health significa questo: il nostro ecosistema e gli attori che lo popolano sono determinanti integrali della nostra salute, ed è su tutti che dobbiamo vigilare, se vogliamo sperare di cavarcela.
Il virus si evolve in un ecosistema ampio, cervi inclusi. Uno studio | Il Foglio
"ho l'impressione che" siamo vicini ad un plateau di contagi, nel senso che il calo costante sta finendo e siamo ancora a livelli relativamente alti
A mio parere sembra comunque ovvio che in autunno dovrebbero vaccinarsi di nuovo piu o meno tutti con una dose. ALmeno lasciare liberi chi vuole di farlo, preferibilmente a pagamento (io a pagamento me lo farei e con me molte persone di buon senso).
In generale credo che adulti in buona salute con 3 dosi fatte tra novembre e gennaio se la variante rimane della stessa patogenicità avranno pochi problemi fino appunto all'autunno.
Poi vediamo che succede.
Per inciso anche io sono diventato meno talebano nei comportamenti, anche se continuo a non frequentare bar e ristoranti e a tenere la ffp2 a lavoro ovviamente.
Ma ho meno paura di un eventuale contagio del piccolo essendo già stato a contatto (anche se non quantificabile in termini di distanza e tempo all'asilo) e non avendolo preso, pur non vaccinato.
Buonasera a tutti,
torno ad intervenire brevemente dopo diversi giorni di assenza, e solo perché sono stato chiamato in causa in modo diretto nei giorni scorsi. Ma intervengo senza nessun intento polemico e solo per precisare, poi non interverrò più.
MIA POSIZIONE SUL VACCINO
Ho sempre sostenuto in questa discussione che sono contrario all'obbligo vaccinale per una persona giovane, adulta e sana.
Credo che questa amplissima categoria di persone (in Italia sono circa 30 milioni, cioé metà della popolazione) avrebbe diritto a scegliere in piena autonomia e senza ricatti se vaccinarci o no.
Alcune precisazioni sui concetti che ho espresso in passato:
1. In Italia al momento c'é un obbligo vaccinale "di legge" per le persone sopra i 50 anni, e un obbligo "di fatto" per tutte le persone sopra i 12 anni con l'introduzione del GP rafforzato quasi dappertutto.
2. Quando mi riferisco a "persone "giovani, adulte e sane" mi riferisco a tutti coloro che sono sono sotto i 60 anni, e che non hanno una comorbidità conclamata. Questi dati sono ben noti e presenti in tutte le statistiche, e ognuno di noi sa esattamente se appartiene a questa categoria oppure no.
3. I dati ISS dimostrano che i ricoveri in TI e i decessi tre i non vaccinati sono rappresentati per il 97% da persone con una o più comorbidità già note prima del ricovero (e quindi facilmente individuabili). Il restante 3% è composto da persona sane, e di questo 3% oltre il 2% è rappresentato da persone oltre i 60 anni.
Pertanto, meno dell'1% dei ricoveri in TI e dei decessi tra i non vaccinati riguarda quella ampia categoria di persone (circa 30 mln, vedi punto 2. qui sopra) che definisco come giovani sani o adulti sani.
Le TI occupate da non vaccinati giovani sani o adulti sani anche nei momenti peggiori di questi ultimi due mesi non superano dunque le poche decine, sull'intero territorio nazionale.
Prendo questi dati con regolarità dai rapporti settimanali ISS e dai rapporti mensili suille comorbidità.
Chiedo a chiunque voglia confutare questi dati, di farlo con prove certe e puntuali.
Il mio ragionamento non ha mai voluto essere né provocatorio né tantomeno strafottente, ma solo pacatamente razionale. Credo infatti che eventuali obblighi vaccinali (di legge o di fatto come nella situazione attuale) dovrebbero mirare ai non vaccinati sopra i 60 anni e a tutti gli individui, di qualsiasi età ma con comorbidità note, che rappresentano il 99% degli stress ospedalieri, e non sul restante 1%, che è una platea enorme (ripeto, circa 30 milioni di persone) ma con un tasso di rischio sanitario davvero minimo.
Tutto qui.
Lascio perdere e davvero vorrei sorvolare sugli attacchi personali che mi sono stati rivolti, e che in parte mi aspettavo; colgo solo l'occasione per precisare che sono fiero dei miei titoli di studio (presi in Italia) e fiero di entrambi i miei passaporti, quello italiano che rappresenta le irrinunciabili origini della mia famiglia e ciò che io sento di essere nel mio intimo, e quello svizzero, Paese che mi ha accolto ormai tantissimi anni fa e di cui mi sento parte.
Ad ogni modo cercherò di intervenire il meno possibile su questa discussione, poiché capisco che il mio contributo, che vuole essere pacato e costruttivo nelle intenzioni, non lo è stato nei fatti.
Buona serata
Ultima modifica di cornobianco; 23/02/2022 alle 20:15
Questa purtroppo è pura utopia. L'unica via d'uscita è quella di vaccinare in brevissimo tempo tutta l'umanità con vaccini che bloccano (o perlomeno riducono moltissimo) la trasmissione. E visto che questo non è possibile, non ne "usciremo" mai, nè adesso nè fra 10 anni.
Cosa fare, allora?
Preparare i sistemi sanitari mondiali a stress ospedalieri, aumentare i posti letto, i macchinari, medici, infermieri, personale sanitario in genere. Prepararsi a futuri periodi di chiusure/limitazioni seguiti da periodi vicini alla normalità. Ma è una cosa lenta e lunga, e bisognava iniziare 2 anni fa... Meglio tardi che mai, mi auguro che si inizi adesso.
Avremo un picco primaverile (marzo/aprile), un picco nella seconda metà dell'estate (luglio/agosto) e un nuovo picco tra ottobre e dicembre. A cui seguirà un altro picco, e poi un altro, e poi un altro ancora. Non c'è nessuna immunità di lungo termine, come sappiamo. Ci potrà semmai essere un altro approccio, ossia il comportarsi come se il Covid non esistesse più, e dunque accettare intrinsecamente che potremmo ammalarci, potremmo morire, e che avremo un peggioramento decisivo delle nostre condizioni di salute. E probabilmente ci arriveremo, giusto o sbagliato che sia.
Lou soulei nais per tuchi
Vedi, il problema non è nei dati: non sono confutabili. Il problema è un altro, ed è avere il paraocchi, o non voler vedere di proposito alcune cose.
Non si parla di Covid in sè: i dati sono chiari e non si discutono.
Tu ti ostini nel ragionamento "Ha fatto il Covid -> è guarito (ossia non ha più il virus nell'organismo) -> tutto ok."
Il problema è che abbiamo a che fare con un'altra patologia (l'ho detto molte volte, ma forse è scomodo da assimilare) che si chiama Long Covid. E quest'altra patologia è ancora davvero quasi un mistero, poichè si hanno pochi dati in merito, e spesso non prendono un campione significativo, e qualsiasi campione si prenda sarà veramente difficile capire se sarà valido o no.
Qualche dato ce l'abbiamo qui:
Il long Covid interessa 100 milioni di persone nel mondo | Aogoi
Long Covid: una revisione evidenzia che 100 sintomi possono persistere dopo l’infezione - Network Bibliotecario Sanitario Toscano
Come non sfugge, è uno studio che riguarda un campione molto esiguo, e per giunta di persone che erano state ospedalizzate. Ma le percentuali che vengono fuori sono tutt'altro che da sospiro di sollievo.
Qui abbiamo un campione più corposo:
Come si misura Long-COVID? Ecco cosa sappiamo finora - Info Data
Il 2% della popolazione del Regno Unito (NON degli infettati ufficiali, attenzione) ha i sintomi del Long Covid. Il 64% delle persone con Long Covid subisce un'influenza negativa nelle loro attività quotidiane, e il 20% subisce una grossa limitazione. I sintomi sono molteplici: parosmia, anosmia, ageusia, spossatezza (il più diffuso), difficoltà respiratorie, difficoltà di concentrazione (brain fog), dolore toracico, vertigini, palpitazioni, insonnia, depressione, mal di stomaco, diarrea.
Come precisato nell'articolo, persino i vaccini non riescono a scongiurare l'insorgenza del Long Covid (si parla di rischio dimezzato, rischio ridotto, ma si ha difficoltà con i campioni). Non sfuggirà che tutti questi sintomi riguardano maggiormente le persone con età compresa tra 35 e 69 anni (persone "adulte e sane").
Long Covid, sintomi e causa: nuovo studio su polmoni - Adnkronos.com
I vaccini proteggono anche contro il Long Covid - Network Bibliotecario Sanitario Toscano.
https://www.ansa.it/canale_saluteebe...1be7b989f.html
Per tirare un attimo le redini, il Long Covid è ancora un campo difficile da esplorare, vuoi per l'incidenza folle che ha avuto il Covid, vuoi per l'impossibilità di capire chi si è infettato e chi no se si è vaccinati, vuoi per mille altri motivi.
Le poche cose che stanno venendo fuori su questa patologia sono le seguenti:
- Affligge anche pazienti non ospedalizzati
- Affligge anche pazienti "giovani e sani" (non ho nemmeno messo gli articoli sul Long Covid sui bambini, ma materiale inizia ad essercene)
- Comporta un peggioramento delle condizioni di salute
- Chi è vaccinato è meno a rischio.
Gli studi scientifici progrediranno e probabilmente avremo ancora più risposte e, perchè no, anche una cura, chi lo sa.
Ma per il momento l'ultimo punto (ossia che il vaccino comporta un minor rischio) è fondamentale, ed è proprio questo il fulcro del problema.
Non è il Covid il problema, ma il Long Covid, che colpisce anche le persone "giovani e sane" e che, se vaccinate, ne sono parzialmente protette.
Lou soulei nais per tuchi
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