Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Mm, momento, non è proprio così.
Non è il virus ad essere sempre così nuovo, ma semmai è il nostro livello anticorpale a calare in fretta.
Chi si è infettato ad aprile/maggio e di nuovo adesso non è che ha incontrato due virus profondamente diversi, come poteva essere, per dire, tra Alpha, Delta o Omicron. Si tratta sempre della famiglia di Omicron, che sia 2, 3, 4, 6 e via dicendo, ma il virus è sempre molto simile.
Il fatto che chi si riammala sviluppi anche la febbre non la vedo come una cosa particolarmente grave: è, di fatto, la risposta immunitaria.
Quello che conta è non avere conseguenze gravi (insufficienza respiratoria, polmoniti, ecc.), non non avere tosse e febbre.
E infatti abbiamo milioni di infettati e ospedali relativamente tranquilli, tutto merito ai vaccini e alle reinfezioni.
Lou soulei nais per tuchi
Da un paio di giorni on-line i dati delle acque reflue svizzere
svizzera_reflue.jpg
https://www.covid19.admin.ch/it/epid...ic/waste-water
il plot è navigabile e si può vedere l'evoluzione nelle varie zone, anche se solo a partire da febbraio (per alune stazioni attualmente maggior carica virale del picco Omicron2 di marzo aprile, in altre invece sotto, ecc.).
Aggiornamento settimanale.
Quindi volendo si può fare.
di fatto però non è così, le mutazioni sono molte e in sedi scomode per quanto riguarda l'evasione immunitaria.
se ci si reinfetta è perché il virus è necessariamente cambiato, pur facendo parte della stessa "famiglia".
occhio che ad esempio tra Alfa e Delta non c'erano tutte ste differenze come tra Delta e Omicron, difatti le reinfezioni erano veramente pochissime (spiegato meglio: pochissimi di chi aveva preso Alfa si son poi fatti Delta). al contrario, tantissimi di chi ha preso Delta si son fatti poi Omicron, con impennata delle reinfezioni.
Si vis pacem, para bellum.
No, non ha il 3% di letalità. In epoca prevaccinale aveva una letalità compresa tra lo 0,1-0,2% delle fasce d'età fino 45 anni e che arrivava al 14-15% nelle fasce 80-89 anni e >90, una letalità stimata al 3% ce l'avevi negli over 50 (2,81% nella 50-59 anni, dati ISS, ma attenzione, perché variava fortissimamente anche in questa ulteriore fascia, ad esempio per una persona di cinquant'anni il rischio di morte era compreso tra l'1 e l'1,5% mentre per una di 59 anni sfiorava il 4%). Ti posso garantire che con questo tipo di letalità le prime tre ondate epidemiche avrebbero lasciato una debolissima traccia in termini di eccesso di mortalità perlomeno fino a 100-120 anni fa... Tanto per darti un'idea i morti di Covid sotto i 40 anni a settembre 2021 (quindi prima dell'effetti protettivo dei vaccini) sono stati circa 330, sotto i 50 anni circa 1800 (inclusi anche quelli con meno di 40 anni). Se le peggiori condizioni generali della popolazione (es. carenze alimentari), unitamente alla mancanza di cure mediche avesse determinato una letalità 2 volte più alta in tutte le fasce d'età avremmo avuto rispettivamente poco meno di 700 decessi negli under 40 e poco più di 3500 negli under 50. I morti nelle altre fasce d'età dovresti dividerli di un fattore crescente (direi almeno 3-4 volte per la fascia d'età 50-59 fino a robe tipo 1/15 o 1/20 per over 80). Credo che difficilmente si sarebbero superati i 15.000-20.000 decessi per Covid (a parità di popolazione) in due anni pieni di circolazione virale e considera che a fine '800 la popolazione italiana era metà di quella attuale. Vuol dire 1 morto di Covid ogni 3000 persone (8.000-10.000 decessi complessivi). Ovviamente è un esperimento mentale, che tende a semplificare troppo. Ci sono fattori che avrebbero potuto aumentare significativamente la letalità e altri che l'avrebbero sicuramente ridotta di molto, ad esempio non ci sarebbero stati quarantenni con diabete mellito scompensato e i trentenni con obesità di grado elevato sarebbero stati pochissimi) ma ti può dare l'idea dell'ecatombre e soprattutto del panico che avrebbe suscitato, secondo me in una scala 1-10 la percezione del pericolo sarebbe stata molto vicino a 1. Quando Gino Strada affermava che il Covid19 è "L'ebola dei ricchi" non lo faceva solo sulla base di considerazioni ideologiche, ma avendo ben presente i diversi effetti tra le diverse popolazioni in base alle condizioni economico-sociali dei territori in cui si diffondono. E lo ripeto: è il motivo per cui, a meno che non cambi drasticamente la patogenicità del virus che lo provoca, per l'Africa subsahariana il Covid19 non sarà mai un grandissimo problema di salute pubblica.
Ultima modifica di galinsog@@; 07/07/2022 alle 16:52
Si possono paragonare le condizioni di vita in Italia 100 anni fa con quelle delle periferie indiane di oggi?
In termini di età media e carenze igieniche?
Sarebbe di conseguenza interessante capire la reale mortalità nelle sole periferie indiane con la delta per avere un punto di riferimento
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Solo in parte, direi che la diffusione degli antibiotici e i miglioramenti della medicina hanno aumentato molto l'aspettativa di vita alla nascita anche in quei paesi che percepiamo come "poveri". Ad esempio in India è attorno ai 70 anni (uomini 69,4 anni; donne 70,5 anni) In Italia nel 1920 era di 48-49 anni al NW e attorno ai 42-43 al Sud. In Svizzera che era il paese con l'aspettativa di vita maggiore tra gli europei era di circa 52 anni.
Altro dato impressionante è l'età media dei decessi, nel 1881 (terzo censimento del Regno d'Italia) l'età mediana alla quale si moriva in Italia era attorno ai 54 anni (l'aspettativa di vita sui 40, discrepanza apparente dovuta alla mortalità infantile elevatissima, ma considera che comunque un cinquantenne era considerato un "vecchio", poi c'erano anche persone anzianissime per carità, ma in numeri ridottissimi rispetto a oggi)...
Ultima modifica di galinsog@@; 07/07/2022 alle 11:41
Cambiato sì, ma pochissimo, ed è il motivo per cui i vaccini (che sono fatti sul Covid di Wuhan, una vita fa ) sono ancora efficaci.
I problemi sono due: il decadimento anticorpale rapido e la bassa memoria immunitaria.
Il fatto che gente che si sia infettata due mesi fa sviluppi sintomi come la febbre, come detto, fa parte della risposta immunitaria. Ma, se guardi i casi, i casi critici sono pochissimi, e limitati a soggetti molto fragili.
Lou soulei nais per tuchi
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