Rapido aggiornamento e ulteriori notizie "contraddittorie": dopo una rivalutazione lo pneumologo è orientato per una eziologia prevalentemente settica anche della polmonite, per cui il Covid è scagionato anche per la patologia polmonare, anche se la positività fa sospettare un contributo del virus nel deterioramento del quadro respiratorio, che al momento resta stazionario e critico. Devo dire che nel caso di mio padre almeno in rianimazione l'impegno è stato assoluto. Su quanto avvenuto in urologia tendo invece a concordare con Gianni78ba, non perché inizialmente fosse un paziente impegnativo e con basse chance di sopravvivenza (per una prostatite e/o cistitite?) ma per una situazione generale di stress organizzativo che col Covid c'entra in parte minore e in parte maggiore con questioni di cattiva organizzazione. Sospetto che tutto questo abbia portato a considerare come "banale" e "scontato" qualcosa che potenzialmente tanto banale e scontato non era e temo che, se non si fosse trattato di un anziano quasi ottantenne e con molti acciacchi ma di un trenta-quarantenne sano, sarebbe cambiato molto poco... Sta di fatto che nonostante mio padre sia in ospedale da 12 giorni, inizialmente per una patologia urinaria compatibile con un'infezione batterica, non è ancora chiaro che batterio abbia causato la sepsi e quindi i medici devono procedere per tentativi.
Ultima modifica di galinsog@@; 01/08/2022 alle 08:27
Ad inizio anno abbiamo avuto una situazione simile per un parente che, ricoverato in PS per una caduta, si è positivizzato al COVID (ma praticamente senza sintomi specifici) e poi è subentrata sepsi batterica di origine "urinaria" per la quale i medici sono andati a tentativi; la cosa che mi ha sorpreso (ma eravamo in piena ondata Omicron) dal basso della mia non conoscenza, è stata l'impossibilità di conoscere quale batterio ha causato la sepsi. Il tutto poi si è risolto salvo la ricezione della sanzione successivamente bloccata per mancata terza dose vaccinale (è mancata la comunicazione tra ospedale e ASST) che in realtà è stata fatta 4 mesi dopo la negativizzazione da Covid ...
“Sopra le nuvole il meteo è noioso”
mio padre un paio di anni fa fu tirato per i capelli dall'altro mondo per un'infezione da stafilococco aureo. non andarono per tentativi, inizialmente gli hanno dato un potente antibiotico generico durante l'attesa del risultato della cultura batterica.
mi chiedo: perché nei vostri casi non è possibile fare lo stesso? fare una cultura per vedere che batterio è e dunque somministrare l'antibiotico specifico?
sicuramente c'è un motivo ma non lo conosco, qualcuno sa spiegarmi?
Si vis pacem, para bellum.
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Sono le stesse nostre domande, ad oggi nessuna risposta. Di fatto ricoveri una persona con ematuria e non fai nemmeno un'urinocoltura? Ovviamente l'infettivologo ha fatto altre valutazioni, ma nell'eziologia della polmonite hanno ormai escluso il Covid e a quanto pare hanno escluso anche i più comuni batteri che provocano polmoniti settiche (es. pneumococco)... E' una polmonite batterica, con shock settico e insufficienza multiorgano, ma non sanno quale batterio la stia causando.
Ci sono coincidenze sorprendenti. L'unica grossa differenza è che mio padre è entrato in ospedale per un problema alle vie urinarie per il quale era legittimo sospettare un'infezione batterica ma non sappiamo se sia stata effettuata un'urinocoltura nei primissimi giorni di degenza (sembrerebbe di no). Poi dopo 9 giorni sono arrivate, praticamente in concomitanza, sepsi, polmonite settica, ARDS+AKI e positività al tampone...
Sì ma ragazzi la cultura batterica è la prima cosa che fai se non sai che batterio sia… è anche una procedura molto semplice, richiede solo del tempo per aspettare il risultato.
Si vis pacem, para bellum.
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