Lou soulei nais per tuchi
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economia, modelli, mercato, finanza
In effetti siamo rimasti in pochi
Non so ancora per quanto potremo resistere
Comunque la tesi dell'immunità (parziale, se vogliamo) genetica mi sembra abbia trovato applicazione anche con mio padre. 2/3 settimane fa la sua compagna positiva con sintomi (febbre alta, malessere, indolenzimento) e lui zero, tampone sempre negativo ed è stato benissimo.
Speriamo duri
Lou soulei nais per tuchi
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
io penso che la motivazione sia che noi pensiamo ad una base genetica, di fatto è più probabile che sia un caso, come dice Gianni, culo
comunque qualche studio già c'è, ad esempio sulla gruppo sanguigno. Gli 0 sembra lo prendano meno spesso e con minor probabilità di conseguenza.
difatti io, mio padre e mia sorella siamo 0, mio padre e mia sorella l'hanno preso senza sintomi particolari (e mio padre è un ultra fragile, soprattutto per il covid) e io non l'ho preso. Mia madre è tipo A qualcosa e se l'è fatto per bene.
conosco altre persone nella stessa situazione, una collega è 0 e figlio e marito se lo sono presi spesso e volentieri, lei mai.
però siamo sempre lì: può essere un caso...
Si vis pacem, para bellum.
Capisco, però non può essere solo il fattore culo
Nel senso: un pò sicuramente sì, però il fatto che intere famiglie non si siano mai contagiate in due anni e mezzo di pandemia... Ok il gruppo sanguigno, ma credo che ci sia qualcosa di più
Com'è noto, l'Italia geneticamente è profondamente diversa in una sezione NW - SE, per cui un piemontese/lombardo è geneticamente molto lontano da un pugliese o da un calabrese.
Se osserviamo i morti per Covid su 100.000 abitanti (che, assieme ai dati Istat, credo sia il modo un pò più pulito per avere dati verosimili) vediamo che ci sono stati molti più morti al Nord: siamo a più di 400 morti su 100.000 abitanti per Friuli Venezia Giulia (442), Valle d'Aosta (437), Lombardia (420), Emilia Romagna (400). Questa mortalità decresce mano a mano che si procede verso S, e anche di molto: dai 270-280 di Marche e Abruzzo fino ai minimi di Campania (193), Basilicata (177), Calabria (155) e Sardegna (167). La Sicilia, invece, nonostante la posizione geografica, ha avuto una mortalità ben più alta rispetto ai vicini: ben 247 casi per 100.000 abitanti, ossia superiore ad Umbria, Lazio e Molise ed assimilabile ad una regione del Centro. E la Calabria in particolare è la regione meno colpita in assoluto, con un tasso di letalità sorprendentemente basso.
Potremmo individuare le cause nell'età media, che è più bassa al Sud. Eppure i conti non tornano: se tornano per la Campania, che è la regione più giovane d'Italia e ha effettivamente avuto una mortalità relativamente bassa, non tornano assolutamente per il Sudtirol (alta mortalità e seconda regione più giovane d'Italia) e per la Sicilia (terza regione più giovane d'Italia e mortalità relativamente alta nel contesto Centro-Sud). Paradossalmente avremmo dovuto attenderci più decessi al Sud, a causa dei sistemi sanitari che - localmente - hanno problemi di malasanità (soprattutto la Calabria!), e invece questo non è avvenuto, anzi, è accaduto proprio l'opposto.
Se confrontiamo la mortalità nei diversi Paesi, invece, potremmo avere il problema delle restrizioni, che non sono state uguali e dunque sono situazioni non comparabili.
Bulgaria: 541
Ungheria: 489
Bosnia Erzegovina: 488
Macedonia del Nord: 454
Montenegro: 441
Georgia: 423
Croazia: 405
Cechia: 381
Slovacchia: 371
Romania: 346
Lituania: 340
Slovenia: 325
Lettonia: 315
Grecia: 310
Polonia: 309
Italia: 295
Moldova: 291
Belgio: 280
Regno Unito: 278
Russia: 258
Portogallo: 243
Spagna: 240
Francia: 237
Austria: 229
Estonia: 200
Svezia: 195
Serbia: 190
Kosovo: 176
Germania: 175
Irlanda: 158
Paesi Bassi: 136
Albania: 124
Danimarca: 120
Turchia: 119
Finlandia: 99
Norvegia: 72
Islanda: 52
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