L'immunità (dall'infezione) è abbastanza marginale e variabile da individuo a inviduo, puoi essere contagiato e risultare positivo (anche con sintomi) poche settimane dopo il vaccino o il richiamo. Semplicemente ti contagi anche da vaccinato e/o ex-infetto e a seconda di alcune impredicibili circostanze non hai sintomi oppure hai sintomi generalmente lievi, a volte moderati o (in casi straordinariamente rari tra i vaccinati) puoi avere sintomi anche gravi/gravissimi e tutto questo in modo apparentemente "casuale"... succede da sempre con altri virus respiratori simili a Sars-CoV2. Il vaccino ha l'unico beneficio più sociale che individuale di ridurre i casi gravi, necessitanti ricovero in ospedale, e lo fa di almeno un fattore 25/30 a distanza di moltissimi mesi (altro che 2 o 3)...
P.S. ha poco senso mettersi a dar la caccia a positività e a sintomi simil-influenzali date le caratteristiche di questo virus, anche verificare i casi di break-through è doveroso, ma per questioni di sorveglianza epidemiologica. Nessuno avrà mai la garanzia di beccarsi il virus senza nessuna conseguenza neppure se vaccinato 5 volte e già infettato, ma è un rischio socialmente e individualmente accettabile. Nelle statische a fronte di decine di milioni di casi tra i vaccinati di tutto il mondo troveremo pure il caso singolo del trentenne vaccinato con second booster da 30 gg, intubato in uti con polmonite Covid e senza nessuna patologia pregressa... è una tragedia, ma dal punto di vista delle politiche sanitarie è un fatto irrilevante. Mentre sono rilevanti e umanamente veramente insostenibili gli effetti di protocolli obsoleti di sicurezza nelle rsa e negli ospedali, protocolli che di fatto non proteggono più nessuno e dei cui effetti, devastanti sul morale delle persone (in primis su quello dei ricoverati) posso dare testimonianza diretta...
Ultima modifica di galinsog@; 13/10/2022 alle 18:51
Può anche darsi, ma aspettate prima di cantare vittoria. Finchè resta malata è potenzialmente contagiosa, anche se le probabilità diminuiscono di giorno in giorno.
Anche a casa mia nessuno ha sintomi, ma mia sorella sta rispettando un rigido (e autoimposto, lo voglio dire perchè è stata molto diligente) regime di isolamento in camera. Il fatto di avere tre bagni a casa aiuta.
Lei sta meglio, la febbre ieri non l'ha avuta, e anche la tossicina si fa sempre più sporadica.
Ultima modifica di burian br; 13/10/2022 alle 10:57
Stai dicendo diverse inesattezze, una sanità sottodimensionata assolutamente no: se calcoliamo ad esempio i posti letto per abitanti siamo ai primi posti al nord Italia (circa 350 ogni 100.000 abitanti) e le terapie intensive (circa 10 ogni 100.000 abitanti). l'Amministrazione regionale ha sempre dato la priorità assoluta alla sanità, ovvio poi che negli ultimi anni (direi ultimo decennio soprattutto) si sono riscontrati pure qui i problemi che affliggono il settore sanitario nazionale (riduzione delle risorse, mancanza di personale - ma qui più per motivi strutturali, negli ultimi anni ci sono stati tanti pensionamenti e si fa fatica a coprire i posti vacanti - come succede ormai in tutti i settori del pubblico ma anche del privato-).
Il "problema" della Valle d'Aosta è lo stesso di altre regioni molto turistiche, nei periodi di alta stagione la popolazione quintuplica quindi si puo' immaginare che alcuni settori (in particolare il pronto soccorso) vadano in crisi.
Inoltre in realtà la popolazione effettiva rimane più alta di quella dei residenti ufficiali anche nei periodi di bassa stagione, ci sono diverse persone che avendo la seconda casa qui ci abitano per lunghi periodi (parlo soprattutto di pensionati ma anche studenti, lavoratori in smart ecc).
Uno dei motivi principali per il quale durante i lockdown si invitarono coloro delle seconde case a raggiungere le proprie località di residenza (e si vietarono gli arrivi nelle seconde case) fu proprio per questo motivo, la mancanza di posti letto per una popolazione superiore a quella residente sulla carta.
Che una parte della Vallée gravitasse su Ivrea (ma solo l'estrema parte orientale, zona Pont-St-Martin e Valle di Gressoney, già da Verrès - Val d'Ayas in su sei a metà strada e conviene andare ad Aosta) è verissimo ma era vero un tempo direi, l'Ospedale di Ivrea nell'ultimo decennio è saturo perché ha dovuto assorbire anche il bacino d'utenza del Canavese Occidentale (diversi reparti dell'ospedale di Cuorgnè sono stati chiusi, ormai diversi settori gravitano su Ivrea).
Inoltre per un cittadino di Pont-Saint-Martin conviene usufruire dell'Ospedale di Aosta (50 km di distanza) anche per eventuali riduzioni/agevolazioni sanitarie e servizi socio-sanitari riservati ai residenti in Valle d'Aosta piuttosto che di quello di Ivrea anche se dista solo 12 km.
Sull'ospedale di Torino si gravita per i settori più specializzati o che non sono presenti nell'ospedale di Aosta, ad esempio certi interventi all'ospedale di Aosta non li eseguono ma c'è una stretta collaborazione tra la sanità valdostana e gli ospedali torinesi (ho avuto modo di sperimentarlo con dei miei familiari che hanno dovuto sottoporsi ad interventi cardiochirurgici complessi)
Ultima modifica di meteo_vda_82; 13/10/2022 alle 11:28
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
Sì, mi sono espresso male, ovviamente la popolazione non è composta dai soli residenti, perché c'è pure una componente fluttuante, che nel caso di comprensori turistici (e la tua regione è praticamente un unico grande comprensorio) comporta aumenti di popolazione che possono anche superare il 300% (su scala localissima ci sono comuni che in alta stagione hanno anche incrementi di 6/8 volte il numero medio di residenti, uno di questi, prendendo un esempio ligure che conosco bene, è quello di Laigueglia). Non a caso in demografia si parla di "fluttuazione" della popolazione e di "popolazione fluttuante" e va messa in conto quando si organizzano servizi socio-sanitari e sanitari.
Che la qualità media dei servizi sanitari valdostani sia buona/ottima non lo contesto, il punto è che spendete troppo poco. Avete un'ottima qualità in termini di prestazioni, ma la qualità elevata (es. tempi di attesa ragionevoli, alto livello di soddisfazione per le prestazioni ambulatoriali e nosocomiali) non compensa il fatto di avere meno servizi. Tanto per essere chiari, venendo alla spesa primaria, nel periodo 2000-2018 la tua regione ha speso in Sanità il 7,7% della spesa totale regionale (la media nazionale è superiore di poco all'11%), l'Emilia Romagna ha speso il 12,8%, la Lombardia il 13,7% (la fonte è il Sistema CPT dell'Agenzia per la coesione territoriale). La Sanità è la seconda voce di spesa dello Stato nazionale (la prima è la previdenza sociale) ma è di gran lunga la principale fonte di spesa per tutte le regioni, quindi non è un problema se sia prima anche da voi (lo è e di gran lunga), quanto un problema di indirizzo rispetto ad altri capitoli del vosto bilancio, poi si può spendere molto e molto male (Sicilia, Calabria), si può spendere molto e in modo discutibile (Lombardia), si può spendere abbastanza e pure bene (Emilia e Veneto) ma dubito che, dati i costi primari in Sanità, si possa spendere poco (molto sotto soglia) e avere un sistema efficiente. Come ho appena scritto se si spende sotto una certa soglia si hanno meno servizi, magari eccellenti, ma pochi e infatti se si va ad analizzare la spesa valdostana si vede come sia principalmente assorbita dalla componente delle retribuzioni (il report che ho citato prima). Un'altra cosa notevole, che avevo notato in un momento di "nullafacenza forzata" durante l'ondata di fine 2020 è che, se si guardano i dati relativi all'impatto sulla popolazione della pandemia Covid19, tre delle regioni che spendevano meno (Valle d'Aosta, Friuli, Venezia Giulia e Liguria) erano tra quelle che in termini di mortalità complessiva facevano mediamente male, non male a livelli catastrofici (come la Calabria, che tra l'altro spende pure più della media) ma comunque peggio della media. L'unica eccezione relativamente virtuosa era soprendentemente il Lazio. Tra l'altro Liguria, Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia avevano pure indicatori scadenti in termini di resilienza, che vuol dire che ad esempio erano poco preparate all'impatto diretto delle ondate epidemiche.
Più in generale, se veniamo a come sono stati spesi i soldi del SSN dopo la regionalizzazione, esiste un grande problema di ottimizzazione per aree geografiche della spesa sanitaria, io sono per una sanità il più possibile territoriale, ma la VdA resta per me un esempio di area disfunzionale (come per altre ragioni lo è la Liguria), tant'è che come scrivi tu stesso per interventi e cure oltre una certa complessità ci si deve spostare su Torino, bene che la cosa sia stata organizzata con protocolli ad hoc tra le due regioni, ma resta comunque sintomo di una carenza, che dipenda dalla leva fiscale (siete troppo piccoli, poco da fare...) o dalla capacità/volontà di spesa e secondo me pesano tutti e due i fattori.
Ultima modifica di galinsog@; 13/10/2022 alle 16:36
Si susseguono positivi al covid negativi ai tamponi molecolari ospedalieri.
1 positivo in casa, 3 negativi in casa. tutti con gli stessi sintomi
A questo punto l'utilità del tampone perde sempre più importanza se non riesce a rilevare per i motivi ampiamente dibattuti.
Se i giovani sapessero, se i vecchi potessero!!!
Si vis pacem, para bellum.
Porano però diceva negativi ai molecolari eseguiti in ospedale, a quel punto credo proprio che sia altro..leggevo anche che si rilevava già un numero di casi abbastanza anomalo per la stagione sia di influenza che di RSV (questi confermati dai tamponi specifici per queste malattie), quindi evidentemente gira anche altro..
Ultima modifica di Snowstorm84; 14/10/2022 alle 10:06
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