allora, vicini di casa sotto ai 60, tornati dalla crociera covid pesante con 39 di febbre e tosse, ma ora stanno bene.
amico di famiglia 64 anni è appena stato ricoverato per complicazioni da covid.
tutti vaccinati full e che hanno già fatto il covid.
mah
Si vis pacem, para bellum.
Non mi riferisco all'amico di famiglia ricoverato (che effettivamente è abbastanza grave), ma i due under 60 che se la cavano con febbre alta e tosse direi che "va bene": è praticamente come una classica influenza stagionale, magari un pò più pesante per alcuni, ma comunque finisce lì, che è un pò quello che diciamo da tempo: la vaccinazione (e le reinfezioni) dovrebbero in teoria far sì che non hai più sintomi gravi e men che meno finisci al Creatore, ergo ti metti a letto e aspetti che ti passi.
Da valutare invece - e qui mi auguro ci sia un buon monitoraggio - il come mai su alcuni soggetti, come il tuo amico di famiglia, nonostante le vaccinazioni e un'età non millenaria, ci siano conseguenze serie tali da richiedere un ricovero.
Lou soulei nais per tuchi
Articolo riguardo i "resistenti" , di cui almeno finora ho fatto parte
Perche alcune persone sono resistenti al virus del Covid-19?
Esistono persone resistenti al COVID‑19? | National Geographic
Anche la mia fidanzata e la sua famiglia non si sono mai infettate![]()
Lou soulei nais per tuchi
entrambi i casi hanno 3 vaccini e una infezione (oddio, forse i vicini già 2).
l'amico di famiglia ci ha comunicato poco fa che ha la polmonite da covid, lastra positiva.
ora, mi chiedo: visto che basterebbe uno shot di monoclonali per sedare il tutto, perché non li usano?
ha 64 anni, non 200, non è spacciato. è anche piuttosto in forma, uno sportivo non maniacale, la giusta pratica (camminata/corsa leggere ma costanti tutti i giorni).
Si vis pacem, para bellum.
Vado col mio solito intervento illuminante:
Lo scorso 12 settembre 2023, l'Advisory Committee on Immunization Practice (ACIP) statunitense si è riunita (riunione trasmessa in streaming sul web) per valutare le prove scientifiche in merito alla vaccinazione contro Covid da proporre negli USA e per esaminare come passare dalle evidenze alle raccomandazioni di sanità pubblica. Tutte le slide presentate sono disponibili su web e la quantità di dati esposti (tutti riferiti agli USA) ha coperto moltissimi aspetti, dall’epidemiologia attuale, al long-Covid, alle varianti circolanti, alla valutazione economica della malattia, ai vaccini ora disponibili. Una lunga presentazione ha valutato la solidità delle prove presentate e ha preso in considerazione diversi aspetti (definiti dominii) per passare dalle evidenze alle raccomandazioni: sanità pubblica, benefici, rischi, percezione da parte della popolazione target, accettabilità della vaccinazione, fattibilità e aspetti pratici dell’offerta, risorse necessarie e infine equità dell’offerta vaccinale.
Tra gli aspetti di sanità pubblica, per esempio, l’offerta della ulteriore vaccinazione Covid per i giovani fino ai 18 anni di età è messa in confronto in termini di decessi con altre vaccinazioni già raccomandate (contro meningococco, varicella, rotavirus, etc) evidenziando che, seppure su archi temporali diversi, il numero di decessi attribuiti a Covid-19 è di gran lunga superiore a quello di altre malattie per le quali è già raccomandata la vaccinazione.
Per gli adulti il confronto con l’influenza porta a risultati ancora più evidenti a favore della vaccinazione contro Covid.
Nella presentazione particolare risalto viene dato agli aspetti di equità che vengono discussi per ognuno degli aspetti trattati (benefici, rischi, accettabilità, fattibilità, etc) e in effetti è evidente come ci siano grandi differenze tra diverse etnie, gruppi di età, e aree geografiche per fattori di rischio di gravi complicanze da Covid-19.
Senza voler concludere che l’esempio ACIP sia l’unico o il migliore, il problema di fondo è darsi delle regole, renderle note e applicarle in modo trasparente per tutti.Un ulteriore punto che merita considerazione è anche la disponibilità di dati. Se ci fosse un metodo consolidato di valutazione sapremmo di quali dati abbiamo bisogno per decidere e di quali studi e sorveglianze dobbiamo equipaggiarci per avere effettivamente elementi oggettivi da valutare. L’adesione a raccomandazioni di sanità pubblica sarebbe certamente più convinta se queste ultime fossero basate anche su risultati tempestivi e accessibili a tutti, provenienti da studi solidi condotti nel nostro Paese. L'Associazione Italiana di Epidemiologia ha richiesto trasparenza nei processi decisionali e sarebbe proprio il caso di continuare a esigere regole stabilite e note senza ogni volta affidarsi all’onda più o meno giustificata del sentimento popolare o delle convenienze di altra natura e riportare la discussione su un terreno meno imbarazzante.
P.s. mio padre quando lo ha preso ad agosto ha fatto l'antivirale perchè sta facendo una cura di cortisone (basso dosaggio) per una cosa reumatica. Ha 5 dosi di vaccino ma comunque ha avuto un paio di giorni febbre alta e mal di gola con dolori.
Mia madre ha avuto postumi non leggeri per un mese ora sta meglio.
Il punto è che le dosi più recenti hanno quasi un anno
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Bisogna anche dire che gli USA hanno dati relativi alla letalità pediatrica (0-18 anni) Covid-correlata molto più alti rispetto a quelli dei paesi europei (Italia inclusa)... alcuni epidemiologi si sono chiesti a cosa sia dovuta questa apparente anomalia, che non è possibile spiegare ricorrendo solo a diversi metodi di misurazione impiegati. Una parziale risposta potrebbe risiedere in uno stato di salute generalmente meno buono dei bambini e degli adolescenti statunitensi rispetto ai conetanei europei e alla maggiore diffusione di patologie e condizioni predisponenti al Covid grave, come l'obesità di grado medio ed elevato, l'alta incidenza di diabete e malattie autoimmuni.
Sta di fatto che gli USA per ora sono stati gli unici a predisporre una vaccinazione su vasta scala della popolazione pediatrica e giovanile in genere, poi magari potrebbero avere ragione... Credo che una delle grosse differenze, a livello epidemiologico, tra uno stato sviluppato che dispone di un sistema sanitario pubblico ad offerta "universale" e una nazione altrettanto sviluppata dal lato socio-economico ma che ha una moltitudine di sistemi sanitari, spesso di natura privatistica, risieda proprio in un miglioramento generale dello stato di salute dei cittadini, senza che emergano, come negli USA, fortissime differenze a seconda del gruppo sociale di appartenenza o del censo... tanto per essere chiari: non mi stupisce che stati come quelli scandinavi o Israele abbiano, a fronte di politiche molto diversate in materia di gestione dell'emergenza durante la prima fase della pandemia (primavera-autunno 2020), una letalità sensibilmente più bassa per classi d'età di altri paesi occidentali e progressivamente convergente. Mentre gli USA abbiano una situazione molto più variegata e potenzialmente complessa. L'Italia e l'UK, ma direi anche la Francia e la Germania, stanno un po' in una posizione intermedia...
Comunque a livello generale in UK e nell'UE le linee di sanità pubblica sono indirizzate alla vaccinazione delle classi d'età a rischio di malattia grave (over 60 od over 65) dei pazienti con fattori predisponenti (malattie croniche, oncoematologiche, reumatiche) e dei lavori di settori particolarmente delicati che non si possono permettere di perdere milioni di ore lavoro per malattia (sostanzialmente il settore sanitario) e secondo me è un approccio corretto, il problema come sempre sta nell'organizzarsi e sinceramente vedo in questo il limite più grande del nostro sistema-paese, in grado di rispondere con relativa velocità ed efficienza a grandi emergenze ma poco abituato alla pianificazione di situazioni relativamente "ordinarie"... insomma non sono ottimista e credo che si andrà facilmente verso un fallimento generalizzato e diffuso della nuova campagna vaccinale...
Ultima modifica di galinsog@; 28/09/2023 alle 10:55
Il punto che volevo sottolineare è che a prescindere dalle peculiarità statunitensi dell'età pediatrica è importante continuare a vaccinare gli over 60 ed andrebbe mantenuto un tasso di vaccinazione superiore a quello per l influenza. Mentre ormai in Italia passa l'idea che se negli scorsi anno ti sei vaccinato o comunque non hai avuto problemi sarà così per sempre senza più preoccuparsene, che poi alla fine stiamo dicendo la stessa cosa
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