
Originariamente Scritto da
Friedrich 91
In questo thread finalmente posso esprimere la mia più viva preoccupazione, che non è per il virus ma per il modo in cui le coscienze della maggior parte delle persone che leggo, anche gente notoriamente equilibrata e pragmatica, sembra siano saltate per aria. La paura sta annebbiando la mente a tal punto che in molti non si rendono conto che la prima cosa di cui si dovrebbe avere paura è l'emotività, la stupida emotività ed impulsività che porta sempre a fare scelte folli.
Mi riferisco al fatto che in molti sembrano capaci di proferire solo slogan, frasi fatte senza alcun collegamento con la realtà. L'esempio concreto è: "prima la salute poi l'economia".
Oppure: "adesso non ha senso preoccuparsi dell'economia".
Io non capisco se veramente, a causa del virus forse, non si riesca più a ragionare per causa ed effetto. Molto banalmente: 1) tenere segregate in casa le persone fino a non si sa quando comporta problemi di salute mentale tutto tranne che irrilevanti;
2) tenere ferme le attività lavorative non essenziali (ma chi lo stabilisce cosa è essenziale? Siamo forse nei piani quinquennali di Stalin ?) ancora a lungo farà fare al Paese un salto indietro nel terzo mondo a livello economico con molte imprese che falliscono e molte persone che andrebbero sul lastrico.
Questi due punti significano solo una cosa: se non si inizia gradualmente a riaprire a breve, siamo alla vigilia di tensioni sociali mai viste prima nella storia repubblicana (altro che anni 70, saranno un paradiso a confronto). C'è da aspettarsi sommosse e disordini all'ordine del giorno.
Ma a questo aggiungo un altro punto fondamentale: se tu dici che la salute viene prima dell'economia, devi spiegare come fai a mantenere la sanità? Con cosa la mantieni? Con soldi che piovono dal cielo?
È così difficile da capire che se l'economia crolla (e qua secondo me molti hanno nemmeno una vaga idea del tonfo che sta arrivando... roba degna del 1929) le entrate pubbliche fanno altrettanto e di conseguenza pure i soldi per la sanità mancano?
Mettiamo di volere ostinatamente risolvere l'epidemia facendo i fenomeni da circo che "weeeee zio fottesega dell'economia". Bene. Poniamo che l'epidemia sembri debellata, poi però dopo un paio di mesi si ripresenta un altro focolaio e riparte da zero.
A quel punto, quando non ci saranno più soldi per la sanità, avremmo un risultato: oltre al collasso economico avremmo anche quello sanitario, con conseguenze che vi lascio immaginare.
Ma fare un ragionamento del genere è così difficile? Richiede uno sforzo da laureato ad Harvard? Non mi sembra.
Provare a mettere in discussione il dogma del tenere tutto chiuso ad oltranza oggi significa prendersi come minimo degli insulti.
Ma io sono sempre stato abituato a dire quello che penso e a usare la logica elementare, anche quando la propaganda governativa in perfetto stile venezuelano a cui stiamo assistendo ultimamente sembra impedire alle persone di ragionare. Per cui sinceramente del pensiero altrui me ne importa poco: il mio so di per certo che non cambia.
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