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  1. #901
    Vento forte L'avatar di David Gilmour
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da burian br Visualizza Messaggio
    Sono stato a Torino nemmeno 5 giorni fa. Nei tram mi sembrava tutto normale.
    Si vede che non ti piaceva nessuna in particolare!!!
    Strano le torinesi sono molto affascinanti dicono che siano simili alle francesi c'è anche da dire che con la mascherina indossata non si capisce molto come sia il viso!

    intanto oggi mi stavo per bissare mi sarò portato iella col messaggio di oggi stavo facendo un pezzo tra Certosa di Pavia e Lacchiarella che sulla carta è ciclabile mi si è affiancata un'auto mi hanno suonato e poi hanno cominciato a riempirmi di insulti erano in tre probabilmente Rom o egiziani non saprei A me non importa lo dico per dovere di cronaca mi insultavano nella loro lingua e hanno pure mimando il gesto dello sputo dei veri Lordnche in ogni caso hanno fatto quello che hanno voluto io il numero di targa mi ero preso però tanto che le so che le forze dell'ordine hanno altro da fare...

    C'è un nervosismo incredibile in giro.

  2. #902
    Vento forte L'avatar di David Gilmour
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da marco85 Visualizza Messaggio
    mi chiedo quand'è che abbiamo perso l'umanità nel vivere quotidiano e nella socialità e ci siamo avviati verso tutto questo.
    A me dà un senso di tristezza e al tempo stesso inquietudine assoluta.
    Da almeno 10 anni Caro Marco è cominciata questa mutazione tra il 2010-2011 con lo scoccare del decennio si sono modificate delle cose radicalmente inutile negarlo gli smartphone le app l'essere continuamente in contatto in questa maniera così radicale compulsiva basti vedere sui mezzi d'altronde io ho ancora una foto scattata da me qualche anno fa della metropolitana di Milano su 10 persone ce ne sono 9 con gli occhi sullo smartphone tu potresti essere accoltellato e nessuno se ne accorge nemmeno ma è vero e capita infatti purtroppo abbiamo spersonalizzato noi stessi con tutta questa rincorsa alla velocità alla tecnologia all'Iper connettività che neanche ci godiamo più nulla le persone vanno in giro per le città e hanno sempre bisogno del navigatore non girano più a piedi perché c'è Uber non respirano più Aria pulita perché c'è la mascherina No vabbè quello non c'entra nulla però nel senso è tutto comunque un essere sempre più asettici sempre più tecnologici e controllato tutto. da parte tua e mia tu sei del 85 io del 1986 possiamo dire di aver vissuto e notato questo cambiamento chi in questo momento ha 20-25 anni se n'è accorto molto poco.
    aggiungo pure a tal proposito che secondo me 10-12 anni fa ci fosse stata un'epidemia come questa e ci fosse stato un lockdown da un così ferro e duro e puro non sarebbe stato tre così tanto le persone si sarebbero ribellati e molto di più si sarebbero in cavolate veramente adesso col fatto che in casa credi di avere tutto Sei completamente assuefatto a tutto quello che ti fanno E tutto quello che succede, tra l'altro non c'entra nulla ma 10 anni fa girava la suina h1 N1 che mio zio Silvio si presa comunque sono sicuro che 10 anni fa le cose sarebbero andate molto diversamente come spirito collettivo diciamo......
    "i'm becoming harder to live with..."

  3. #903
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da David Gilmour Visualizza Messaggio
    Da almeno 10 anni Caro Marco è cominciata questa mutazione tra il 2010-2011 con lo scoccare del decennio si sono modificate delle cose radicalmente inutile negarlo gli smartphone le app l'essere continuamente in contatto in questa maniera così radicale compulsiva basti vedere sui mezzi d'altronde io ho ancora una foto scattata da me qualche anno fa della metropolitana di Milano su 10 persone ce ne sono 9 con gli occhi sullo smartphone tu potresti essere accoltellato e nessuno se ne accorge nemmeno ma è vero e capita infatti purtroppo abbiamo spersonalizzato noi stessi con tutta questa rincorsa alla velocità alla tecnologia all'Iper connettività che neanche ci godiamo più nulla le persone vanno in giro per le città e hanno sempre bisogno del navigatore non girano più a piedi perché c'è Uber non respirano più Aria pulita perché c'è la mascherina No vabbè quello non c'entra nulla però nel senso è tutto comunque un essere sempre più asettici sempre più tecnologici e controllato tutto. da parte tua e mia tu sei del 85 io del 1986 possiamo dire di aver vissuto e notato questo cambiamento chi in questo momento ha 20-25 anni se n'è accorto molto poco.
    aggiungo pure a tal proposito che secondo me 10-12 anni fa ci fosse stata un'epidemia come questa e ci fosse stato un lockdown da un così ferro e duro e puro non sarebbe stato tre così tanto le persone si sarebbero ribellati e molto di più si sarebbero in cavolate veramente adesso col fatto che in casa credi di avere tutto Sei completamente assuefatto a tutto quello che ti fanno E tutto quello che succede, tra l'altro non c'entra nulla ma 10 anni fa girava la suina h1 N1 che mio zio Silvio si presa comunque sono sicuro che 10 anni fa le cose sarebbero andate molto diversamente come spirito collettivo diciamo......
    il discorso che fai lo comprendo benissimo, noi siamo forse l'ultima generazione che ha vissuto nella società prima dell'arrivo della tecnologia di massa. Ricordo benissimo le estati di fine anni '90 e inizio 2000 senza cellulare nè pc (il pc lo usavano gli adulti per cose serie, non per cazzeggio...) quando per giocare, divertirsi, stare insieme si era molto più semplici e spensierati. Si ok, magari anche io avevo il gameboy (oggi direbbero sessista) e negli ultimi anni di quel periodo pure la playstation ma di sicuro non ci rimanevo ore e ore consecutive (mia zia durante il lockdown era disperata perchè mio cugino di 16 anni l'unica cosa che ha fatto in quelle settimane è stata giocare online 4-5-6-7 ore di fila). Mi ricordo che eravamo un bel gruppetto all'epoca, magari anche con i videogame si giocava ma stavamo anche all'aria aperta, giocavamo a nascondino le sere d'estate, per dire. E leggevamo. Tantissimo. Penso che quelle estati ho letto così tanti libri da avermi davvero aiutato poi successivamente in tante cose. Ho letto libri molto semplici, divertenti, ma anche libri più impegnati di psicologia, di filosofia, di diritto.
    Quello che mi fa più tristezza è che le nuove generazioni stanno crescendo conoscendo solo questo e non quello che abbiamo visto noi.
    La questione del rispetto dei diritti si fonda soprattutto nel conoscerli: e una generazione che non è appassionata a nulla, che non interagisce col mondo (perchè stare attaccati allo smartphone non è interagire...), che non conosce e soprattutto che non ha la curiosità di farlo, semplicemente è una generazione con una visuale limitata sul mondo. Che pensa di conoscere tutto ma che in realtà non si appassiona a niente. E allora (qualcuno dirà elucubrazioni da indigestione notturna) penso che al "potere" fa comodo una società mansueta appassionata solo di futilità. Che non rivendica e non chiede nulla. Basta che ha quel poco che gli basta per soddisfare la propria fame di tecnologia.
    Quando parlo con mia mamma e mi racconta la società degli anni '70,della ribellione giovanile, del rivendicare diritti e libertà non posso che pensare a quanto diversi siamo già noi, ma soprattutto quelli dopo di noi. Di quella voglia di diritti e libertà i ragazzi di oggi nemmeno hanno una vaga idea di cosa sia.
    Spero sempre in una riscossa, ma vedo che è sempre più una utopia. E la società scivola...lentamente...
    Dicembre 1996: la perfezione
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  4. #904
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da naiva Visualizza Messaggio
    La società dei robot,hanno cominciato i manager qualche anno fa a cercare di fare tutto con il minimo di spesa,se non stai dietro ai tempi sei da cambiare.
    A me anni fa addirittura un manager appena assunto,mi si é messo accanto a cronometrami il tempo di una saldatura,il giorno dopo mi sono licenziato,con il dispiacere del capo ,che era contento di me.
    Ma avevo capito l andazzo e avevo un altra azienda vicino a casa che mi avrebbe assunto,per questo ho colto l occasione.
    Visto dall'altro lato, penso che avrei potuto farlo anch'io. Però non per sindacare sul lavoro di un saldatore esperto - ecco, quello sarebbe davvero stupido - quanto per capire quanto tempo era necessario per una determinata saldatura ecc. Dal planning, all'operations management, al preventivo per un lavoro, devo poter sapere quante ore (e ore-uomo) devo impiegare.




    Citazione Originariamente Scritto da naiva Visualizza Messaggio
    Così é anche in fabbrica,in certe fabbriche assumono gente che non hanno esperienza,o delle cooperative,per pagarle il minimo .
    Poi come succede spesso la qualità va a Remengo.


    Inviato dal mio SM-G950F utilizzando Tapatalk
    Assolutamente d'accordo. Purtroppo in Italia passa il concetto che, per fare concorrenza e abbassare i prezzi, bisogna tenere basso il "costo del lavoro": un perverso meccanismo di efficientamento, che in realtà di efficienza non ha nulla, e che alla fine ti riduce a catene di lavoro a basso valore aggiunto, un tipo di concorrenza dove però i paesi est-europei o asiatici saranno sempre "più bravi di noi". Ma che si sposa bene, non vogliatemene, con una certa nostalgia "dei bei tempi andati", la lira svalutata, la vita che costava meno, l'accesso alle professioni più facile (e anche allora c'erano raccomandazioni e lecchinaggio), il posto fisso e immutabile ecc.

  5. #905
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da marco85 Visualizza Messaggio
    il discorso che fai lo comprendo benissimo, noi siamo forse l'ultima generazione che ha vissuto nella società prima dell'arrivo della tecnologia di massa. Ricordo benissimo le estati di fine anni '90 e inizio 2000 senza cellulare nè pc (il pc lo usavano gli adulti per cose serie, non per cazzeggio...) quando per giocare, divertirsi, stare insieme si era molto più semplici e spensierati. Si ok, magari anche io avevo il gameboy (oggi direbbero sessista) e negli ultimi anni di quel periodo pure la playstation ma di sicuro non ci rimanevo ore e ore consecutive (mia zia durante il lockdown era disperata perchè mio cugino di 16 anni l'unica cosa che ha fatto in quelle settimane è stata giocare online 4-5-6-7 ore di fila). Mi ricordo che eravamo un bel gruppetto all'epoca, magari anche con i videogame si giocava ma stavamo anche all'aria aperta, giocavamo a nascondino le sere d'estate, per dire. E leggevamo. Tantissimo. Penso che quelle estati ho letto così tanti libri da avermi davvero aiutato poi successivamente in tante cose. Ho letto libri molto semplici, divertenti, ma anche libri più impegnati di psicologia, di filosofia, di diritto.
    Quello che mi fa più tristezza è che le nuove generazioni stanno crescendo conoscendo solo questo e non quello che abbiamo visto noi.
    La questione del rispetto dei diritti si fonda soprattutto nel conoscerli: e una generazione che non è appassionata a nulla, che non interagisce col mondo (perchè stare attaccati allo smartphone non è interagire...), che non conosce e soprattutto che non ha la curiosità di farlo, semplicemente è una generazione con una visuale limitata sul mondo. Che pensa di conoscere tutto ma che in realtà non si appassiona a niente. E allora (qualcuno dirà elucubrazioni da indigestione notturna) penso che al "potere" fa comodo una società mansueta appassionata solo di futilità. Che non rivendica e non chiede nulla. Basta che ha quel poco che gli basta per soddisfare la propria fame di tecnologia.
    Quando parlo con mia mamma e mi racconta la società degli anni '70,della ribellione giovanile, del rivendicare diritti e libertà non posso che pensare a quanto diversi siamo già noi, ma soprattutto quelli dopo di noi. Di quella voglia di diritti e libertà i ragazzi di oggi nemmeno hanno una vaga idea di cosa sia.
    Spero sempre in una riscossa, ma vedo che è sempre più una utopia. E la società scivola...lentamente...
    Adesso non esageriamo Che anche noi ragazzi degli anni '80 e '90, i videogiochi per PC sapevamo benissimo cos'erano, e all'arrivo della Playstation avevamo già sulle spalle un ventennio di gaming console di massa, dal Commodore e dall'Amiga (che poi sarebbero stati dei veri PC, anche se erano usati praticamente solo per i giochi) ai vari Nintendo e Sega ecc. Certo, anche io a casa avevo dei limiti che i ragazzi di oggi magari non hanno - es. 30-45 minuti di gioco al PC - ma questo dipende dalle famiglie, non dall'evoluzione tecnologica.
    Quanto agli anni '70 (per me, anche fine '60, nei racconti dei genitori) sono stati certamente anni di ribellione, di cambiamenti, anche di grande produzione artistica (letteraria, cinematografica e musicale soprattutto), ma non tutto è stato in meglio. Non dimentichiamo che hanno portato anche il terrorismo e che proprio in quegli anni sono "nati" tanti dei problemi che attanagliano tutt'ora l'economia, la società e l'amministrazione della cosa pubblica in Italia.

  6. #906
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da FilTur Visualizza Messaggio
    Visto dall'altro lato, penso che avrei potuto farlo anch'io. Però non per sindacare sul lavoro di un saldatore esperto - ecco, quello sarebbe davvero stupido - quanto per capire quanto tempo era necessario per una determinata saldatura ecc. Dal planning, all'operations management, al preventivo per un lavoro, devo poter sapere quante ore (e ore-uomo) devo impiegare.





    Assolutamente d'accordo. Purtroppo in Italia passa il concetto che, per fare concorrenza e abbassare i prezzi, bisogna tenere basso il "costo del lavoro": un perverso meccanismo di efficientamento, che in realtà di efficienza non ha nulla, e che alla fine ti riduce a catene di lavoro a basso valore aggiunto, un tipo di concorrenza dove però i paesi est-europei o asiatici saranno sempre "più bravi di noi". Ma che si sposa bene, non vogliatemene, con una certa nostalgia "dei bei tempi andati", la lira svalutata, la vita che costava meno, l'accesso alle professioni più facile (e anche allora c'erano raccomandazioni e lecchinaggio), il posto fisso e immutabile ecc.
    la nostra industria si è fondata da sempre sulla qualità che unitamente alla moneta debole (lira) permetteva di esportare prodotti ben fatti made in Italy a prezzi concorrenziali.
    Da quando con l'apertura della Cina nell'organizzazione mondiale del commercio e l'invasione di prodotti cinesi, abbiamo deciso anche per via dell'introduzione di una moneta forte (euro) che per essere concorrenziali occorreva produrre a prezzi più bassi. Ma per competere con prodotti a basso costo da qualche parte devi tagliare: costo del lavoro in primis ma anche qualità.
    Il risultato è che si produce peggio di prima rischiando di distruggere per sempre il brand Made in Italy e che comunque al passo con Cina, Taiwan, Tailandia ecc ecc non puoi starci a meno di una deflazione salariale drammatica (che comunque è già in atto).
    Dicembre 1996: la perfezione
    Febbraio 2012: l'apoteosi
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  7. #907
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da marco85 Visualizza Messaggio
    la nostra industria si è fondata da sempre sulla qualità che unitamente alla moneta debole (lira) permetteva di esportare prodotti ben fatti made in Italy a prezzi concorrenziali.
    Da quando con l'apertura della Cina nell'organizzazione mondiale del commercio e l'invasione di prodotti cinesi, abbiamo deciso anche per via dell'introduzione di una moneta forte (euro) che per essere concorrenziali occorreva produrre a prezzi più bassi. Ma per competere con prodotti a basso costo da qualche parte devi tagliare: costo del lavoro in primis ma anche qualità.
    Il risultato è che si produce peggio di prima rischiando di distruggere per sempre il brand Made in Italy e che comunque al passo con Cina, Taiwan, Tailandia ecc ecc non puoi starci a meno di una deflazione salariale drammatica (che comunque è già in atto).
    La moneta conta niente, ci saremmo trovati comunque nella stessa situazione. E' inevitabile che in un mondo globalizzato che sfrutti per esportare prima o poi arrivi qualcuno con più fame di te che ti ruba il mercato, a meno che non ti specializzi in prodotti di alta qualità.
    Pietro

  8. #908
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da marco85 Visualizza Messaggio
    la nostra industria si è fondata da sempre sulla qualità che unitamente alla moneta debole (lira) permetteva di esportare prodotti ben fatti made in Italy a prezzi concorrenziali.
    Da quando con l'apertura della Cina nell'organizzazione mondiale del commercio e l'invasione di prodotti cinesi, abbiamo deciso anche per via dell'introduzione di una moneta forte (euro) che per essere concorrenziali occorreva produrre a prezzi più bassi. Ma per competere con prodotti a basso costo da qualche parte devi tagliare: costo del lavoro in primis ma anche qualità.
    Il risultato è che si produce peggio di prima rischiando di distruggere per sempre il brand Made in Italy e che comunque al passo con Cina, Taiwan, Tailandia ecc ecc non puoi starci a meno di una deflazione salariale drammatica (che comunque è già in atto).
    Ma non è vero, appunto: l'italiano medio si crede furbissimo, e poi si fa infinocchiare da questi trucchi di finanza pubblica vecchi almeno quanto l'Impero Romano. Una volta magari non ci pensavi tanto, la casa ce l'avevi e l'auto (di pessima qualità e rigorosamente made in Italy) anche, al massimo vedevi i tedeschi in vacanza che erano "più ricchi" ma in fondo t'importava poco (anche perché durava il tempo delle loro ferie). Oggi hai un confronto più diretto e hai capito che la tua filiera non vale poi così tanto, e questo si riflette ovunque: nessuno è mai stato ricco con una moneta debole; la svalutazione continua, pur se non sempre accompagnata dall'inflazione interna, era comunque di fatto un impoverimento degli italiani per travasare ricchezza nei conti pubblici. Praticamente, invece di aumentare le tasse e/o contenere e migliorare le spese, abbassavi il debito (in gran parte all'epoca, ma molto anche oggi, risparmio interno e nazionale) e coprivi le maggiori spese mediante svalutazione, cioè deprezzamento della moneta. Le aziende ne approfittavano, dato che non avevano alcuno stimolo né a migliorare la propria efficienza né ad aumentare i salari, essendo sia la minore efficienza controbilanciata dal prezzo basso nell'export, sia il minore salario "garantito" da un più elevato potere d'acquisto.
    Chi pensa che questi giochetti contabili potessero andare avanti a lungo, bisogna dirlo con chiarezza, è un illuso. Viceversa, ci siamo portati dietro un settore pubblico totalmente incapace di razionalizzare e contenere le sue spese e pretese; e un settore privato spesso incapace di evolversi verso più moderni metodi gestionali ed aziendali e di elevare nel contempo il salario dei dipendenti. Come ti insegnano tutti gli altri paesi del G7: prezzi bassi e salari bassi non devono necessariamente coincidere; così come economia di trasformazione e attività a basso valore aggiunto (produttività) non sono necessariamente la stessa cosa. Il mondo è radicalmente cambiato e noi siamo rimasti spesso fermi, come mentalità, a 30-40 anni fa.

  9. #909
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da FilTur Visualizza Messaggio
    Adesso non esageriamo Che anche noi ragazzi degli anni '80 e '90, i videogiochi per PC sapevamo benissimo cos'erano, e all'arrivo della Playstation avevamo già sulle spalle un ventennio di gaming console di massa, dal Commodore e dall'Amiga (che poi sarebbero stati dei veri PC, anche se erano usati praticamente solo per i giochi) ai vari Nintendo e Sega ecc. Certo, anche io a casa avevo dei limiti che i ragazzi di oggi magari non hanno - es. 30-45 minuti di gioco al PC - ma questo dipende dalle famiglie, non dall'evoluzione tecnologica.
    Quanto agli anni '70 (per me, anche fine '60, nei racconti dei genitori) sono stati certamente anni di ribellione, di cambiamenti, anche di grande produzione artistica (letteraria, cinematografica e musicale soprattutto), ma non tutto è stato in meglio. Non dimentichiamo che hanno portato anche il terrorismo e che proprio in quegli anni sono "nati" tanti dei problemi che attanagliano tutt'ora l'economia, la società e l'amministrazione della cosa pubblica in Italia.
    fino al 2002 ti posso dire che i miei mi facevano stare al pc solo per le relazioni in power point per la scuola o per qualche tesina word. Avevo circa 20 minuti al giorno di internet da usare, poi basta. Iniziai lì a seguire un sito e un forum meteo. Mi sembrava fantascienza, la pagina ci metteva 2 minuti a caricarsi. Col tempo ho scaricato qualche gioco al pc ma l'accesso era sempre molto limitato, più che altro ci stavo più a scuola al pc che a casa (avevo una materia a ragioneria che insegnava a usare i programmi windows e a scrivere sulla tastiera). In ogni caso l'uso non era quello attuale ovviamente.
    Il discorso sugli anni '60 e '70, seppur semplificato, era solo per dire che i giovani di quegli anni avevano una vitalità e una idea delle rivendicazioni ben delineata, seppur espressa in forma di ribellione. Quella era una società viva con tutte le storture del caso, a differenza della nostra che mostra più che altro segni di declino.
    Ultima modifica di marco85; 12/08/2020 alle 13:04
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  10. #910
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    Predefinito Re: Effetto dell'epidemia sulla limitazione dei viaggi, turismo, lavoro ed economia

    Citazione Originariamente Scritto da FilTur Visualizza Messaggio
    Ma non è vero, appunto: l'italiano medio si crede furbissimo, e poi si fa infinocchiare da questi trucchi di finanza pubblica vecchi almeno quanto l'Impero Romano. Una volta magari non ci pensavi tanto, la casa ce l'avevi e l'auto (di pessima qualità e rigorosamente made in Italy) anche, al massimo vedevi i tedeschi in vacanza che erano "più ricchi" ma in fondo t'importava poco (anche perché durava il tempo delle loro ferie). Oggi hai un confronto più diretto e hai capito che la tua filiera non vale poi così tanto, e questo si riflette ovunque: nessuno è mai stato ricco con una moneta debole; la svalutazione continua, pur se non sempre accompagnata dall'inflazione interna, era comunque di fatto un impoverimento degli italiani per travasare ricchezza nei conti pubblici. Praticamente, invece di aumentare le tasse e/o contenere e migliorare le spese, abbassavi il debito (in gran parte all'epoca, ma molto anche oggi, risparmio interno e nazionale) e coprivi le maggiori spese mediante svalutazione, cioè deprezzamento della moneta. Le aziende ne approfittavano, dato che non avevano alcuno stimolo né a migliorare la propria efficienza né ad aumentare i salari, essendo sia la minore efficienza controbilanciata dal prezzo basso nell'export, sia il minore salario "garantito" da un più elevato potere d'acquisto.
    Chi pensa che questi giochetti contabili potessero andare avanti a lungo, bisogna dirlo con chiarezza, è un illuso. Viceversa, ci siamo portati dietro un settore pubblico totalmente incapace di razionalizzare e contenere le sue spese e pretese; e un settore privato spesso incapace di evolversi verso più moderni metodi gestionali ed aziendali e di elevare nel contempo il salario dei dipendenti. Come ti insegnano tutti gli altri paesi del G7: prezzi bassi e salari bassi non devono necessariamente coincidere; così come economia di trasformazione e attività a basso valore aggiunto (produttività) non sono necessariamente la stessa cosa. Il mondo è radicalmente cambiato e noi siamo rimasti spesso fermi, come mentalità, a 30-40 anni fa.
    Fino ai primi anni novanta eravamo arrivati ad essere la quarta potenza mondiale, con una industria fortissima. Poi dai primi anni duemila il declino, ora siamo usciti anche dai primi 10 e la discesa sembra inarrestabile.
    DI quale innovazione parli? Perche come hai visto la produzione a basso costo la realizzi abbassando i salari s producendo con pratiche tipo quella del cronometrare il lavoratore quanto tempo impiega nello svolgere una certa mansione, come scritto sopra. E ci siamo arrivati comunque anche qua.
    A me non sembra che manchi innovazione e creatività in Italia, anzi abbiamo eccellenze incredibili dell'alimentare all'abbigliamento, e tanti altri campi. Il problema ripeto è l'invasione di prodotti a basso costo dall'Asia e la contraffazione che fa il resto. Ma a questo punto siamo, un impoverimento continuo. Se poi consideri la contrattazione sempre al ribasso e lo scadimento delle produzioni industriali ecco che si ottiene la ricetta per un autentico disastro. Il modello asiatico importato in europa semplicemente non funziona e non potrà mai funzionare nonostante i governanti che vogliono imporlo ad ogni costo.
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