quando uno ha il coraggio di intraprendere una strada perchè ha capito che fa per lui.
Credi alla neve solo sotto le 48 ore!!
Se parli di formazione e lavoro, posso dire che io, pur avendo anche qualche anno in più di te, non riesco ancora a capire la strada.
Avrei voluto fare lettere e diventare giornalista ma praticamente ho subìto un immane ondata di commenti negativi, che fare il giornalista ti rendesse praticamente senza futuro e speranze. Che lettere era inutile. Bene, ho scelto legge. Ho fatto bene? Forse no, l'avvocato non lo farei mai. Non è nelle mie corde, per carità. E l'ambiente non è più stabile del giornalista, è una giungla.
Ad oggi faccio un lavoro che non posso dire di amare, diciamo che ce l'ho, è stabile, lo stipendio (non ricco decisamente) arriva sempre e cerco di guardare avanti.
Sto cercando di capire come far fruttare il mio titolo di studio, dove potermi inserire, mando curriculum e prossimamente farò anche il mio primo concorso pubblico. Anche queste sono esperienze della vita.
Se poi quello che cerchi è la felicità...beh, posso dirti che sono pochissime le persone che ho conosciuto entusiaste del lavoro che svolgono. Perchè andare al lavoro felici e col sorriso penso che sia meglio che vincere la lotteria (beh via non esageriamo)
E' giusto cercare di raggiungere ciò che ci piacerebbe, e mi piace pensare che con dedizione e costanza ce la si possa fare. Fregatene di quello che ti dice la gente e segui i tuoi sogni. Ti auguro di riuscirci.
Ultima modifica di marco85; 05/06/2020 alle 16:39
Dicembre 1996: la perfezione
Febbraio 2012: l'apoteosi
Febbraio 2018: la sorpresa
Volevo personalmente però risponderti, perchè sei un ragazzo intelligente, sveglio e ti conosco virtualmente da quindici anni : proprio perchè sei intelligente, la mente non si ferma e rimurgina, quindi tu, come me un pò, non abbiamo la capacità istantanea di attenuare i pensieri che ci dicono che dovevamo fare o essere di più.
La vita non è per niente lineare: chi è riuscito per quasi tutta la sua esistenza a mantenere questa linearità ha avuto fortuna e tutta una serie di circostanze assolutamente favorevoli.
Io a 20 anni volevo fare tremila cose, mi piacciono tante cose, volevo diventare climatologo, geologo, qualsiasi cosa ma ho dovuto anche lavorare, ci si è messa di mezzo la vita, ovvero l'esigenza e desiderio di un l'indipendenza economica, sono andato via di casa a 24 anni, ho vissuto a Roma e ora a Milano, ho avuto una storia di 8 anni, le cose sono cambiate, i desideri sono sempre rimasti gli stessi ... ma ci si sente già stanchi: ho attenuato la frustrazione del non posto fisso o dello stipendio di 1500 euro sempre, con gli anni, con una serie di consapevolezze. Forse una di queste ce la sta dando l'emergenza di questo 2020: non siamo stati una generazione cosi fortunata, quindi il senso di smarrimento è comune.
Adesso la situazione a livello personale, grazie al mio coraggio, devo proprio dirlo, sono migliorate, ho un lavoro (che spero di non perdere per il COVID-19) e molte cose intorno vanno bene, per ora, ma rimane sempre quell'inquietudine che ben capisco e che ci trasciniamo che fa anche un pò parte di noi.
Io credo che la fortuna però sia non perdere se stessi, la speranza, le motivazioni e se non si è arrivati in cima almeno avere la consapevolezza del desiderio reale di tranquillità che si è avuto e si ha tuttora. Per il resto sappiamo adattarci se cambiamo un pò qualche pensiero.
Ci sono i "pro" e i "contro" per tutti i lavori, anche il lavoro dei sogni ha i suoi "contro" e spesso questi non sono indifferenti (in genere coloro che trasformano una loro passione in lavoro sono i lavoratori in proprio, ma di questi tempi aprire una partita IVA sarebbe da suicidio)
Secondo me bisogna vedere il lavoro anche come un "dovere" (e una fonte di reddito), purtroppo a parte rari casi, è veramente molto difficile trovare un lavoro che ti piaccia al 100%.
Se poi riesci a trovare un lavoro che magari non è proprio quello dei tuoi sogni ma è ben retribuito, sicuro e che ti lascia un po' di tempo libero (quest'ultimo poi è preziosissimo) per far in modo di coltivare i tuoi hobby e le tue passioni allora è il top
Torgnon (1350 mt) / Chatillon (530 mt) stazione meteo:
https://www.wunderground.com/dashboard/pws/ITORGN6
http://datimeteoasti.it/stazionimete.../realtime.html
vero, se proprio si deve fare un lavoro che non piace, che almeno sia ben retribuito!
Altro punto dolente è lo spazio lavoro/vita e il giusto bilanciamento.
Per esempio più che la retribuzione a me comincia a pesare dopo parecchi anni uscire tutte le sere oltre le 8:30. Invidio chi esce a metà pomeriggio e ha il tempo di fare sport, avere tempo libero e tutto il resto. L'orario spezzato è la morte sociale di una persona.
Dicembre 1996: la perfezione
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Di solito quello che ci piace fare finiamo per farlo anche bene.
Questo dovrebbe essere un primo punto fermo di tutta la faccenda.
Dobbiamo seguire le nostre passioni (per il lavoro) perché sarà più facile scoprire di essere portati a fare bene , ad avere del talento su un dato tipo di lavoro che amiamo fare.
Sarebbe troppo frustrante trascinarsi per tutta la vita a fare un lavoro che non ci piace
Diverso il discorso se poi quel lavoro ci porterà benessere economico oppure no. ( avere il senso degli affari e la capacità di far soldi è una caratteristica a parte).
Nella mia vita ho avuto diverse scelte da fare, finiti gli studi universitari ,ed ho scelto sempre situazioni di lavoro che a me piacevano anche se meno remunerate rispetto ad altre
Tuttavia i dubbi amletici ,se abbiamo fatto la scelta più giusta, arrivano anche se abbiamo seguito le nostre passioni.
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 05/06/2020 alle 20:40
Io ho uno stipendio medio basso per titolo di studio, esperienza, ruolo, etc. Che ho.
Ma ho scelto di rinunciare a quei 3/500 euro in più al mese ma uscendo alle 19 20 per avere la possibilità di uscire alle 1630, e prendermi permessi e ferie quando voglio io.
E più passo il tempo, specie da quando sono padre, e più penso che la cosa più importante che ci sia sia il tempo libero, da dedicare alal famiglia e a se stessi
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beh io ho 35 anni e l'unica cosa che ho capito è che le "fabbriche" non fanno per me
Finita l'università in ing. meccanica (che sostanzialmente ti obbliga a lavorare in fabbrica) mi sono occupato prima di assicurazione qualità (lavoro "manageriale" per così dire, ma in realtà era un lavoro altamente demotivante e inutile),poi, a 31 anni mi sono addentrato nel settore tecnico (ufficio tecnico-progettista) perchè ero decisamente più interessato all'aspetto tecnico. Non l'avessi mai fatto
In totale ho cambiato 5 aziende e sono una peggio dell'altra
L'unica conclusione alla quale sono arrivato è che le aziende sono per la stragrande maggioranza m***a qualsiasi lavoro uno faccia.
Nel mio caso dovrei trovarmi un'alternativa che non sia in azienda, perchè oramai mi sono rotto di divorarmi il fegato per 1500 euro
L'ambiente dove lavoro è famigliare e i titolari sono bravissimi. Però certo lo stipendio è quel che è, 1500 euro te lo sogni. Mi fossi fermato al diploma avrei guadagnato di più a fare il ragionere, quando mi cercarono finita la scuola. Ma erano altri tempi molto più floridi e comunque fare il ragioniere non mi allettava molto.
Alla fine la vita è vero che ti porta non si sa dove...è tutto molto casuale almeno per me che mi sono lasciato trasportare dagli eventi.
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