Domanda difficile: quando avete capito cosa volevate fare nella vita e avete deciso di seguire una certa strada? Quello che fate ora è frutto di una scelta che avete fatto, o vi siete lasciati trasportare dagli eventi?
Domanda sibillina in un certo senso, ma che mi riguarda da molto vicino. Ora non sto a raccontarvi tutta la tiritera altrimenti ci metto un'epoca, però per varie vicende traverse di vita non ho seguito ciò che volevo fare, col risultato che praticamente mi soffermo a pensarci piuttosto spesso e non sempre riesco a scacciare i pensieri di dosso.
Succede anche a voi? Vi capita di pensarci e fare spallucce o qualcosa di più?
Che consigli dareste a un 31enne (uno a caso ) che non è sicuro della strada intrapresa?
La palla passa a voi.
Dunque simo, innanzitutto volevo dirti una cosa.
Anche se lo scopo/oggetto del TD che hai aperto non è questo - e perdonamene - ma ascolta: può sembrare retorica, ma la prima cosa è non abbatterti mai simo, mai.
Forza!
Il tuo è un periodo "no", uno di quei periodi che abbiamo tutti. Tutti.
Sei giovane, il momento storico è quello che è (e di certo non è d'aiuto), e che tu ti ponga certe domande è assolutamente normale
Sfido chiunque, tra noi, a dire che in vita sua non ha mai avuto un tentennamento/ripensamento/pentimento sulle scelte fatte o sulle strade intraprese.
È normalissimo simo, normalissimo.
Te poi sei un ragazzo in gamba, e lo si capisce anche dal tenore dei tuoi interventi.
Dunque coraggio, guarda sempre avanti, ascolta.
Detto questo, volevo chiederti: ti riferisci nello specifico agli studi che magari hai intrapreso? (a proposito, che fai di bello all'università? Che facoltà?).
Ti chiedo questo anche per capire meglio
Des certitudes ? Il n'y en a qu'une: fièrement francophone.
è stata durissima per me capire cosa volevo fare, nella mia famiglia non prendere una laurea equivaleva al fallimento. nel mio caso, per svoltare, ho dovuto toccare per bene il fondo, poi però la svolta è arrivata.
sono argomenti privati e profondi difficili da trattare in un forum pubblico, se vuoi qualche dettaglio in più scrivimi pure privatamente. se posso aiutare qualcuno, lo faccio volentieri.
Si vis pacem, para bellum.
Un po' di considerazioni in libertà...
Se sei fortunato e riesci a capirlo presto ottimo. Se non hai le idee chiare c'è poco da fare, lo scopri tardi.
In entrambi i casi, prima o dopo, bisogna violentarsi l'istinto e investire (che non vuol dire necessariamente soldi; anche potendo...) in formazione qualificata: se con un occhio alle tendenze del mercato del lavoro (sempre che coincidano) meglio. "Là fuori" è una giungla e per emergere bisogna avere veramente un sacco di strumenti.
In questo "investimento" son comprese le lingue straniere: senza inglese sei condannato al declino assieme al Paese; meglio ancora un altro paio di lingue: una europea e magari una "orientale" (ivi compreso l'arabo).
Nel mio caso il percorso è stato fin troppo lineare...
Essendo un laureato della prima metà degli anni '90 più volte mi son chiesto se avessi fatto bene, per esempio, a iscrivermi all'università visto che subito dopo il diploma arrivavano offerte di lavoro come piovesse... E negli anni '80 pioveva non come oggi.
In un contesto diverso da quello italiano è una domanda che non avrebbe avuto senso, ma visto come si è evoluto nel tempo il mercato del lavoro italiano è ancora una domanda alla quale non ho una risposta certa.
Specie se, come il sottoscritto, sono arrivato ad un certo punto che vivevo la facoltà segnando le tacche sul muro come un carcerato. Quindi se decidi per l'università bisogna fare qualcosa che piaccia sul serio e che allontani il rischio di stancarsi o diventa un calvario (e questo può essere in forte contrasto con quanto appena scritto sul "mercato").
In definitiva prepararsi per vivere da cittadini del mondo, anche se detto in periodo di quarantena da Covid-19 fa ridere.
Poi è chiaro che siccome i luminari nei rispettivi settori sono pochi al mondo la maggior parte di noi finirà a fare qualcosa di dignitoso e basta, ma è normale così. L'importante, come sopra, è che non sia un calvario.
Poi se hai invece domande più specifiche sul tuo caso posso provare a rispondere, ma non so sia il caso in pubblico.
Ah, dimenticavo il consiglio migliore di tutti: far innamorare di te e poi sposare un'ereditiera.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Residenza: Altavilla Vicentina (VI)
Lavoro: Brendola - casello di Montecchio Maggiore (VI)
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