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  1. #31
    Vento moderato L'avatar di nago
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Citazione Originariamente Scritto da alexeia Visualizza Messaggio
    Ricordo nitidamente. Eravamo tutti appiccicati al televisore, a seguire gli eventi.
    Ma la sensazione, ripensandoci, era strana, non era quella di una diretta come siamo abituati oggi.
    Non eravamo abituati a questo, i mezzi tecnici permettevano di trasmettere in diretta solo per cose programmate da lungo tempo e ben organizzate anche per permettere ciò, e soprattutto cose importanti. Poi c'era anche il controllo di ciò che andava in onda, la paura che potesse crearsi qualche situazione fuori controllo, il lapsus che solo pochi professionisti potevano garantire di saper evitare.
    O era il Giro d'Ilalia, che ovviamente sino all'ultimo nessuno sapeva come sarebbe andato a finire, oppure una "narrazione" era fiction. E le fiction di solito andavano a finire bene. Ci si aspettava il lieto fine.
    Ecco, la sensazione con cui seguivamo - i miei compagni di classe, i familiari, le persone che avevo attorno - lo svolgersi delle immagini era quella: una narrazione televisiva particolare, vera come le dirette sportive, con una sfida da vincere, ma contemporaneamente un film, qualcosa che metteva ansia, trepidazione, per cui tutti tifavano, ma che si immaginava avrebbe avuto il suo momento liberatorio nell'emersione del piccolo dal pozzo. Se era in tv, voleva dire che ce l'avrebbero fatta.
    Poi man mano che procedevano le ore, dopo il fallimento di Licheri, è subentrata l'incredulità, e poi si è capito che la verità che veniva trasmessa era più ineluttabile di quanto si era potuto immaginare sin dall'inizio.
    Un conto era vedere decine di volte il replay di un incidente sportivo o di un attentato già avvenuto, ma per il quale, appunto si era già preparati all'esito, si era già vissuto il trauma della "prima notizia", solo a parole e non con la realtà delle immagini. Questa volta no, il trauma era in diretta, vissuto in tempo reale, cioè goccia a goccia, minuto per minuto.
    Lo ricordo ancora come qualcosa che ci ha segnato, soprattutto noi ragazzini che ancora dovevamo prendere le misure precise della realtà.
    Poi vennero le polemiche, se avessero fatto, se non avessero fatto... e poi la tv del dolore, l'opportunità di continuare la diretta, il successo della trasmissione...
    Al momento però non l'abbiamo vissuta così. Non c'era la morbosità a cui associamo adesso fenomeni come il turismo delle catastrofi, o il gusto di rivedere le scene più raccapriccianti senza censure. C'era partecipazione, ansia... si era lì incollati al video perché si sperava che ce la facessero, non per apprezzare l'emozione di una tragedia in diretta.
    Quello secondo me è un'idea che è maturata dopo. Probabilmente anche la Rai, nel momento in cui ha iniziato a trasmettere, non sapeva dove sarebbe arrivata, e a un certo punto si è trovata a non poter interrompere, perché le persone volevano avere la buona notizia il prima possibile, e dare le notizie era un compito della televisione pubblica.
    Non ricordo nemmeno che qualcuno nel mio intorno fosse scandalizzato da quelle immagini, o che ci siano stati commenti negativi, al momento. Eravamo tutti sconvolti, e volevamo e sapere e sperare.
    Poi il resto è venuto dopo, quando man mano sono venuti meno i freni inibitori, lo share ha prevalso - e qui entra in gioco la concorrenza fra reti pubbliche e reti private, quindi siamo già in un altro mondo - e via via ci siamo abituati a scene sempre più vere, sempre più crude e spesso sempre più gratuite, assuefacendoci.

    Ma allora, io credo che la partecipazione del pubblico sia stata sincera, e l'azione della tv forse ancora pulita da speculazioni.
    Concordo su tutto, soprattutto sulla sensazione che sarebbe “andato tutto bene “

    Diciamo che forse ci si è resi conto per la prima volta in Italia della potenzialità di raccattare share che il genere permetteva
    “Sopra le nuvole il meteo è noioso”

  2. #32
    Vento forte L'avatar di verza81
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Leggendo su wiki, in varie persone lo hanno raggiunto, imbragato ma poi si è sempre aperto tutto.
    Ma cavolo, che strano non siano riusciti a bloccarlo nellombragatura…
    O a prenderlo con le mani…
    Cosa deve avere passato, e cosa devono aver passato i genitori..


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  3. #33
    Brezza tesa L'avatar di Turgot
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
    Leggendo su wiki, in varie persone lo hanno raggiunto, imbragato ma poi si è sempre aperto tutto.
    Ma cavolo, che strano non siano riusciti a bloccarlo nellombragatura…
    O a prenderlo con le mani…
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    Nelle interviste Licheri dice sempre che era troppo scivoloso, tutto pieno di fango.
    Aggiungerei anche che ormai Alfredino non collaborava più in alcun modo e che per arrivare a lui i volontari si sono devastati fisicamente, senza contare la poca lucidità che si ha stando a testa in giù per così tanto tempo.
    Non vorrei comunque essere nei panni di chi ha raggiunto il bambino ma è poi dovuto tornare in superficie senza essere riuscito a fare nulla, un rimorso che, nonostanze la nulla colpevolezza, ti porti avanti per tutta la vita.

    Those who are not shocked when they first come across quantum theory cannot possibly have understood it. (N.Bohr, 1952)

  4. #34
    Burrasca L'avatar di Corry
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
    Leggendo su wiki, in varie persone lo hanno raggiunto, imbragato ma poi si è sempre aperto tutto.
    Ma cavolo, che strano non siano riusciti a bloccarlo nellombragatura…
    O a prenderlo con le mani…
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    Citazione Originariamente Scritto da Turgot Visualizza Messaggio
    Nelle interviste Licheri dice sempre che era troppo scivoloso, tutto pieno di fango.
    Aggiungerei anche che ormai Alfredino non collaborava più in alcun modo e che per arrivare a lui i volontari si sono devastati fisicamente, senza contare la poca lucidità che si ha stando a testa in giù per così tanto tempo.
    Non vorrei comunque essere nei panni di chi ha raggiunto il bambino ma è poi dovuto tornare in superficie senza essere riuscito a fare nulla, un rimorso che, nonostanze la nulla colpevolezza, ti porti avanti per tutta la vita.
    Se ascolti bene l’intervista che ho postato ti rendi conto del motivo. Alfredino era bloccato con le ginocchia all’altezza del petto e le braccia una dietro la schiena l’altra credo sotto il sedere.
    Licheri non poteva in alcun modo piegare le braccia perché il cunicolo si restringeva molto. Le aveva strette e stese sopra la testa. Poteva solo movere i polsi e le dita. Per lavorare si faceva tirare su e giù continuamente di pochi cm. Non so come abbia fatto a mettergli l’imbrago. Probabilmente lo aveva sistemato in modo precario e infatti non ha tenuto.
    Sinceramente credo che fosse impossibile da salvare. Almeno in quel punto. Forse solo se lo avessero raggiunto quando era più in alto, prima di scivolare giù, sarebbe stato fattibile.
    ​Se mi piace il ruolo del cacciatore e della lepre? Se c'è uno davanti è normale che gli altro lo inseguano. E' come il gioco di guardia e ladri, i ladri scappano e le guardie inseguono...

  5. #35
    Vento forte L'avatar di verza81
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Povero bambino, chissà cosa ha sofferto


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  6. #36
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
    Leggendo su wiki, in varie persone lo hanno raggiunto, imbragato ma poi si è sempre aperto tutto.
    Ma cavolo, che strano non siano riusciti a bloccarlo nellombragatura…
    O a prenderlo con le mani…
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    C'era il fango e scivolava; a parte il ricordarlo nitidamente, è confermato in tutte le testimonianze che si possono riascoltare.
    Ma anche c'era il fatto che era quarant'anni fa, e che tante cose oggi scontate sono venute dopo, almeno come prassi corrente. Già gli speleologi erano percepiti come una cosa strana, una sorta di acrobati pazzi che si infilavano nei buchi sottoterra, questo pensava il pubblico e a molti allora sembrò persino assurdo che singoli individui "hobbisti" fossero autorizzati a intervenire di persona, "facendo perdere tempo". Di fatto sono stati interventi volontari, di singoli con le palle quadre, che hanno tentato il tutto per tutto nelle condizioni in cui si era allora, anche di preparazione tecnica specifica per il soccorso.
    Oggi uscirebbe il Soccorso Alpino e Speleologico, con squadre volontarie organizzate e attrezzate, magari mobilitate anche dall'estero, e viene considerato per quello che è, un corpo tecnico altamente specializzato e allenato, capace di risolvere situazioni al limite.

    Più che infilarlo in un'imbragatura, in quelle condizioni si doveva crearla in loco, facendo passare la corda o fettuccia in punti che la bloccassero impedendole di scivolare su, quindi riuscire a strisciare con le mani fra il corpo e il pozzo portando giù la corda, e riprenderla dall'altro lato per fargliela girare addosso, cosa penso non facile comunque, anche con attrezzature migliori. E che comunque andava inventata lì, sul momento.
    Il problema vero è che mancavano esperienze specifiche, mancavano competenze, mancava organizzazione rodata. Si è tentato il tutto per tutto improvvisando "col cuore in mano", come vuole la retorica dell'Italia che si arrangia e sopravvive a tutte le avversità, retorica che sfrutta una cosa indubbiamente vera trasformandola in paravento per i problemi mai affrontati seriamente.
    Dopo, infatti, si è strutturata la Protezione Civile che conosciamo oggi.

  7. #37
    Burrasca L'avatar di Corry
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Citazione Originariamente Scritto da alexeia Visualizza Messaggio
    C'era il fango e scivolava; a parte il ricordarlo nitidamente, è confermato in tutte le testimonianze che si possono riascoltare.
    Ma anche c'era il fatto che era quarant'anni fa, e che tante cose oggi scontate sono venute dopo, almeno come prassi corrente. Già gli speleologi erano percepiti come una cosa strana, una sorta di acrobati pazzi che si infilavano nei buchi sottoterra, questo pensava il pubblico e a molti allora sembrò persino assurdo che singoli individui "hobbisti" fossero autorizzati a intervenire di persona, "facendo perdere tempo". Di fatto sono stati interventi volontari, di singoli con le palle quadre, che hanno tentato il tutto per tutto nelle condizioni in cui si era allora, anche di preparazione tecnica specifica per il soccorso.
    Oggi uscirebbe il Soccorso Alpino e Speleologico, con squadre volontarie organizzate e attrezzate, magari mobilitate anche dall'estero, e viene considerato per quello che è, un corpo tecnico altamente specializzato e allenato, capace di risolvere situazioni al limite.

    Più che infilarlo in un'imbragatura, in quelle condizioni si doveva crearla in loco, facendo passare la corda o fettuccia in punti che la bloccassero impedendole di scivolare su, quindi riuscire a strisciare con le mani fra il corpo e il pozzo portando giù la corda, e riprenderla dall'altro lato per fargliela girare addosso, cosa penso non facile comunque, anche con attrezzature migliori. E che comunque andava inventata lì, sul momento.
    Il problema vero è che mancavano esperienze specifiche, mancavano competenze, mancava organizzazione rodata. Si è tentato il tutto per tutto improvvisando "col cuore in mano", come vuole la retorica dell'Italia che si arrangia e sopravvive a tutte le avversità, retorica che sfrutta una cosa indubbiamente vera trasformandola in paravento per i problemi mai affrontati seriamente.
    Dopo, infatti, si è strutturata la Protezione Civile che conosciamo oggi.

    Anche oggi, in quel punto, non credo ce l’avrebbero fatta. Licheri in un intervista ha fatto un paragone, hai presente il diametro di un piatto? Quella era la larghezza del buco.
    Ripeto, non so come abbia potuto raggiungerlo, non riesco minimamente ad immaginare come abbia fatto e come abbia potuto anche solo cercare o provare a legarlo.
    ​Se mi piace il ruolo del cacciatore e della lepre? Se c'è uno davanti è normale che gli altro lo inseguano. E' come il gioco di guardia e ladri, i ladri scappano e le guardie inseguono...

  8. #38
    Brezza leggera L'avatar di alexeia
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Sì, infatti. Però l'arruffio che si fece con le trivelle forse con un'altra organizzazione si sarebbe potuto evitare... sono andati giù percussione, in pratica, ma ti rendi conto?
    In speleologia comunque si dice sempre che dove passa la testa, passa anche il resto. Certo lo spazio a disposizione era nullo per altre manovre...

  9. #39
    Burrasca
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino

    Il CNSAS, insieme a quello francese, con cui si fanno esercitazioni congiunte da anni, è da tempo al top in Europa se non nel mondo tanto che intervenne in Germania qualche anno fa per recuperare un tedesco da un -1000.
    Allora non c'erano ancora una uniformità di tecniche come c'è da qualche decennio e si è sempre imparato dagli errori e dalla esperienza. L'uniformità ad esempio fu voluta dopo un incidente a -1000 in Italia dove il poveretto però non ce la fece. Dopo quell'incidente si capì che interventi così complessi richiedevano centinaia di persone e quindi si decise che in quei casi si potevano richiamare i volontari da tutte le regioni ma solo se avevano tutti lo stesso addestramento. Allora cambiò anche il paradigma che prima prevedeva di tirare fuori subito il ferito mentre oggi lo prevede ma dopo la sua stabilizzazione da parte di uno o più medici.
    Gli speleo italiani e quelli francesi sono per adesso quelli che hanno più esperienza in quanto si sono andati a ficcare in grotte lunghe ma sopratutto profonde, in Italia e all'estero.
    I problemi sorgono quando serve il medico in quanto, oltre a medico, deve essere anche speleologo altrimenti al ferito non ci arriva. Poi nei posti stretti la barella non ci passa, vanno allargati e da decenni in CNSAS si sono sviluppate delle microcariche per fare questo lavoro e ci sono gli specialisti che le sanno usare, i cosiddetti disostruttori.
    Poi, se l'intervento è molto lungo, viene passata una linea telefonica, e ci sono specialisti anche per questo.
    Poi c'è da organizzare tutta la logistica, comunicazioni fuori, trasporti su fino all'ingresso e giù al campo base delle squadre che si danno il cambio, realizzazione del campo base, organizzazione del vitto per tutti, anche quelli che stanno dentro, e così via.
    Ecco perché in interventi complessi ti avvicini ad impiegare anche un migliaio di persone, solo per tirarne fuori uno.

    Oggi anche altri corpi provano a fare lo stesso, tipo i pompieri, ma la forte differenza con i tecnici del CNSAS e che mentre i pompieri si allenano ma in grotta non ci vanno, i tecnici invece praticamente ci vanno ogni domenica (a volte il sabato e domenica) e d'estate ci fanno le vacanze. E l'allenamento fa la differenza.

    Io ho fatto parte del CNSAS per 20 anni, poi ho interrotto perché non potevo più partecipare alle esercitazioni. In quegli anni per fortuna sono capitate baggianate e mai roba complessa (in Sicilia nonsono state mai trovate grandi grotte) purtuttavia ci allenavamo spesso nelle varie grotte che predisponevamo per un eventuale futuro soccorso.
    Nell'ambiente si discusse per anni di cosa si poteva fare ma era appunto una cosa mai successa e che, per fortuna, non successe più. Già in un ambiente del genere così stretto pochi speleologi in Italia ci sarebbero potuti andare. E stare appesi al contrario non è bello.

  10. #40
    Brezza tesa L'avatar di Musoita
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    Predefinito Re: La tragedia di Vermicino


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