Brutto da dire ma la popolazione umana è sostanzialmente naturalmente limitata da quattro fattori:
- Anomalie climatiche (e conseguenti carestie)
- Malattie
- Guerre
- Sovrappopolazione (ultimo stadio)
A questi quattro fattori se ne sta aggiungendo un altro (che stiamo sperimentando relativamente da poco) che è l'alto livello di benessere.
Quando mancano i primi tre fattori la popolazione continua a crescere fino a raggiungere il quarto punto, ossia l'insufficienza di risorse per un numero così alto di persone.
La grande crisi demografica del Trecento in Europa sostanzialmente nacque così. Un livello di benessere in aumento negli anni precedenti aveva portato ad un aumento considerevole della popolazione, dei commerci, dei traffici. Ma allo stesso modo erano aumentati i disboscamenti, le coltivazioni, le aree antropizzate. In parallelo, col progredire degli anni, si verificava una progressiva frammentazione della proprietà (banalmente, se gli appezzamenti di terra venivano ogni volta lasciati in eredità a sempre più figli, generazione dopo generazione l'appezzamento a disposizione per l'ereditiere era sempre più piccolo). Le autorità dell'epoca avevano già drizzato le antenne, mettendo dei limiti all'espansione delle colture e al disboscamento, con dei divieti di far legna in determinate zone, avendone già intuito l'importanza.
Questa situazione terminò con la gravissima crisi climatica del 1315-1316-1317, anni di piogge pressochè ininterrotte, che allagarono mezza Europa rendendo impossibile le semine. Già nei primissimi anni del Trecento c'erano già state anomalie climatiche, ma il giro di volta fu proprio la primavera del 1315, quando pressochè tutta Europa ha iniziato ad essere flagellata da una pioggia definita "pesante", che continuò pressochè ininterrottamente per tutto l'anno. A giugno Luigi X non riesce ad invadere le Fiandre, poichè sono completamente allagate. Le semine furono impossibili, poichè il terreno ovunque era ormai fango. Piovve praticamente per tutto il 1316 fino all'inizio dell'estate del 1317 quando poi, finalmente, il clima tornò alla normalità.
Quest'anomalia climatica fu disastrosa, in quanto la gente moriva letteralmente di fame e di malattie ai bordi delle strade, stroncata dalla denutrizione, da polmoniti, bronchiti e tubercolosi. La frammentazione della proprietà agricola aveva aggravato una situazione già di per sè pericolosa: se, con grandi appezzamenti, una famiglia avrebbe potuto (anche se poco) far crescere qualcosa, con la riduzione degli appezzamenti il sostentamento familiare fu impossibile. Il prezzo del grano, del pane, del sale prima decuplicarono a livelli mai visti, rendendone impossibile l'acquisto per quasi tutte le classi sociali, e poi questi beni divennero quasi irreperibili. La situazione fu talmente grave spinse la gente a casi di cannibalismo, di dissotterramenti di cadaveri per cibarsene. Il risultato fu che tra il 10 e il 25% della popolazione europea morì di fame e di malattie nel giro di una manciata di anni. Fu una batosta demografica non da poco, considerato che la popolazione era stata in continua crescita fin dal 1000/1050.
Sarebbe bello chiedersi.. Ma e se non si fosse verificata l'anomalia climatica, che cosa sarebbe successo?
Ebbene: per una volta, in queste ucronie, la risposta ce l'abbiamo già, ed è: sarebbe successa la stessa cosa, ma un pò di anni dopo, quando, nel 1346, la lunga mano della Peste Nera sarebbe calata sull'Europa come un maglio.
Lou soulei nais per tuchi
Non è così semplice.
La crescita e lo sviluppo economico di un Paese sono strettamente legate alla capacità di quel Paese di attirare investimenti esteri. Questa capacità è legata ad una serie di fattori che nei Paesi africani sono difficilmente modificabili in poco tempo: da un lato, come ha detto snowaholic, la capacità di istruire la popolazione (che appunto presuppone un tasso di natalità non eccessivamente alto, diversamente chi lavora per poter sfamare tutti), dall'altro fattori giuridici come la semplicissima capacità di funzionamento della giustizia e di conseguenza la tutela dei diritti di proprietà.
Questi ultimi in particolare sono un problema secondo me serio sia in Africa sia in molti paesi dell'America Latina: la presenza di una corruzione endemica e di istituzioni giuridiche prive di credibilità tengono lontani anche gli investitori esteri più temerari. E non si risolvono facilmente perchè i gruppi di potere presenti in quei Paesi hanno tutto l'interesse e la forza per non cambiare nulla.
Come dicevo qualche pagina indietro, una popolazione giovane e in crescita sicuramente è attraente per quanto riguarda lo sviluppo di business e di conseguenza per gli investimenti esteri; non è però una condizione affatto sufficiente e, se i ritmi di crescita sono particolarmente elevati può diventare pure controproducente (anche perchè bisogna pure guardare il lato della mortalità).
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
È chiaro che ci sono metodi migliori di altri, ma bisogna anche valutare seriamente il contesto. In termini pratici garantire l'utilizzo della pillola è fuori dalla portata dei paesi in questione, anche se fossero fornite gratis dai paesi occidentali sotto forma di aiuti, perché richiedono una continuità nella distribuzione e nell'utilizzo difficilmente realizzabile.
Anche l'uso del preservativo non è facile da far accettare agli uomini (oltre ad avere un costo non indifferente) e richiede una educazione all'utilizzo corretto. Benissimo promuoverne l'uso e molto utile contro le gravidanze precoci, difficile farlo con finalità di controllo delle nascite in famiglia, specie nei contesti sociali più difficili.
La sterilizzazione è un metodo permanente ed economico da realizzare con uno sforzo organizzativo minimo, non mi sorprende che risulti attraente per molti governi e non mi sento di condannare i programmi che lo promuovono (tranne quelli di sterilizzazione forzata). In situazioni come il Pakistan proporre la sterilizzazione alle donne che non vogliono altri figli (talvolta anche contro il volere dei mariti) non mi sembra eticamente discutibile.
Va bene cercare di creare benessere, ma non è semplice produrre un cambiamento drastico della struttura economica in poco tempo, ci sono fattori culturali difficili da cambiare. Non bastano gli aiuti, che spesso invece generano solo corruzione e dipendenza. L'urbanizazione è probabilmente il singolo fattore più influente nei miglioramenti recenti, nel momento in cui i figli non sono più braccia utili per lavorare nei campi viene meno uno dei maggiori incentivi a farne in numero esagerato. Promuovere l'imprenditore femminile, anche attraverso il microcredito, può a sua volta dare un contrinuto.
Ma resta il fatto che uno dei principali ostacoli allo sviluppo rimane la natalità esagerata, quindi la promozione dei contraccettivi e dell pianificazione familiare è essenziale.
Per me la sterilizzazione, essendo praticata prevalentemente sulle donne (e non su uomini, dove l'intervento sarebbe sia meno invasivo sia meno oneroso) ed esponendo a rischi operatori non indifferenti, visto anche il contesto, non è una via praticabile. Ci indigniamo per l'infibulazione femminile in Occidente, ma non lo faremmo per una tuberectomia che è molto più invasiva e potenzialmente pericolosa.
Fondamentalmente è l'unico punto su cui dissentiamo, per il resto sono ovviamente d'accordo.
Bisogna sensibilizzare e superare gli ostacoli culturali sull'uso dei preservativi, oltre che diffondere sempre più benessere. Investire in Africa, fondamentalmente, anzichè dare solo degli aiuti umanitari. So che è una via molto difficile, e sono sicuro che tanto si sia già fatto.
https://themarketjourney.substack.com :
economia, modelli, mercato, finanza
C’è una soluzione comunque senza sterilizzazioni e carestie:
la parità di genere, nn so se mi spiego
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Su questo concordo, ma inevitabilmente ci vorrebbe una politica di limitazione della natalità in quei Paesi e vedo che anche tu e @snowaholic sembrate aver cambiato un po' opinione rispetto ad alcuni mesi fa. Il problema resta il come farlo, dato che prima ancora che un problema di mancate protezioni è un problema di percezione e realizzazione sociale, dato che in base a studi della Banca Mondiale le donne di molti Paesi hanno esplicitamente dichiarato di volere tra 5 e 7 figli.
Io detesto questa mentalità ma capisco pure che a loro importa poco delle questioni di cui discutiamo noi (dovrebbe importare loro ben di più il fatto per cui bloccano la loro stessa possibile crescita economica in questo modo). La cosa che reputo più grave è che fino a 50 anni fa lo stesso accadeva da noi, e che ancora oggi molti vedono con grande ammirazione e invidia (ma da che) le famiglie enormi, fino a 12 membri per dire.
Quindi ecco, io mi chiederei prima di tutto perchè questa mentalità era diffusa anche da noi...non che ci sia molto da scoprire in realtà, semplicemente è dovuta a un retaggio in cui si facevano figli per avere manodopera da mettere nei campi già a 8 anni e soddisfare il proprio ego. E questa mentalità non ce la siamo ancora scrollata di dosso, vedi i tanti "io a 10 anni lavoravo gratis e raccoglievo pomodori tutta l'estate, invece i giovani di oggi.....".
E parlo con cognizione di causa perchè ci sono passato anche io personalmente negli anni 2000 con una mentalità non troppo dissimile.
Parole forti ma per me più che reali. Si potrebbe obiettare abbastanza giustamente che la popolazione italiana non è troppo numerosa e che non si hanno i problemi di certi Stati asiatici o africani, certo, ma grazie a questo ci portiamo dietro un bel problema economico.
Chi non ha mai sentito che oggi si fanno troppi pochi figli? In realtà una media di 1.2 figli a persona (mi pare) dice altro, il problema è che in passato se ne facevano troppi (una media di 5 a persone con alcuni che ne avevano anche 10/12), e oggi paghiamo le conseguenze soprattutto per questo.
In più sinceramente vedo di buon occhio la politica del figlio unico cinese (unica cosa intelligente attuata dal loro governo per me) e la vedrei ancora meglio in India, capisco che si tratti di una soluzione forte ma lì la situazione è totalmente sfuggita di mano e occorrerebbe fare il possibile non per rallentare la crescita nel 2070 ma per bloccarla il prima possibile.
Apparte che la politica del figlio unico in Cina è stata applicata anche con metodi brutali (anche uccidendo i feti davanti alle madri) e già ciò è eticamente inaccettabile, poi ora si è consentito che si possano fare 2 o anche 3 fligli in alcune zone, la società cinese sta invecchiano rapidamente e su un giovane solo ricadevano 4 nonni
Quante parole!
Se non sai come mantenere i tuoi figli, uomo, basta che vieni fuori.
Questo lo sanno tutti in tutte le culture e non costa nulla.
La donna può anche volerli i 5 figli, ma se li sogna.
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