L'immunità è permanente, poi come sempre vale il principio per cui chi è immunodepresso potrebbe nonostante le premesse essere suscettibile all'infezione.
In ogni caso il vaiolo delle scimmie è un'altra malattia dal vaiolo umano, quindi si tratterebbe di uno dei casi in cui un vaccino creato contro uno specifico patogeno protegge anche contro altri virus della stessa famiglia. Non è così strano per il vaiolo, anzi, lo dice la stessa etimologia della parola "vaccino": in origine altro non si faceva che inoculare il pus del vaiolo bovino, causato da un virus della stessa famiglia del vaiolo umano ma molto meno virulento e pericoloso, e l'immunità che conferiva valeva anche contro il vaiolo umano. La relazione è biunivoca: il vaccino contro il vaiolo bovino proteggeva dal vaiolo umano, analogamente il vaccino contro il vaiolo umano protegge dal vaiolo bovino/delle scimmie, che sono affini.
Grazie per le specificazioni. La domanda mi sorgeva infatti perché ho sentito in radio che la vecchia vaccinazione umana copre anche per le altre varietà, però mi era sorto il dubbio se la sua immunità permanente nasceva da dati effettivi, nel senso che in un contesto in cui non circola più il virus come si fa a capire se si è immuni oppure è il virus che non c'è più? Cioè, il limite di validità di una cura è anche legato a quanti anni è stata effettivamente applicata e osservati i risultati. Però in effetti per il vaiolo umano l'intervallo di osservazione dovrebbe essere abbastanza ampio, e non c'è motivo per pensare che le ultime generazioni di vaccinati abbiano perso l'immunità.
p.s. la questione del vaccino nato dall'osservazione del vaiolo bovino e dall'uso dei suoi patogeni la citavo sempre contro i no-vax: sin dagli albori dei vaccini, si era capito che prendersi qualcosa in forma lieve e programmata era meglio che rischiare il salto nel vuoto della forma completa. Ah, no... in effetti il pus delle pustole delle mucche è un'altra cosa, non ha né additivi né microchip!!!... è più sano, nulla di paragonabile al Cov-vax...
Pensa che prima che si inventasse il vaccino esisteva la variolizzazione, in cui iniettavano pus di malati di vaiolo umano che però avevano preso la malattia in forma blanda. Il principio logico era: meglio prendersi il vaiolo in forma lieve che prenderselo in forma grave. E badate che "lieve" significava un rischio di mortalità dell'1%, altro che i vaccini di oggi.
Questa percentuale fu calcolata all'epoca in quello che è considerato il primo studio clinico della storia: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/art...v013p00082.pdf
Ecco, la variolizzazione... non ero sicura di ricordare bene il termine. Cioè, ci arrivavano con la mentalità del '700 o anche prima, poi ora saltano fuori i no-vax...
Pensa che nei primissimi anni '50, qualche giorno dopo l'inoculazione della prima delle due dosi dell'antivaiolosa, mia madre si prese il vaiolo vaccino, con esantema, convulsioni e picco febbrile a 41°C. il medico avvisò i miei nonni che se i sintomi non si fossero risolti in un paio di giorni forse sarebbe morta. Bene, nonostante il precedente fece comunque la seconda dose. Tanto per dimostrare quanto era diversa la mentalità di allora in materia di vaccini.
Intanto siamo a 5 casi in Italia a quanto pare. Come mai non mettono delle restrizioni stavolta?
Tanto per essere chiari, se andassero poste in atto restrizioni di carattere generale, di fronte alla diffusione di questo virus, dovremmo vivere costantemente in lockdown visto che circolano robe come Haemophylus inluenzae o Klebsiella pneumoniae (ambedue anche in lignaggi antibiotico-resitenti) o il meningococco, tutti patogeni potenzialmente ben più pericolosi. Almeno dove a livello locale si accendono focolai.
Ultima modifica di galinsog@@; 25/05/2022 alle 00:18
Il peggiore inverno che abbia mai visto?
Il 2006/2007!!!
La situazione è che se dall'UK non fosse arrivato l'allarme (banalmente perché è un virus attenzionato da 20 anni) in Spagna forse nemmeno se ne sarebbero accorti, nonostante qualche decina di casi. Comunque è un bene che sia emersa la trasmissione apparentemente comunitaria di questo virus, ma non mi stupirei se i numerosi contagi linkati alle Canarie e a Madrid fossero il frutto di una concatenazione casuale di fatti (tipo un paio di eventi di super-diffusione collegati tra loro). Ci si contagia per contatto, per droplets (possibile e dimostrato ma decisamente raro) e per aerosol (possibilità più teorica che reale).
Ultima modifica di galinsog@@; 24/05/2022 alle 20:16
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