Secondo me i costi del decoupling sono molto sovrastimati, una rottura improvvisa avrebbe costi colossali ma se realizzata in maniera graduale ci sarebbe tutto il tempo di adattare le filiere produttive.
Se comincia ad esserci un premio sul rischio significativo per i fornitori considerati più sicuri a livello geopolitico si aprono maggiori possibilità di sviluppo sia a livello di materie prime sia di componenti, anche in paesi che a livello di mero costo non riescono a competere.
Una guerra a Taiwan che bloccasse improvvisamente gran parte dell'industria dei semiconduttori e interrompesse le principali rotte commerciali sarebbe un problema colossale, per questo molti stanno cominciando a ridurre la loro esposizione a questo rischio. Il decoupling istantaneo sarebbe devastante, fatto in 10-20 anni più che gestibile dal punto di vista economico (pur con vinti e vincitori dentro ogni economia, come sempre accade).
Sono d'accordo con quello che hai scritto
Quando penso a quello che si prospetta penso a non più di 3-5 anni da adesso ed in queste tempistiche i problemi sono difficilmente risolvibili senza grossi impatti. Se allunghiamo l'orizzonte è tutto un altro discorso.
Fra 10 20 anni non abbiamo idea di quello che sarà avvenuto, credo soprattutto nel bene
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@FunMBnel
Aggiornamento sulla storia dell'azienda di mia moglie che impediva lo smartworking:
Alla fine confermo che la storia di lavorare in ufficio per il team building ecc. erano tutte idiozie.
E probabilmente il mio sospetto che il tutto fosse partito almeno come scintilla da tassi inaspettatamente alti rispetto a quando avevano comprato forse è confermato da questo paper:
Just a moment...
"A 100bps increase in Fed Funds Rates reduced R&D spending by about 1-3% in the following one to three years. Venture Capital, which relies much more on debt capital than established businesses saw its spending decline by 25%."
L'azienda ha tagliato fondamentalmente R&D ed è proprietà di un fondo di investimento
Insomma sono partiti i licenziamenti e si sono seduti al tavolo dei sindacati, trattandosi di grande azienda che si appresta a licenziamento "di massa". C'è più di un sindacalista di riferimento che si occupa della gestione della "crisi". Alcune cose balzano agli occhi. Hanno talmente tanti tavoli di crisi aperti che per il caso particolare dell'azienda in questione hanno tempo solo sabato o domenica per sentire i lavoratori. Secondo punto è che a chi ha chiesto lumi sui corsi di aggiornamento o conversione lavorativa la risposta è stata di farli solo se li paga l'azienda perchè in caso contrario sono soldi buttati e non servono a niente. Il che mi ha fatto pensare ai famosi navigator del reddito di cittadinanza o ai vari corsi regionali, provinciali ecc. ecc. Punto numero 3 quando ci sono questi casi i sindacati cercano di "favorire" le sedi del sud in quanto è più difficile trovare lavoro a Bari piuttosto che a Monza e anche 6 mesi in più prima di essere licenziato significa avere più tempo per trovare qualcosa. Ebbene l'andazzo è che questa differenza tra nord e sud sta venendo gradualmente meno, nel senso che i problemi si stanno livellando e quindi favoritismi non se ne fanno più come prima.
Avendo subodorato la cosa mia moglie si è mossa trovando lavoro per altra azienda sempre americana.
Ed indovina: smartworking con 16 giorni all'anno (!!!!) in ufficio. Trattabili pure. La politica è quella di andare verso le sedi virtuali. Vogliono tagliare anche quella di Milano.
Il tutto migliorando il trattamento economico.
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Intanto bene per tua moglie, che alla fine quello che ci tocca da vicino finisce per avere maggiore importanza dei massimi sistemi.
Trovo strano che da oltreoceano arrivino anche segnali opposti: non ricordo se il riferimento fosse Tesla o Amazon (o comunque un nome top dei top) dove si era tornati a chiedere ai manager di essere al 100% in ufficio.
Ora... Ci può stare che per un manager la presenza possa essere richiesta maggiormente rispetto ad altri, però francamente il 100% di presenza tanto più se in un'azienda IT mi pare antistorico. A meno che l'azienda stessa non abbia fatto clamorosi investimenti immobiliari nel centro della grande città e in quel caso diventa solo protezione del proprio investimento: magari qualcuno si convince che è partita l'inversione di tendenza (campa cavallo, dico io...).
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Ho sempre pensato che la richiesta di tornare in ufficio da parte dei giganti di borsa fosse legata a questa temuta conseguenza che comincia a palesare
Commercial real estate contagion spreads to Europe | Financial Post
Il titolo è troppo catastrofico ma le perdite sono reali oltre che settorialmente e geograficamente trasversali.
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@snowaholic
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Petrolio, taglio della produzione: Arabia Saudita rivoluziona mercato
Sintetizzando i sauditi cercherebbero di correggere l'incapacità dell'OPEC di influenzare il prezzo negli ultimi tempi, anche perchè nn sono più il primo produttore e secondo l'articolo Iran e Russia pensano ai loro problemi
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Lo dico in inglese che mi viene più facile
I'm really puzzled
Qualcuno riesce a decifrare il circolo vizioso di cui si parla?
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