Turkey’s central bank hikes interest rate to 15% in dramatic U-turn to fight inflation
22 Giugno 2023 da Natasha Turak
Key Points
The rate hike is Turkey's first since March 2021.
Turkey steadily lowered its policy rate from 19% in late 2021 to 8.5% in March as inflation concurrently ballooned, breaching 80% in late 2022.
Erdogan recently appointed Mehmet Simsek as finance minister, whose aim is to return Turkey to economic orthodoxy after a prolonged cost-of-living crisis.
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E il risultato è stato un ulteriore calo della Lira perché i mercati si aspettavano un rialzo maggiore.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
vi chiedo un parere su questa cosa:
Dopo la Bce anche il Fondo monetario conferma: "L'inflazione e causata soprattutto dalle aziende, non dai salari" - Il Fatto Quotidiano
perché in fondo un po' nel mio lavoro me ne sono accorto. i prezzi sono stati alzati più del dovuto col fine di aumentare il margine, probabilmente perché si è previsto che sarebbero uscite meno quantità.
Si vis pacem, para bellum.
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Se lo scrive il FQ allora è molto verosimile che sia l'esatto contrario e che assisteremo a una fila di fallimenti a catena...
Comunque le cause dell'inflazione iniziale sono state ovvie: prima carenza di offerta (chiusure da Covid), poi subito eccesso di domanda (stimoli post-Covid; qualcuno, ancora pochi, ma si sa... Uno studio recente mostra che l'aumento di temperatura tende a rendere scemi, ha forse scoperto che se metti i soldi in tasca alla gente questa poi li spende. Tecnicamente parlando crea domanda), poi ancora lo shock dei prezzi delle materie prime (pre e post guerra); nella prima fase il sonno profondo delle CB che sono andate avanti per eoni a dire che era temporanea...
Sul fatto che i salari non seguano è vero fino ad un certo punto... Negli USA per esempio hanno iniziato a seguire (o così ho sentito poco tempo fa) aiutati dal fatto che non sono lontani dalla piena occupazione.
Poi ci sono i casi patologici come l'Italia dove il mercato è caratterizzato da una serie di oligopoli e/o rendite protette (se ne parla poco perchè... Perchè è vietato dal regolamento quindi non si può dire, ma un'occhiatina alla situazione taxi, giusto per fare un piccolo ed inflazionato esempio, nelle grandi città la darei...) quindi l'inflazione è mediamente più alta che nei posti sani (da cui è uscita definitivamentel l'UK: ultimo dato in salita e knee-jerk reaction della BoE che alza immeditamente di mezzo punto il tasso di riferimento).
Mettiamo sul piatto il fatto che a fronte della stretta delle CB abbiamo parecchi governi che ancora remano contro mantenendo una politica fiscale mediamente espansiva (si sa... Parafrasando Cuccia, i voti non si contano nè si pesano: si comprano...) con il risultato che l'unica a godere davvero è l'inflazione. Che, si sa, fa il bene dei poveri, a cominciare dai redditi fissi e bassi (come i prezzi di quella famosa pubblicità...).........................
E infine c'è "sempre" una certa isteresi tra il ritardo dell'aumento dei prezzi, quando ci sono delle cause di fondo, solitamente in tempo reale, e la successiva diminuzione quando le cause vengono meno.
Vediamo se qualcuno riesce a far scoppiare una bomba o se per uno scherzo del destino tutto si sistemerà da solo.
Ultima modifica di FunMBnel; 27/06/2023 alle 07:34
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Intanto nuovo capitolo della serie "La situazione è grave, ma non seria"![]()
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Pos in tabaccheria, torna il bancomat per sigarette e marche da bollo - Il Sole 24 ORE
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aspè, il FQ è carta straccia, però cita BCE e FMI, che non sono propriamente degli scappati di casa come Travaglio e compagnia
le cause dell'inflazione sono oramai note e le hai elencate, il problema è a valle in questo caso.
ok, c'è l'inflazione, per contrastarla io azienda aumento i prezzi. però devo farlo con senso, se li aumento troppo (appunto per fare più margine a fronte di meno vendite) la situazione si incattivisce ancora di più, soprattutto se non segue l'aumento di stipendi. Il succo del discorso era questo e vi/ti chiedo: è corretto? o è del tutto una minchiata?![]()
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Se li aumento troppo ci sono 2 possibilità:
1. E' un bene di prima, anzi primissima, necessità e allora sono un bastardo e per quel bene l'inflazione aumenta/resta alta.
2. Non lo è e allora quello che ottengo è il vero rimedio anti-inflazione: la distruzione della domanda. N.B. Se non segue l'aumento degli stipendi di nuovo siamo di fronte al rimedio anti-inflazione per eccellenza: il potere di acquisto cala, la domanda cala, i prezzi "caleranno" di conseguenza.
E se distruggi domanda anche se hai aumentato i margini (che fa tanto bene davanti ai revisori dei conti; o anche a eventuali compratori) alla fine comunque i soldi che hai a disposizione per investimenti sono gli stessi. Non so cosa cambi in termini pratici...
Di sicuro se non c'è concorrenza diventa un processo molto più lento. E qui sta parte importante dei problemi esclusivamente nostrani.
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Uno studio dell’Istituto economico tedesco (IW), basato su dati Ocse, rileva che nel 2022 la Germania ha effettuato investimenti diretti esteri per 125 miliardi di euro, a fronte di soli 10,5 miliardi di investimenti diretti esteri in Germania. Tra le cause, vengono indicati i sussidi americani e l’elevato costo dell’energia tedesca, la fuoriuscita dal motore a combustione interna e la carenza di manodopera specializzata.I peggiori secondo il FMI
Il dato di un singolo anno non può certo essere assunto a base di una tendenza, ma in Germania il dibattito è molto vivo, accompagnato dalla tradizionale Angst tedesca, e si moltiplicano le grida d’allarme per il rischio deindustrializzazione. Secondo le ultime previsioni del Fmi, la Germania nel 2023 sarà l’unico paese del G7 a segnare una contrazione nella crescita, pari allo 0,1 per cento. Degli ultimi cinque trimestri, solo due hanno avuto segno positivo.
Il timore è che la Germania sia giunta al capolinea del suo modello di sviluppo e debba reinventarsi, con un processo necessariamente non breve e doloroso. Berlino ha il problema di costi energetici non competitivi, eccessiva dipendenza dalla tradizione ingegneristica di vecchia scuola, scarsa reattività politica e commerciale a orientarsi su settori a maggiore crescita, un sistema finanziario molto statico e frammentato.
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La politica tenta la reazione: sui costi dell’energia, il vice cancelliere, ministro dell’Economia e co-leader dei Verdi, Robert Habeck, ha lanciato la proposta di sussidi alle aziende energivore, al passo di 4 miliardi di euro annui e fino al 2030, per un costo al kilowattora di sei centesimi per l’80 per cento del consumo storico, in modo da stimolare il risparmio energetico.
La proposta di Habeck, che punta anche a favorire lo sviluppo di un’industria nazionale di pannelli solari e semiconduttori, è avversata dal ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, che assume pavloviane posture anti sussidi, da far valere soprattutto in sede di negoziati sul rinnovo del patto di stabilità in Ue, ma che dopo tanta faccia feroce cede di fronte alla richiesta di Intel di un corposo “adeguamento” della quota di sussidi per realizzare l’impianto di Magdeburgo: dieci miliardi di soldi pubblici su un esborso complessivo di trenta.
Questa pare essere l’epitome dei problemi tedeschi: con la fine del motore termico e il de-risking europeo in Cina, oltre alla poderosa offensiva cinese sull’auto elettrica, Berlino deve capire che ruolo ritagliarsi nel mondo, nel momento in cui il tradizionale approccio mercantilista viene severamente danneggiato dalla ripresa della logica dei blocchi e da crescente protezionismo e integrazione tra stato e industria.Carburante per il motore populista
Questa crisi del modello tedesco porta con sé alcune ricadute rilevanti, su scala europea. In primo luogo, e con buona pace dei richiami all’equilibrio di bilancio, i tedeschi reagiscono alle difficoltà mettendo mano al portafoglio e puntando su sussidi che le loro capienti tasche possono (ancora) permettersi. Così facendo, rischiano di segare il ramo del mercato unico europeo su cui tutti siamo seduti.
Ma le criticità della transizione ecologica sono vera e propria benzina nel motore (rigorosamente termico) dei movimenti populisti, come dimostra la crescita dell’estrema destra di Alternative für Deutschland. La proposta, sponsorizzata dai Verdi, di vietare le caldaie a gas sostituendole con pompe di calore, con un maggiore esborso immediato per famiglia stimato in 20 mila euro, ha causato sollevazioni popolari che ne hanno portato al ritiro.
Nei mesi scorsi, Habeck aveva proposto un balzello sulle bollette per aiutare i fornitori di energia in crisi. Anche qui, proposta ritirata dall’esecutivo e sostituita con un fondo a debito di 200 miliardi, contabilizzato con notevole ipocrisia fuori dalla sacra regola del “freno al debito”.
Una Germania smarrita può affossare l’intera costruzione europea. Attenti a ciò che desiderate, sovranisti italiani: potrebbe avverarsi.
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Commento di un operatore tedesco del settore finanziario da me stesso sollecitato al riguardo:
This is indeed a major problem for the EU overall, but Germany in particular. First, the Inflation Reduction Act has attracted far more investments in the US from European companies than anticipated simply because by investing in the US, companies get tax breaks and subsidies that they don't get in the EU. The EU is working on its own green investment programme but while I expected the EU to finalise its programme in 2023, it now seems that the resistance of central European countries and the argument between France and Germany around nuclear and gas power mean that a resolution will only be found in 2024. But the more EU is asleep at the wheel, the more of the investments will go to the US.Second, Germany and the U depend heavily on exports to China, but China is not only slowing down, but has also committed this year to the Whole Nation Strategy (Bloomberg - Are you a robot? essence of the Whole Nation Strategy is that China wants to become independent from Western imports while becoming a major exporter of high tech. In other words, demand for German and European high-tech is likely to shrink while competition for exports to the US, Europe and other Asian countries is likely to increase because of China.For Germany, this has all the makings of a potential lost decade because to get out of this troublesome spot we need EU industrial policy to compete with the US and China as well as a rethink of the German (and European business model) of exporting to China and other Asian countries. Europe needs to become more self-reliant and open up exports to other markets more. But this takes years to accomplish.
And just in from an analysis of Capital Economics about the problem European EV car makers face from Chinese competition:"More generally, the EU does not have as much fiscal firepower as the US to subsidise its infant EV industry. So with Europe out-gunned by the US and China in the “race” to lead global EV production there is a risk that the European auto industry will gradually lose market share, with negative consequences for trend economic growth in the major auto producers including Germany"So, it's not looking good.
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