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  1. #551
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    3088555_15198434 (1).jpg
    L'articolo è lungo ma le grafiche sono esplicative già di per sè:
    China's Chip 'Moon Shot'--The Response To Restrictions | S&P Global Ratings

    The chinese government may look for ways to better leverage the country's large pools of science and technology talent.By 2025, China will produce almost three times as many math and science PhDs annually as the U.S., with nearly 80,000 graduates, versus about 21,000 for the U.S. If the estimated 20,000 international students studying in the U.S. are included in the latter, China's estimated total would still be double that of the U.S.Chinese policies that encouraged talent to commit to key, nascent industries has supported the country's rapid progress in technology over the past decades. Although the country is producing more science and technology talent, such policies remain critical to the effective use of that resource.
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  2. #552
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    La questione non è tanto l'inflazione da costi (che a mio avviso non sarà realmente un problema) ma il fatto che le tecnologie necessarie per abbattere le emissioni sono estremamente intensive a livello di capitale, pur avendo costi di esercizio molto inferiori.

    Di conseguenza vanno ad alterare l'equilibrio tra risparmio e investimento, con un impatto non trascurabile sui tassi di interesse. Dal momento che veniamo da una lunga fase di squilibrio di segno opposto, con conseguenti tassi a zero o negativi, questo non è necessariamente un cambiamento negativo, resta da capire quale sia l'effettiva entità del rialzo strutturale tassi e quanto il livello attuale sia invece un elemento una tantum legato ad altri fattori.

    Oggi è stato pubblicato il dato dell'inflazione europea che è scesa al 2,4%, quindi siamo a buon punto per tornare al 2%.
    Vorrei un parere, spero di riuscire a spiegarmi:

    Consideriamo questo paper:
    Competitive Pressure and ESG by Vesa Pursiainen, Hanwen Sun, Yue Xiang :: SSRN
    Faccio un estratto esplicativo in inglese

    Competitive Pressure and ESG

    Companies that operate in an environment where their domestic markets face higher competitive pressures and lower margins tend to spend fewer resources on ESG.
    In making the trade-off between focusing on their operational challenges in the short-term and investing in ESG measures that may improve performance in the long-term, they prefer short-term operational measures and those ESG measures that require less investment of time, money, and other resources. Similarly, if competitive pressures in a market increase because of the entrance of new competitors (in the study, they looked at Chinese companies entering a market) the focus of management shifted away from ESG toward managing these competitive pressures.
    On the other hand companies that have more longer-term shareholders do not shift their focus away from ESG that much.

    La mia domanda è:
    la "conversione" o come vogliamo chiamarla sarà davvero guidata dalle scadenze politiche delle conferenze sul clima oppure seguirà un percorso più "naturale"?
    Faccio il mio esempio personale, ho acquistato una macchina tradizionale ma prevedo di comprare come prossima auto una elettrica, ed anzi quella attuale mi durerà meno delle altre che abbiamo avuto in famiglia perchè con tutta probabilità fra dieci anni sarà molto più conveniente averne una elettrica piuttosto che una a benzina.
    Non so se riesco a spiegarmi: i tempi delle scadenze politiche sono compatibili con i piani operativi delle imprese oppure verrà forzata la mano ad uno dei due attori? Nel senso che o i governi mettono pesantemente mano ad incentivi o fattori distorsivi in generale, oppure le tempistiche programmate diventano flessibili (oltretutto se devo guardare al mio orticello dati alla mano siamo ben oltre gli obiettivi di Parigi già da ora)
    Probabilmente semplifico troppo ma sto cercando di capire.
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  3. #553
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Se corrisponde al vero la stima, fatta al Financial Times da un alto funzionario Ue, di una perdita di 30.000 euro per ogni veicolo elettrico prodotto dai cinesi, in termini di agevolazioni creditizie, si comprende che il mondo potrebbe trovarsi in un devastante gioco a somma negativa.

    Corrisponde al vero?
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  4. #554
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    La mia domanda è:
    la "conversione" o come vogliamo chiamarla sarà davvero guidata dalle scadenze politiche delle conferenze sul clima oppure seguirà un percorso più "naturale"?
    Se la vuoi fare (perchè devi, perchè serve, perchè meglio o semplicemente perchè ti tira ) devi necessariamente imporre delle scadenze politiche altrimenti non la fai. O la fai in tempi biblici.
    Ovviamente siccome l'agenda politica è diversa da Stato a Stato (e magari pure intra-Stato...) indovina come finirà...

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Faccio il mio esempio personale, ho acquistato una macchina tradizionale ma prevedo di comprare come prossima auto una elettrica, ed anzi quella attuale mi durerà meno delle altre che abbiamo avuto in famiglia perchè con tutta probabilità fra dieci anni sarà molto più conveniente averne una elettrica piuttosto che una a benzina.
    E questa è l'unica condizione che possa avviare una "transizione naturale".

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Non so se riesco a spiegarmi: i tempi delle scadenze politiche sono compatibili con i piani operativi delle imprese oppure verrà forzata la mano ad uno dei due attori? Nel senso che o i governi mettono pesantemente mano ad incentivi o fattori distorsivi in generale, oppure le tempistiche programmate diventano flessibili (oltretutto se devo guardare al mio orticello dati alla mano siamo ben oltre gli obiettivi di Parigi già da ora)
    Probabilmente semplifico troppo ma sto cercando di capire.
    Io semplifico anche più di te, guarda.
    E ti dico che secondo me, tanto per fare un esempio a caso, la scadenza del 2035 sul divieto di vendita di vetture a ICE cambierà.
    Esattamente come è appena cambiata la direttiva sulle "case green" (ho letto molto superficialmente, magari non è vero...).

    Il GW è la più grande minaccia che l'umanità abbia affrontato in tempi recenti.
    Ma centrali nucleari giammai (anzi... Per essere precisi "noi siamo favorevoli al nucleare, ma non costruiremo mai più centrali in Italia", cit.), quindi il nucleare è una minaccia più grande del GW.
    Abbandono (progressivo) dei combustibili fossili per carità. Quindi l'economia da combustibili fossili è una minaccia più grande del GW.
    Riqualificazione degli edifici (le "case green" citate)? Per carità bis... Quindi l'economia dei privati possessori di case è una minaccia più grande del GW (sorvoliamo sul fatto che ci penserà il mercato a farla capire con le cattive a quelli che ritengono la riqualificazione energetica un costo e non un investimento).
    E potrei andare avanti per ore...........................
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  5. #555
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Just a moment...
    Se si fa la somma delle emissioni di co2 dal 1950 al 2022 dei paesi emergenti + russia da una parte e del g7 dall'altra il risultato è più o meno lo stesso
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  6. #556
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Phastidio.net | Auto elettriche, un usato insicuro
    Mi sembra più una questione prettamente economica che di mobilità ed inquinamento
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  7. #557
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Vorrei un parere, spero di riuscire a spiegarmi:

    Consideriamo questo paper:
    Competitive Pressure and ESG by Vesa Pursiainen, Hanwen Sun, Yue Xiang :: SSRN
    Faccio un estratto esplicativo in inglese

    Competitive Pressure and ESG

    Companies that operate in an environment where their domestic markets face higher competitive pressures and lower margins tend to spend fewer resources on ESG.
    In making the trade-off between focusing on their operational challenges in the short-term and investing in ESG measures that may improve performance in the long-term, they prefer short-term operational measures and those ESG measures that require less investment of time, money, and other resources. Similarly, if competitive pressures in a market increase because of the entrance of new competitors (in the study, they looked at Chinese companies entering a market) the focus of management shifted away from ESG toward managing these competitive pressures.
    On the other hand companies that have more longer-term shareholders do not shift their focus away from ESG that much.

    La mia domanda è:
    la "conversione" o come vogliamo chiamarla sarà davvero guidata dalle scadenze politiche delle conferenze sul clima oppure seguirà un percorso più "naturale"?
    Faccio il mio esempio personale, ho acquistato una macchina tradizionale ma prevedo di comprare come prossima auto una elettrica, ed anzi quella attuale mi durerà meno delle altre che abbiamo avuto in famiglia perchè con tutta probabilità fra dieci anni sarà molto più conveniente averne una elettrica piuttosto che una a benzina.
    Non so se riesco a spiegarmi: i tempi delle scadenze politiche sono compatibili con i piani operativi delle imprese oppure verrà forzata la mano ad uno dei due attori? Nel senso che o i governi mettono pesantemente mano ad incentivi o fattori distorsivi in generale, oppure le tempistiche programmate diventano flessibili (oltretutto se devo guardare al mio orticello dati alla mano siamo ben oltre gli obiettivi di Parigi già da ora)
    Probabilmente semplifico troppo ma sto cercando di capire.
    Scusa se rispondo solo ora ma è stato un periodo folle, lavorativamente ma non solo. Però il tema è interessante e merita una risposta anche in ritardo

    I tempi delle scadenze politiche (o meglio quelli dei cambiamenti climatici) sono evidentemente in conflitto con quelli delle imprese ed è normale che sia così. Ogni normativa ambientale che impone cambiamenti sostanziali (come fu l'eliminazione del piombo dalla benzina, dei CFC, l'abbattimento del particolato delle auto e delle centrali termoelettriche) si scontra con la resistenza dei soggetti che devono sostenere i relativi costi, mentre i benefici sono spesso indiretti, frammentati, difficili da quantificare o di natura non economica.

    Ma generalmente quando sono stati imposti vincoli rigidi il sistema economico si è sempre adattato in fretta, con costi molto inferiori a quelli ipotizzati dalle lobby che si opponevano (anche per questo sono ottimista sul vincolo del 2035 per le auto).

    Il problema sono gli obiettivi meno definiti che espongono le imprese alla concorrenza (interna ed internazionale) dei soggetti che danno priorità alla riduzione dei costi a discapito dell'impatto ambientale, creando le dinamiche scritte nell'articolo. Per questo in Europa sono state adottate soluzioni come l'ETS con relativo sistema di aggiustamento sulle importazioni (CBAM), che mirano ad internalizzare i costi delle emissioni in modo che siano inclusi direttamente nei calcoli di convenienza economica delle imprese, senza affidarsi alle ESG. Purtroppo a livello globale hanno prevalso i sussidi rispetto ai meccanismi di mercato per promuovere la riduzione delle emissioni, quindi anche questo tema è finito in mezzo alle guerre commerciali (specie tra USA e Cina).

    Nel lungo termine sono d'accordo sul fatto che la transizione sarà completa solo quando le tecnologie a basse emissioni diventeranno anche economicamente vantaggiose, ma per arrivarci in tempi rapidi serve un mix di obblighi e sussidi che ne acceleri la maturazione tecnologica e l'adozione su larga scala.

    P.S. Perché dici che gli obiettivi di Parigi sono superati? È evidente che l'obiettivo globale di 1,5/2 diventa un 3/4,5 nel nostro orticello, che può facilmente diventare 6 in caso di sforamento degli obiettivi.

  8. #558
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    Citazione Originariamente Scritto da snowaholic Visualizza Messaggio
    Scusa se rispondo solo ora ma è stato un periodo folle, lavorativamente ma non solo. Però il tema è interessante e merita una risposta anche in ritardo

    I tempi delle scadenze politiche (o meglio quelli dei cambiamenti climatici) sono evidentemente in conflitto con quelli delle imprese ed è normale che sia così. Ogni normativa ambientale che impone cambiamenti sostanziali (come fu l'eliminazione del piombo dalla benzina, dei CFC, l'abbattimento del particolato delle auto e delle centrali termoelettriche) si scontra con la resistenza dei soggetti che devono sostenere i relativi costi, mentre i benefici sono spesso indiretti, frammentati, difficili da quantificare o di natura non economica.

    Ma generalmente quando sono stati imposti vincoli rigidi il sistema economico si è sempre adattato in fretta, con costi molto inferiori a quelli ipotizzati dalle lobby che si opponevano (anche per questo sono ottimista sul vincolo del 2035 per le auto).

    Il problema sono gli obiettivi meno definiti che espongono le imprese alla concorrenza (interna ed internazionale) dei soggetti che danno priorità alla riduzione dei costi a discapito dell'impatto ambientale, creando le dinamiche scritte nell'articolo. Per questo in Europa sono state adottate soluzioni come l'ETS con relativo sistema di aggiustamento sulle importazioni (CBAM), che mirano ad internalizzare i costi delle emissioni in modo che siano inclusi direttamente nei calcoli di convenienza economica delle imprese, senza affidarsi alle ESG. Purtroppo a livello globale hanno prevalso i sussidi rispetto ai meccanismi di mercato per promuovere la riduzione delle emissioni, quindi anche questo tema è finito in mezzo alle guerre commerciali (specie tra USA e Cina).

    Nel lungo termine sono d'accordo sul fatto che la transizione sarà completa solo quando le tecnologie a basse emissioni diventeranno anche economicamente vantaggiose, ma per arrivarci in tempi rapidi serve un mix di obblighi e sussidi che ne acceleri la maturazione tecnologica e l'adozione su larga scala.

    P.S. Perché dici che gli obiettivi di Parigi sono superati? È evidente che l'obiettivo globale di 1,5/2 diventa un 3/4,5 nel nostro orticello, che può facilmente diventare 6 in caso di sforamento degli obiettivi.
    Grazie mille per la risposta, che ancora una volta evidenzia cose che ignoravo.
    Riguardo gli obiettivi di Parigi guardavo al mio orticello in particolare ai valori a 850hpa degli ultimi 2 anni di cui mi piacerebbe avere delle statistiche precise rispetto alle medie ed alla variabilità di riferimento
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  9. #559
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    @snowaholic
    https://klementoninvesting.substack.com/p/geopolitical-decoupling-and-commodity

    Secondo me il decoupling alla fine incontrerà l'enorme ostacolo di un mondo nel quale le nazioni più forti (e la Russia non lo era) alla guerra commerciale totale preferiscono i soldi.
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  10. #560
    Burrasca L'avatar di wtrentino
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Dexit. L'estrema destra apre al referendum per l'uscita della Germania dall'Ue - HuffPost Italia

    Uhm, la brexit un modello da seguire…. Azzarola ogni giorni me viene fuori una nuova più grossa…
    prospetticamente le carte mostrano una potenziale tendenza verso alte potenzialità di prospettiva....

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