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  1. #1021
    Uragano
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Invito tutti a perdere 3 minuti per leggere:
    Il nuovo oscurantismo e il controllo politico della scienza
    La guerra ai dati per cancellare la realtà

    Nei primi due mesi della nuova amministrazione, la scure del DOGE ha condotto a un drastico ridimensionamento, quando non alla chiusura, di agenzie governative come USAID, National Science Foundation (NSF), Centers for Disease Control & Prevention (CDC), Centers for Medicare & Medicaid Services (CMS), National Institutes of Health (NIH), National Oceanic & Atmospheric Administration (NOAA), solo per citarne alcune.
    Una delle conseguenze più rilevanti è che gran parte dei dati preziosi prodotti dalle agenzie federali è diventata, o si appresta a diventare, inaccessibile a ricercatori e cittadini. La NOAA è l’agenzia che raccoglie e pubblica, tra gli altri, i dati sull’innalzamento del livello dei mari e sulla temperatura e la concentrazione di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Il CDC monitora la diffusione delle malattie virali e le scelte vaccinali dei cittadini. CMS e NIH tracciano l’incidenza delle malattie e l’accesso ai servizi sanitari. USAID raccoglie dati su epidemie, condizioni sanitarie, disuguaglianze economiche e sociali, comprese quelle di genere, nei paesi in via di sviluppo.
    I fenomeni descritti da questi dati si sovrappongono ampiamente all’elenco di parole proibite fatto filtrare dalla Casa Bianca. Parole prive di connotazioni ideologiche, come (in ordine alfabetico) barriere, disabilità, discriminazione, disuguaglianze, diversità, donna, equità, esclusione, etnia, femmina, genere, inclusione, minoranza, marginalizzazione, orientamento, razzismo, sottovalutazione, trauma, vittima (qui un elenco completo). Qualunque progetto di ricerca contenga queste parole è destinato a perdere ogni finanziamento, compromettendo la carriera dei suoi autori.
    L’amministrazione ha revocato già i fondi a migliaia di progetti che includevano parole come queste. Ma la cancellazione in corso è solo il sintomo di un’operazione più profonda: la riscrittura dell’intero sistema di incentivi alla ricerca, pensata per scoraggiare chiunque dall’indagare temi “scomodi”. Chi investirà tempo e risorse in un progetto che non sarà mai finanziato? Quali istituzioni accetteranno di assumere ricercatori che vogliono occuparsi dei temi proibiti?
    Pensiamo a una nuova epidemia. Come ci si potrebbe difendere se mancassero dati, finanziamenti, e ricercatori per misurarne diffusione ed effetti? Cosa accadrebbe, se non fosse più possibile studiare il cambiamento climatico, la povertà, le disuguaglianze, le discriminazioni di genere, razza e religione, e tutti gli altri temi che l’amministrazione vuole oscurare?
    La furia oscurantista di Trump e i suoi accoliti potrebbe essere ulteriormente alimentata dal peggioramento del quadro macroeconomico. Erica Groshen, ex direttrice del Bureau of Labor Statistics, ha lanciato l’allarme sulla politicizzazione del personale statistico federale, denunciando la possibilità che dirigenti del Bureau siano licenziati per aver pubblicato dati sfavorevoli all’agenda del presidente. Se l’inflazione e la disoccupazione dovessero salire, come previsto dalla Federal Reserve, Trump potrebbe costringere le agenzie statistiche ad affermare che non è mai successo. Può sembrare una misura estrema, ma è ordinaria amministrazione per una presidenza che ha trasformato il Dipartimento di Giustizia, il Dipartimento dell’Istruzione, la CIA e l’FBI in armi con cui punire indiscriminatamente i suoi nemici.
    Il risultato della scomparsa dei dati è che l’autocrazia acquisisce il potere di manipolare a piacimento la realtà, perché non è più possibile contestare la propaganda. Per eliminare pandemie, cambiamento climatico, povertà, disuguaglianze e discriminazioni basterà negarne l’esistenza. Senza i dati, si può spacciare per verità qualsiasi bufala funzionale agli interessi del regime. I vaccini provocano l’autismo. Le malattie infettive sono create in laboratorio da chi vuole vendere i vaccini. Il cancro si può curare mangiando alimenti crudi e l’omeopatia funziona. Non c’è alcun riscaldamento globale, anzi fa più fresco di prima. Donne, minoranze etniche, persone lgbt+ non hanno nulla di cui lamentarsi perché non sono discriminate. Studiare non serve a niente, mentre chi dedica la vita allo studio è un corrotto al soldo delle multinazionali. L’economia va a gonfie vele e chi afferma il contrario diffonde fake news per conto dei poteri forti. E così via.



    L’attacco dell’amministrazione Trump non riguarda solo le agenzie di ricerca federali, i temi sgraditi, i dati che servono per descriverli e i ricercatori che vogliono studiarli. Ma tutto il sistema universitario.
    Il caso Harvard è emblematico. Trump ha chiesto di controllare il reclutamento di docenti e studenti e, attraverso di esso, i temi di ricerca e i contenuti didattici. Di fronte al rifiuto del rettore, l’università è stata punita con la cancellazione di più di due miliardi di finanziamenti e il divieto di ammettere studenti stranieri. Un danno strategico per uno dei motori principali del modello di crescita americano: l’attrazione di talenti da tutto il mondo. Di fronte al rifiuto del rettore, a Harvard è stato vietato di reclutare studenti stranieri. Si tratta di una misura autolesionistica, che colpisce al cuore uno dei punti di forza del modello di crescita americano: la capacità di attrarre i migliori talenti del mondo.
    Inoltre, l’amministrazione minaccia di colpire Harvard sul piano fiscale attraverso l’IRS (l’equivalente dell’Agenzia delle Entrate). Un ulteriore esempio dell’uso strumentale delle agenzie statali per reprimere il dissenso, tipico dei regimi autoritari.
    Harvard ora è in una posizione impossibile. Non può perdere la propria autonomia e restare Harvard. Ma se resiste, diventerà bersaglio di nuovi abusi di potere. Per Trump, distruggere il più importante ateneo del mondo è ormai una questione simbolica. E, diversamente dalla Cina, Harvard non ha gli strumenti per difendersi da un attacco frontale dell’amministrazione.
    Il Post ha spiegato bene l’ostilità culturale e politica della destra americana nei confronti delle università. Tuttavia, i mezzi di informazione hanno trascurato che l’attacco di Trump alle università non si è concretizzato soltanto nella cancellazione dei fondi pubblici ad alcuni degli atenei più importanti, come Harvard e Princeton. L’intero sistema di finanziamento della ricerca scientifica è stato colpito, soprattutto nei settori biomedici.
    Il meccanismo si chiama “overheads”. I research grants (cioè i finanziamenti di specifici progetti di ricerca) sono ripartiti in due voci principali: i costi “diretti” della realizzazione dei progetti – per esempio, gli stipendi del personale di ricerca e i costi della realizzazione degli esperimenti – e i costi “indiretti”, detti anche overheads, che riguardano le infrastrutture in cui i progetti di ricerca si svolgono, cioè le università. Senza infrastrutture adeguate – per esempio, edifici, laboratori, reparti ospedalieri e uffici amministrativi – nessuna ricerca potrebbe effettivamente svolgersi.
    La parte dei finanziamenti pubblici dedicata ai costi indiretti costituisce una delle principali fonti di finanziamento delle università. Negli Stati Uniti, la quota per gli overheads oscilla tra il 50 e il 70% da almeno 70 anni. L’amministrazione Trump adesso ha stabilito che la quota dei costi indiretti non potrà superare il 15%.
    Sembra un cavillo, invece è un cataclisma per le università americane. Per dare un’idea delle proporzioni, un ateneo abituato a ricevere ogni anno 500 milioni di dollari in fondi di ricerca con overheads al 55% si troverebbe a perdere 200 milioni l’anno. Gli atenei non potranno ristrutturare il proprio budget per sostenere i costi amministrativi e infrastrutturali, perché la maggior parte delle disponibilità finanziarie derivano da donazioni vincolate a usi specifici.
    Per ridurre i costi, le università saranno costrette a licenziare ricercatori e docenti, congelare le assunzioni, diminuire gli investimenti, eliminare i corsi di laurea e dottorato meno popolari e ridimensionare i servizi agli studenti. Molti atenei hanno sospeso già i propri programmi di dottorato.
    La ricerca biomedica ne soffrirà particolarmente, perché richiede le attrezzature più costose e gli investimenti a più lungo termine, e dipende fortemente dai finanziamenti del NIH, il primo ente per il quale l’amministrazione ha reso operativo il taglio degli overheads. I progressi nella cura del cancro e di malattie croniche come l’Alzheimer e il diabete rallenteranno.



    Christopher Rufo, uno degli architetti della campagna contro l’università, lo ha dichiarato apertamente: l’obiettivo è costringere gli atenei a vivere in una condizione di “terrore esistenziale”, in cui conformarsi ai dettami del regime diventi l’unica opzione possibile.
    Il poeta polacco Czesław Miłosz aveva descritto questa dinamica settant’anni fa in La mente prigioniera: nei regimi autoritari, studiosi e artisti finiscono per autocensurarsi, perché la paura di perdere tutto ne guida il pensiero prima ancora che le azioni.
    Gli arresti illegali e traumatici dei ricercatori immigrati regolarmente residenti negli USA rei di aver manifestato qualche forma di dissenso, la sospensione dei finanziamenti alle università che consentono libertà di espressione, la proibizione di qualsiasi ricerca o insegnamento anche solo sospetto di poter alimentare dissenso, hanno lo stesso scopo: Indurre dirigenti, docenti e studenti all’autocensura per non perdere tutto.
    Le immagini dell’arresto brutale della dottoranda di ricerca della Tufts University Rumeysa Ozturk hanno fatto il giro del mondo. Come altri colleghi vittime di deportazione, Ozturk non era accusata di nulla. La sua unica “colpa” era aver firmato, insieme ad altri, una lettera contro il genocidio palestinese pubblicata su un giornalino universitario. Si chiama libertà di espressione ed è tutelata dalla Costituzione, non solo negli Stati Uniti ma in qualsiasi paese democratico. Dopo l’arresto, è stata deportata in un carcere lontano da casa, in Louisiana, senza alcuna accusa formale. È stata liberata più di un mese dopo. È chiaro che gli arresti, le deportazioni e le procedure giudiziarie “punitive” di cui si serve l’amministrazione Trump hanno basi giuridiche molto fragili. Ma l’obiettivo non è vincere in tribunale. Il vero scopo è intimidire e scoraggiare.
    Una causa, anche infondata, può significare anni di spese legali, sospensione dei finanziamenti per l’università, a danno dei colleghi e dell’istituzione della vittima, ritorsioni su altri componenti del gruppo di ricerca. L’effetto è il silenzio selettivo e l’autocensura prudenziale. Se un ricercatore o uno studente espone l’università a dei rischi, sarà allontanato. Chi ha una reputazione di indipendenza non sarà assunto. È così che funzionano i regimi autoritari, come ha mostrato il caso di Orban in Ungheria, ormai superato dalla brutalità e rapidità dell’amministrazione Trump.



    Come ha affermato l’economista Dani Rodrik, tre pilastri hanno reso grandi gli Stati Uniti: lo stato di diritto, il sistema di ricerca scientifica e innovazione, e l’apertura ai talenti da tutto il mondo. Trump li ha smantellati tutti. Nessun nemico dell’America avrebbe potuto fare di meglio.
    Perchè un presidente può decidere pure chi si può iscrivere all'università?

  2. #1022
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Perchè un presidente può decidere pure chi si può iscrivere all'università?
    Ma infatti son già in tribunale per questo.
    Specie se l'università è privata.
    Eventualmente l'amministrazione può decidere di tagliare i fondi (non so se e con quali motivazioni), come peraltro già fatto, ma dire quali studenti possono entrare e quali no è follia.

    Grande Krasnov, continua così. Xi ringrazia sentitamente e tanti con lui...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  3. #1023
    Vento moderato L'avatar di Gianni78ba
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

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    Questa è molto interessante.
    Sarebbe anche bello fare una grafica per aree di studio.
    Più facile ancora considerare solo le STEM.
    https://themarketjourney.substack.com :
    economia, modelli, mercato, finanza

  4. #1024
    Vento forte L'avatar di Tarcii
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Stefano De C. Visualizza Messaggio
    Perchè un presidente può decidere pure chi si può iscrivere all'università?
    Di solito, solo nei regimi.
    dalla storia si impara che non si impara dalla storia

  5. #1025
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
    Questa è molto interessante.
    E spiega perfettamente la nostra traiettoria...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  6. #1026
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da Gianni78ba Visualizza Messaggio
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    Questa è molto interessante.
    Sarebbe anche bello fare una grafica per aree di studio.
    Più facile ancora considerare solo le STEM.
    Sempre tra gli ultimi noi che strano


    Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk

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    http://meteoaltavillavicentina.altervista.org/

  7. #1027
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da verza81 Visualizza Messaggio
    Sempre tra gli ultimi noi che strano


    Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
    Mi ha fatto ricordare questa.

    https://youtu.be/5nAeorHXWzE?si=8fMv-WxeNtWtVAVI

  8. #1028
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Intanto qualcosa si muove.
    Un tribunale federale ha detto che i dazi decisi secchi dalla casa bianca sono illegali.
    Si finirà davanti alla corte suprema pure lì.
    Ovviamente il mantra è sempre lo stesso: golpe dei giudici non eletti. Stesse puttanate sentite qui per più di 20 anni...
    Questi wannabe dittatorucoli continuano a non capire che finchè esiste la legge questa è sopra tutto: il presidente (anche se qui gli hanno creato attorno un bello scudo...), il governo e pure la volontà popolare.
    Se poi dovranno capirla con le cattive amen...
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
    27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.

  9. #1029
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da FunMBnel Visualizza Messaggio
    Intanto qualcosa si muove.
    Un tribunale federale ha detto che i dazi decisi secchi dalla casa bianca sono illegali.
    Si finirà davanti alla corte suprema pure lì.
    Ovviamente il mantra è sempre lo stesso: golpe dei giudici non eletti. Stesse puttanate sentite qui per più di 20 anni...
    Questi wannabe dittatorucoli continuano a non capire che finchè esiste la legge questa è sopra tutto: il presidente (anche se qui gli hanno creato attorno un bello scudo...), il governo e pure la volontà popolare.
    Se poi dovranno capirla con le cattive amen...

    in russia questo problema di essere sopra la legge non esiste, le fa Putin le leggi, o cosi, o siberia, o una palla in fronte, come corea del nord, e cina, le leggi si cambiano
    -16,1 il 6 e il 14/02/2012 +41,1 il 04/08/2017
    www.meteosystem.com/stazioni/savignanosulpanaro/

  10. #1030
    Uragano L'avatar di FunMBnel
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    Predefinito Re: "It's the economy, stupid!"

    Citazione Originariamente Scritto da maurino Visualizza Messaggio
    in russia questo problema di essere sopra la legge non esiste, le fa Putin le leggi, o cosi, o siberia, o una palla in fronte, come corea del nord, e cina, le leggi si cambiano
    Ovvio, ma quelli non sono wannabe: quelli sono già in un sistema autoritario.
    Le leggi comunque si cambiano anche "dalle nostre parti". Una volta che sono cambiate "in modo sbagliato" è finita.
    Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
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