assolutamente sì, è molto sostenibile. Quando sono al lavoro ti scarico i dati e te li metto.
non solo, come detto negli ultimi anni (pre covid, ovviamente) il numero di praticanti è in salita.
chiaro che se in futuro viene a costare come una vacanza alle Maldive muore, è inevitabile. Sotto tutti gli altri aspetti non c'è proprio alcun problema.
se solo vedessi la quantità di noleggi per i bambini che iniziano/imparano (che fanno il 60/70% dei noleggi totali, ovunque)...
regà, parlare per fatti conosciuti e dati, non per sentito dire.
questo prima del Covid:
Le discipline invernali piu amate dagli italiani - SciareMag
dove, tra l'altro, lo sci alpino domina. poi ci sono gli stranieri, che hanno maggiore potere di acquisto e che riempiono le piste da dicembre ad aprile semplicemente perché da loro piste non ce ne sono (parliamo di tedeschi, cechi, russi e via discorrendo, fermo restando che spesso preferiscono sciare in Italia anche quelli che di piste ne hanno).
se i comprensori si espandono è perché le cose vanno bene, altrimenti da dove li prendono i soldi? e fanno indagini economiche sul futuro mooooolto accurate. non è che arrivi tu e decreti la morte futura dello sci alpino e quindi va bene, ti ascoltano
mi spiace ma, in generale, non si possono considerare come normali gli anni appena passati e quello futuro (nello sci come in tantissime altre cose). Senza stravolgimenti epocali tipo guerre e Covid, lo sci era ampiamente in crescita.
E tornerà ad esserlo non appena, si spera accada, si stabilizzerà la situazione.
quest'anno farà un tonfo enorme, mi sembra evidente. Anche se per il momento le vendite di attrezzatura a settembre/ottobre sono da record. vedremo cosa succederà più avanti.
Ripeto: non riportate a tutto il panorama sciistico quello che succede a casa vostra. Nel cuneese non ci va nessuno a sciare, per diversi motivi. Allo stesso tempo non sono in grado di tenere piste sotto determinate quote. Se vai sulle dolomiti scii da dio a 1000m pure a marzo. un motivo c'è......
Ultima modifica di jack9; 13/10/2022 alle 13:46
Si vis pacem, para bellum.
Ma no i miei figli 23 e 27 anni sono sciatori, e abitiamo vicini al mare😀,sara' che hanno avuto l'imprining degli sci ai piedi a due anni.
Cari cuneese quante volte da bambino son venuto su a limone o a prati nevoso, si parcheggiava la macchina cintro un muro di neve di 2 metri e mezzo tagliato dalla ruspa🙂
Parlo per la Lombardia, che è l'area in cui lavoro. I "bacini" da noi l'acqua da qualche parte la prendono, non la sintetizzano in loco da idrogeno e ossigeno, quindi se c'è poca acqua in giro ce n'è poca anche nei bacini.
Ci sono zone ove già da anni la somma di popolazione invernale decuplicata più nevicate scarse e falde già basse, fa sì che a gennaio si inizi a parlare di scarsità d'acqua, e a volte è stata razionata anche quella potabile. I picchi di frequentazione invernale spesso si risentono su tutto il sistema.
Sulle richieste di ampliamento del demanio sciabile a spese di SIC e ZPS, e sulla resistenza che si sta cercando di opporre a ciò, mi taccio anche perché trattandosi di lavoro non posso fare nomi dettagliati; comunque se giri sui territori e scorri le cronache locali, le vicende sono ben note.
Sugli sbancamenti, idem, se ne contano un tot di impianti ampliati negli ultimi due decenni in fascia prealpina, tranciando tutte le morfologie carsiche di superficie in aree che stiamo cercando disperatamente di tutelare. Non parliamo delle devastazioni paesaggistiche in generale, vai ad esempio a Bormio 2000 in estate e sembra di soggiornare nel cantiere dello svincolo della brebemi.
A fronte di ciò, qui in Lombardia la fascia a sud della Valtellina dal punto di vista sciistico sta morendo. Neve scarsa, acqua a diposizione poca, temperature invernali alte, infrastrutture che non possono mettersi in rete - a meno che non facciamo fuori tutti i vincoli paesaggistici e di sicurezza - il tutto a fronte di una rete stradale che non può reggere i flussi necessari.
In Valtellina resistono i comprensori alti e abbastanza ampi, ma anche qui ce la giochiamo con la rete stradale.
Alla fine, conviene anche per un solo fine settimana andare o in Val d'Aosta o in Dolomiti, nonostante le distanze.
Bisogna vedere a quel punto sino a quanto gli sciatori sono disposti a spendere e a affrontare code sempre più lunghe, perché se tutti si concentrano in pochi grandi circhi, alla fine diventano troppi. Già le Dolomiti non nelle piste, ma a livello di viabilità e di intasamento dei paesi sono invivibili in certi momenti dell'anno.
O si torna a un periodo di economia in crescita, oppure con i chiari di luna attuali mi sa che è tutto destinato a sgonfiarsi. E non solo lo sci.
perfetto, allora non parliamo in generale ma specifichiamo (lo sapevo infatti, come nel caso del cuneese). Sì può sciare a basso impatto e con senno sulle Dolomiti ad esempio (ma lo stesso vale per Svizzera ed Austria).
In Lombardia, tolta Livigno e il Tonale/Ponte di Legno, parliamo di poca roba e che anche per scelte proprie andrà a morire, certamente, se non si rendono conto che se vogliono sopravvivere devono fare un consorzio, mettersi assieme e fare la voce grossa pretendendo ciò che serve.
Poi, facile piangere sul latte versato. Per decenni non sono stati fatti investimenti (anche in epoca di vacche grasse quando mezza Milano era all'Aprica o a Bormio a sciare, ora vanno logicamente altrove) come appunto i bacini per raccogliere l'acqua, l'ammodernamento degli impianti (che porta a ridurre i consumi di energia....) e via discorrendo.
Si vis pacem, para bellum.
Si vis pacem, para bellum.
Guarda, a Monesi che parte giusto dai 1400 m e che è l'epitome della sfiga nevosa delle Alpi sud-occidentali, ricade per i 2/3 dello sviluppo delle piste in Piemonte (Comune di Briga Alta) se parliamo di innevamento non ci sarebbero stati grossi problemi neppure nella maggior parte degli inverni degli ultimi 20 anni, perfino nel dittico 2015/2016 e 2016/2017, ovvio che su una stazione così disgraziata non vorrà mai investire nessuno e per disgraziata intendo dire che, per essere raggiunta, richiede peregrinazioni su un'autostrada da paese sottosviluppato e su una viabilità locale allucinante e di per sé non offre altro che piste facili e di media lunghezza.
Prato Nevoso, Artesina, Limone si sono difese egregiamente, per innevamento e relativa durata anche in questi anni di jella nera, ma non offrono nulla d'altro, non lo offrivano manco 50 anni fa, a parte la fiaccolata di Natale con offerta di vin brulé... il punto è che sono compensori piccolissimi, che anche sommati tra loro fanno un medio comprensorio di altre zone delle Alpi... Ci sono tutta una serie di ragioni che rendevano improponibile lo sviluppo sciistico nel Cuneese, il primo è che le stazioni furono concepite come "cattedrali" nel deserto, in cui il centro abitato più vicino era spesso un paese che quando aveva 750 abitanti sparsi in più frazioni era da considerarsi grande (ogni riferimento a Frabosa Soprana è del tutto voluto). E infatti negli anni '60-'70 il cliente medio di queste stazioni, all'epoca anche ben avviate, era il fruitore del dopolavoro ferroviario delle aziende genovesi e torinesi, oppure chi aveva messo da parte qualche soldo e pensava di investire in qualche bilocale ad Artesina, non a caso Prato e Artesina, nonostante l'ottima posizione e sottolineo ottima, sono state soprattutto grosse speculazioni immobiliari...
A mandare in crisi posti così bastava la concorrenza delle più agguerrite e meglio organizzate stazioni dell'alto Piemonte, della Val d'Aosta e della Lombardia, del resto il tempo che ci metto per arrivare ad Artesina è quasi quanto quello che impiego per arrivare in Val d'Aosta... ed Artesina tutto sommato funziona ancora egregiamente, anche se tra costi di gestione (vedi questione bollette) e costi di spostamento non so quanto ancora potrà andare avanti, indipendentemente dal GW...
Su certe robe ridicole, come i 500 (?) m di pista con skilift tra Entracque e Tetti Violin soprassiedo... Poi per carità, tutto va bene, se non altro a parte i 2 o 3 disastri ecologici fatti dai palazzinari genovesi e torinesi (Pratonevoso, Artesina e le più piccole Viola Saint Grée e Garessio 2000, le ultime due ormai ampiamente fallite ma paradigma di un certo tipo demenziale di sviluppo) c'è da dire che il mancato sviluppo dello sci in provincia di Cuneo ha preservato il paesaggio e l'integrità naturalistica di molti luoghi... e sarebbe pure un bene per il turismo "sostenibile", che però dubito ci arriverà mai...
Ultima modifica di galinsog@; 13/10/2022 alle 17:52
ma hai presente ad andare a sciare in treno?
è uno sbattone allucinante, tant'è che su 100 non ne trovi manco 1. sarà forse, dico forse, 1 su 1000.
tant'è vero che, pur essendo un comprensorio non propriamente piccolo, Limone è uno di quelli in seria difficoltà. da anni.
Si vis pacem, para bellum.
Questi aumenti erodono sempre di più la classe media che rischia di scomparire
Ci saranno solo più molto ricchi e poveri.. Sempre più disoccupati perché le attività non riescono ad andare avanti e sempre meno gente che può spendere... Lo stato già indebitato avrà meno soldi da investire.. e si diventa un Brasile se va bene, se va male l'india..
I prezzi più di tanto nei prossimi anni non scenderanno temo..
Inviato dal mio SM-P610 utilizzando Tapatalk
144 EURO per il bimestre agosto settembre.
Dovrei comunque tendere a diminuire i consumi.
DOmanda:
perchè non sospendere e cancellare il canone rai per quest'anno almeno?
Cosa lo impedisce?
Per dire la mia bolletta sarebbe scesa immediatamente a 125 euro
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