Probabilmente la cosa è dovuta al fatto che il fiume è stato effettivamente un confine di stato per moltissimo tempo.
La cosa divertente è che spesso parlando in italiano faccio dei giri di parole che hanno senso solo in bergamasco, come ad esempio: "cosa l'hai fatto fare a fare?" oppure mi scappa un "pota" in mezzo a qualche frase.
Tu mi dici, "Ti guardi? Sbagli a paragonarti"
Parlo il dialetto siciliano tutti i giorni, sia in famiglia sia con gli amici. Ovviamente lo alterno con l'italiano anche in base ai luoghi o alle persone con cui mi relaziono (soprattutto quelle con poca confidenza). Ricordo la mia prof di italiano alle superiori che ci invitava a parlare si il dialetto ma a preferire maggiormente la lingua italiana perché riscontrava, soprattutto nei temi, tanti errori grammaticali e di sintassi che secondo il suo giudizio derivavano dal parlare maggiormente il dialetto rispetto all'italiano e questo si ripercuoteva sullo scritto. Io problemi non ne avevo dato che prendevo sempre 7-8
Il dialetto siculo è molto variegato e diverso da provincia a provincia, mi piace quello catanese che sembra quasi una "cantilena" con quell'intercalare particolare ma anche il palermitano mentre gli altri li conosco molto meno. Qui nel messinese, soprattutto le zone montane, hanno un particolare dialetto che a sentirlo sembra avere un'intercalare un pò francese e difatti prende il nome di "dialetto galloitalico di Sicilia".
Altri dialetti ne conosco pochi, sono stato a Roma e il classico romano è unico e inconfondibile mentre al nord tra Milano, zona dei laghi (Lazise), Verona e Mantova dove sono stato negli anni passati ho notato che in genere si assomigliano ma ovviamente ci sono delle differenze che variano da zona a zona. Mi piace anche il pugliese avendo visitato la zona tra San Giovanni Rotondo, Monte S.Angelo e Polignano.
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Beh... "pota" viene fuori spesso anche a me, è un retaggio dei sopralluoghi nei cantieri edili della bergamasca (per la carta geologica mi intrufolavo in ogni cantiere aperto, per vedere che terreno c'era sotto).
Anche a me poi vengono fuori costruzioni che in italiano non hanno senso, ad esempio "sono dietro": "sono dietro a scriver sul forum" = "sto scrivendo sul forum"...
Il dialetto gallo italico di Sicilia è molto particolare, fu portato in Sicilia intorno al 1500 da coloni del nord ovest Italia in particolare da gente dell'odierna Liguria, dal Monferrato dalle zone occidentali della Lombardia e dell'Emilia. Recandomi a Piazza Armerina e sentendo parlare alcuni locali è un siciliano molto diverso dal resto dell'isola e le tracce gallo italiche sono ben presenti nella parlata. Una volta era parlato in altre zone della Sicilia ma è sopravvissuto solo in alcuni centri più isolati della Sicilia centrale e settentrionale. A Caltagirone che ha avuto qualche influsso gallo italico i vicoli sono detti "carruggi" come in genovese.
Ho trovato questo link che parla di diversi termini siciliani derivati da termini dei dialetti del nord Italia. Spiega anche il perché in Sicilia si usa "dumani" anziché "crai"
9 parole del siciliano che vengono dal Nord Italia | Patrimoni Linguistici
Molto dettagliata la seconda cartina.
Io ho vissuto i miei primi 18 anni a Chiavari ma non ho mai voluto imparare il genovese , anche perché nel mio quartiere di militari si parlavano tutti i dialetti d'Italia fuorché il ligure.
Sicché, facendo la media ho usato l'italiano neutro.
Poi in Abruzzo non ho mai voluto imparare l'abruzzese anche se dopo tanti anni lo capisco ( ma in Abruzzo ci sono due gruppi di dialetti, uno centrale ed uno meridionale, tra di loro diversissimi): quello aquilano è centrale e si capisce subito senza sforzo al pari del romanesco, quello di Lanciano invece è di tipo meridionale e prima di capirlo ho impiegato 6 mesi buoni, come una qualsiasi lingua straniera...
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 18/11/2022 alle 06:42
Va anche detto, che fino al 1500/1600, il dialetto romanesco era simile al ciociaro odierno, poi si è con il tempo avuta una forte toscanizzazione, dovuta specialmente alle molte famiglie nobili toscane che vennero a stabilirsi a Roma (esempio i Barberini)
Sì, infatti. E' una struttura che si trova in altre lingue e che copre una precisa necessità espressiva. Il punto è che in italiano pare non si dica... cioè, quando mi sfugge, c'è sempre qualcuno che pensa per un attimo che mi trovi fisicamente alle spalle di qualcosa. Il che dimostra quanto si radichino nella mente le strutture linguistiche sentite da piccoli in maniera continuativa.
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