Salve a tutti, apro questa discussione riguardante i dialetti e le lingue diffuse sul territorio italiano. Voi parlate qualche dialetto abitualmente, lo capite senza parlarlo o è un mondo estraneo per voi?
Personalmente comprendo e riesco a parlare il siciliano nella variante ragusana, capisco perfettamente il veneto e capisco qualcosa di milanese dato che mio padre lo parlava.
Ultima modifica di frankie986; 16/11/2022 alle 21:43
Io a casa tra amici e lavoro parlo dialetto Trentino. Per somiglianza capisco il veneto, anche se non tutte le versioni sono immediate. Un po’ tutti i dialetti del nord comunque sono abbastaanza comprensibili, pur con alcune difficoltà.
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Capisco l'abruzzese specie zona della Marsica e dell'Aquilano, perchè ho madre marsicana.
ovviamente il romano, anche se non è quello che parlavano i miei nonni (famiglia paterna romana), il dialetto che si parla a Roma oggi è più un italiano romanizzato si può dire, complice anche che la maggioranza della popolazione è di fuori od ha genitori (o nonni) di fuori (i romani de' Roma, come si suol dire, sono quasi in via d'estinzione)
Capisco e so parlo (ma non uso) ovviamente il vicentino
Capisco e so parlare qualcosa (ma non parlo) il siciliano zona Sommatino causa origini della moglie
Capisco il friulano (zii e cugini)
Capisco abbastanza il viestano (anni ed anni di ferie d’estate)
Qualcosa anche del sambenedettese (anche lì parecchi ferie)
Poi come già detto quelli del nord bene o male di capiscono
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Capisco bene il veneziano, e lo parlerei, se da piccola non me lo avessero vietato: certi giri di frase e certi termini che ormai si stanno perdendo, sostituiti da venetizzazioni degli equivalenti italiani, mi vengono istintivi, ma ahimé non ho assolutamente non dico l'accento - quello si può imitare, e viene fuori dopo meno di un giorno a Venezia - ma nemmeno la sonorità giusta delle vocali... insomma, se lo parlassi farei solo ridere, pur essendo grammaticalmente corretta... SGRUNT...
Capisco il bergamasco di Bergamo-valli, per motivi di lavoro, ma il moroso che è della pianura, al confine sull'Oglio già usa termini per me assolutamente incomprensibili (cioè, adesso li capisco, ma non li ho mai sentiti nelle valli...).
Il valsabbino dei nonni mi risultava ostrogoto da piccola, poi non l'ho più sentito parlare, e tale resta.
Poi ci sono un po' di riminiscenze del siciliano del nonno, che riaffiorano quando sento parlare in questa lingua; idem per un generico ligure, essendo cresciuta a Sanremo, riesco a comprendere abbastanza bene le commedie dialettali (che sono già un po' addomesticate).
Zero sul milanese, non mi piace, non lo sento parlare, i milanesi snoo pressoché estinti...
Parecchio adattate, se ad esempio guardi le commedie genovesi di Gilberto Govi e della sua compagnia (registrate dalla RAI a fine anni '50) ti accorgi di come Govi ripetesse spesso in italiano il contenuto dei dialoghi principali e delle battute salienti di ogni scena. Tra l'altro il genovese cittadino si era parecchio italianizzato già prima degli anni '50, ci fu anche una tendenza letteraria (es. Remigio Zena) volta ad introdurre vocaboli italiani leggermente modificati dal punto di vista fonetico per renderli più comprensibili ai lettori "foresti", questa tendenza poi è passata nel genovese parlato, sopratutto in quello cittadino, per cui tra gli anziani senti sempre più spesso dire "fiure" in luogo di "sciua" (che tra l'altro è femminile), "pransà" (in luogo di "dirnà"), "traslocà" al posto di "desbarassà", "piattu" al posto di "tundu". Senza considerare che in alcuni testi di fine '800/inizio '900 si trovano ancora parole arcaiche dimenticate di lì a un paio di decenni, mi viene in mente la famosa canzone "Ma se ghe pensu" nella cui ultima strofa viene utilizzato, forse per l'ultima volta in un testo con pretese letterarie, la parola "Madunà", mentre già la generazione nata negli anni '30 e '40 del secolo scorso utilizzava "nonna" e "nonno" al posto di "madunà" e "messià" (nelle campagne si utilizzavano anche "muae-grande" e "puae-grande", similmente ai francesi "grand-mère" e "grand-père")...
Ultima modifica di galinsog@; 19/11/2022 alle 10:56
C'è da dire che ci sono molte zone del nord ovest dove il dialetto si sta estinguendo o è riservato ad una fascia di popolazione anziana. Qua nell'ovest Lombardia non lo parla più praticamente nessuno se non qualche over 70 specialmente nelle grandi città, molti tra l'altro non lo capiscono nemmeno il dialetto della zona in cui sono nati e hanno sempre vissuto. Ci sono altrettante zone d'Italia dove il dialetto è ancora vivo anche nei giovani (nord est col Veneto in primis, sud Italia in genere specie Calabria Sicilia e Campania.)
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