Appunto... che ci si impegni a pensarla, o che la situazione ci salti addosso costringendoci a farlo, la zuppa non cambia: a un certo punto il sistema dovrà assestarsi su un equilibrio completamente diverso dall'attuale, volente o nolente. Certo, sarebbe meglio prevedere e guidare questi fenomeni; l'alternativa è "morti e feriti a profusione", ovvero, selezione naturale declinata in salsa sapiens sapiens.
Lo dico già da tempo al moroso, figlio della classica piccola aziendina del nord che deve produrre produrre produrre, per "stare sul mercato" e loro "sì che danno lavoro agli altri" etc. etc. etc....
Stanno in fabbrica sino alle sei di sera del sabato, la domenica a turno tornano a controllare le macchine, fanno una settimana di ferie all'anno a testa... questa qui è tutta gente che sottrae lavoro alle palestre, al turismo, ai cinema etc. , e che di fatto non ha più il tempo per consumare alcunché. Se è vero che il mercato è questo, e tutti fan così, a breve si accumuleranno i mucchi di invenduto, in tutti i settori.
Il tragico è che nel frattempo si continua a portare avanti un modello culturale in cui tutti devono avere di tutto e cambiarlo secondo mode a breve giro, quindi si producono masse di articoli scadenti perché a basso costo, che si distruggono in breve tempo e richiedono di essere sostituiti. Il risultato è dispendio energetico e di materiali per produrre, distribuire, eliminare, a ciclo sempre più rapido. Con buona pace degli ecologismi di facciata.
Fra un po' dovremo veramente pagare i disoccupati affinché possano consumare ciò che produciamo per loro...
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Che il pianeta non sopporti 8 miliardi di persone dipende solo da come queste persone vivono e anche dalla tecnologia in un dato momento storico.
Un pianeta Terra con le tecnologie di 100 anni fa non reggeva di sicuro 8 miliardi di persone, oggi sì. Ma è anche vero che di queste 8 miliardi più della metà vive in condizioni ben lontane da quelle del nostro primo mondo, cosa che se farebbero tutti allora saremmo un peso.
Conciliare i due aspetti non è semplice, e forse non esiste soluzione. Forse il sistema tenderà in parte ad equilibrarsi da sè, perchè come sta avvenendo nei paesi occidentali poche persone faranno/fanno figli e quindi al calo delle figure professionali necessarie si assocerà anche un calo della popolazione, e le due cose in qualche modo si equilibreranno.
Forse si potrebbe puntare ad un sistema di ricchezza in cui non per forza la cosa più competitiva deve distruggere il mercato, ma convivere con quello esistente, ma ciò richiederebbe anche una riformulazione dell'economia per come la concepiamo.
Forse il minore lavoro delle persone genererà altri settori o li alimenterà, come il settore turistico che fino a qualche decennio fa non esisteva di fatto.
Comunque il progresso non si può fermare, è impossibile. Conviene quindi attrezzarsi per farne parte, perchè tanto i cambiamenti che avvengono prima o poi ci coinvolgono inevitabilmente, non viviamo in una sfera di cristallo.
L'esempio della strategia Covid zero in Cina d'altro canto parla da sè, alla fine si sono dovuti arrendere al cambiamento che il virus ha apportato all'umanità anche loro, non sarebbero potuti vivere nel loro Eden Covid-free per sempre.
Ultima modifica di jack9; 06/04/2023 alle 13:25
Si vis pacem, para bellum.
In un laboratorio... magari alimentato da energia Green.
ma poi, scusami, non va bene l'energia per la carne sintetica ma va bene per il più grande allevamento al chiuso di maiali fatto dai cinesi?
Il grattacielo dei maiali nato in Cina: 26 piani per l'allevamento automatizzato di suini | Corriere.it
energia ne serve lì? mi sembra di sì. è UMANA una roba del genere? no. guarda caso, i cinesi..... poi ci sorprendiamo se alcuni virus o batteri fanno salto di specie. chiudere decine di migliaia di bestie in un grattacielo....
ma sto divagando. veniamo al dunque. ha senso studiare la carne coltivata o fare ste schifezze?
allora, se queste le chiamiamo schifezze, c'è bisogno di allevamenti umani. alias: consumo di suolo, maggior dispersione dei gas prodotti (ergo, inquinamento) e l'energia serve comunque, meno, ma serve.
non c'è proprio cacchio che tenga Stefano, sotto il punto di vista etico, energetico, ambientale, la carne sintetica è un win win da dovunque la si guardi. anche lato antibiotici... già noi in Italia siamo fortunati che abbiamo regolamentazioni molto più severe sugli antibiotici, ma nel resto del mondo si mangiano carni letteralmente GONFIE... e se vogliamo, gli antibiotici sugli animali favoriscono anche l'antibiotico-resistenza, che sarà un'altra battaglia tosta da affrontare al 101%.
con questo non voglio di certo mangiarmela, ma che la si studi a dovere (e magari la si migliora) non vedo proprio perché no.
e se, a prescindere, si vieta di studiare un qualcosa, significa che siamo tornati al pre rinascimento.
Si vis pacem, para bellum.
Sulla necessità comunque di portare avanti le ricerche, non ci sono dubbi, secondo me.
Sulla "via unica" per l'alimentazione futura, ho dei dubbi.
Certo andrebbero cambiati tutti i modelli di riferimento, ma può anche essere che il sistema si riequilibri in un modo che a noi ora non appare pensabile. Le crisi punteggiano il nostro passato, e ogni volta il "mondo" si è riassestato aprendosi verso una nuova direzione.
Gli allevamenti spinti all'eccesso rispondono da noi a una domanda di carne abnorme rispetto al passato. Una volta non solo non era così ovvio mangiar carne - non tutti i giorni, per lo meno - ma soprattutto la si mangiava tutta. Certo che se da un vitello prendo solo il filetto - esagero, però per molti è così - di vitelli ne occorrono tanti ma tanti per mangiare tutti quanti. Quanto invenduto c'é nei supermercati? quanto viene recuperato per ridistribuirlo alle associazioni che operano nell'ambito della marginalità? e quanto viene invece avviato al frullatore per farne schifezze aromatizzate che vengono preferite ai tagli naturali di basso profilo?
Mangiare carne può non essere strettamente necessario, per lo meno, non tutti i giorni*; però, la volta che si decide di farlo, almeno che sia in tutto e per tutto carne. Se poi si arriva a qualcosa di alternativo in termini proteici, che possa sopperire al fabbisogno mondiale in ambiti sottoalimentati, ben venga; ma per l'occidente, in teoria il problema sembrerebbe essere in termini di salute il contrario: mangiare meno carni per migliorare la dieta, quindi potrebbe essere la volta buona per dare un colpo al cerchio e uno alla botte. I maiali inquinano? bene, pochi, ma buoni!
* ci tengo a precisare: sono onnivora, aborro i talebanvegetariani, però effettivamente mangio carne quando ne sento la voglia, per il gusto di mangiarla. Non ne farei a meno totalmente, ma non vedo come una tragedia il ridurne il consumo.
Sì Jacopo, in sostanza condivido.
POi, comunque, intendevo quello che si è detto nei post, dubito si arriverà a sostituire completamente la carne attuale, ed è verissimo che nei paesi europei c'è una regolamentazione ben più rigida sugli antibiotici di molti altri paesi extra-UE (e non solo, anche sul famoso glifosate).
Però magari qualche terreno in meno, pensavo, potrà essere usato per coltivare prodotti non food, cioè destinati ad altro (esempio, bioetanolo)
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