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nucleo
E il contratto finisce in tribunale, di Marco Travaglio
da la Repubblica del 1 marzo 2006
"Egr. on. dott. Silvio Berlusconi, poiché non vi è dubbio che non siano stati raggiunti almeno quattro dei cinque traguardi da lei indicati nel Contratto con gli Italiani, Le invio la presente per invitarLa, esattamente come promesso nel Contratto con gli Italiani da lei sottoscritto in data 8 maggio 2001, a non presentare la Sua candidatura alle prossime elezioni politiche. In mancanza, mi vedrò costretto ad adire le competenti AutoritÃ* giurisdizionali..."
Quando il 24 febbraio, Silvio Berlusconi ha ricevuto per raccomandata questa lettera di diffida, avrÃ* probabilmente pensato al solito grafomane disturba-Vip. Ma, se l'ha fatto, s'è sbagliato. Perché l'avvocato Alessandro Frittelli che l'ha scritta e firmata, a nome di un cliente per ora anonimo, ha intenzioni serie.
Di più: ha deciso di prendere terribilmente sul serio il Contratto firmato a Porta a Porta cinque anni fa: tant'è che, essendo evidente che le promesse contrattuali non si sono avverate, gli chiede di mantenere almeno l'ultimo impegno: quello di ritirarsi dalla corsa elettorale. Il tutto a colpi di articoli del Codice Civile.
Quello con gli italiani era un contratto sui generis, nel senso che a firmarlo era stata una parte sola: Berlusconi. Gli italiani, quella sera erano fisicamente assenti. Ma ecco il colpo di scena. C'è almeno un italiano, il cliente rompiscatole di Frittelli, che ha deciso di firmarlo e, così "perfezionarlo".
L'ha fatto il 10 febbraio scorso, vigilia dello scioglimento delle Camere: ha compilato un "atto di accettazione del Contratto con gli Italiani" e lo ha inviato al proponente, il premier, ricordandogli che il patto "può essere qualificato come un'offerta al pubblico (art.1336 Cid.civ.)". Quindi, non essendo "stato da Lei mai revocato", è "giuridicamente vincolante" e, come ogni contratto, sottoposto alla possibile verifica della magistratura. Cioè, visto visto che Berlusconi risiede lì, del Tribunale civile di Milano, a cui Mister X minaccia di rivolgersi se il premier confermerÃ* la sua ricandidatura.
"Ho studiato a lungo le leggi in materia - spiega l'avvocato Frittelli - mi sono consultato con colleghi e giuristi e sono giunto alla conclusione che Berlusconi non era tenuto al rispetto di quattro dei cinque punti del Contratto. Ma alla promessa di ritirarsi nel 2006 se avesse mancato quei fatidici quattro impegni. Visto che, secondo gli esperti, probabilmente nemmeno uno di quei traguardi è stato tagliato, la conclusione si ira da sé: il premier non può ricandidarsi. Altrimenti dal 5 marzo potrebbe considerarsi inadempiente e, in quanto tale, portato in giudizio".
Mister X e il suo legale gli hanno inviato la lettera di diffida proprio per metterlo sull'avviso: attenderanno fino al 6 marzo e poi, se - come pare piuttosto probabile - Berlusconi si ricandiderÃ*, partirÃ* la richiesta del Tribunale perché "accerti il suo inadempimento al Contratto con gli Italiani" e ne ordini il rispetto. Cioè il ritiro della candidatura. In nome del popolo italiano.
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