Mi ponevo una domanda,leggendo gli ultimi commenti sugli aspetti linguistici:
dunque in Italia abbiamo due macroaree in cui i dialetti tendono a sopprimere le vocali a fine parola,
a nord tutta l'area padana e ligure ( con la parziale eccezione di Veneto e Liguria) e nell'alto mezzogiorno.
Invece nel basso mezzogiorno e nel centro dell'Italia le vocali finali sono chiare.
Chissà da cosa dipende questa particolarità.
Ultima modifica di EnnioDiPrinzio; 16/11/2019 alle 13:47
Impossibile da capire, perché a volte anche nei paesi vicini cambia.
Nella zona di Fondi, Monte San Biagio, Campodimele, Sperlonga e Terracina (prov Latina) le vocali subiscono turbamenti o finali o anche dentro la parola, ma poi il vicino comune di Lenola non ha alcun turbamento e le vocali si sentono perfettamente tutte.
Più giù, vicino dove sono io, a Formia,Gaeta, Itri, la vocale finale diventa "e" indistinta, ma al mio paese e altri comuni vicinissimi a questa zona le vocali si sentono perfettamente.
Parlo della parte centro Sud della provincia di Latina, tutti comuni appartenuti al Regno di Napoli tranne Terracina, che invece era "papalina".
Anche in altre zone d'Italia ci dovrebbero essere similitudini.
Anche in prov di Frosinone ci possono essere paesi con turbamenti della vocale finale che diventa "e" indistinta e magari un piccolo comune vicino dove invece le vocali sono udibili, tutte.
Sul piano culturale i "pontifici" si sentono laziali a tutti gli effetti, anche se non sempre si sentono legati a Roma, mentre i "borbonici" a volte guardano con simpatia alla cultura napoletana, a volte a quella romana o ciociara (io appartengo a questo secondo gruppo).
Addo' arrivamo, mettemo glio' pezzùco
Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
Ho vaghi ricordi universitari: il Centro Italia continuò a essere l'area più influenzata dal sostrato latino, anche dopo che il latino era caduto in disuso; non ricordo i motivi, ma ricordo chiaramente che le "u" e le "o" finali di diversi dialetti umbro-laziali sono di chiara derivazione latina. Invece non so assolutamente quale sia il collegamento tra le "u" finali delle aree umbro-laziali e quelle dei dialetti di tipo siciliano, ma penso che sono fenomeni tra loro indipendenti.
Per l'Alto Mezzogiorno non lo so, è un'area enorme caratterizzata dalla vocale finale indistinta (la e muta). Io ho sempre pensato che fosse di derivazione francese. Anche se c'è da fare una distinzione, al Nord la vocale finale diversa da "a" è tagliata di netto, mentre nell'Alto Mezzogiorno e parte del Centro è proprio una "e" muta, paragonabile a un'autentica vocale a sè stante.
Infatti anche in alcuni comuni del Lazio appartenuti allo stato Pontificio si sente questa "e" finale che si chiama "schwa velarizzato".. es vicino Frosinone frasi tipo "Ce steue la carne ngime aglie tauline" (c'era la carne sopra al tavolino) cosi come si sente in alcuni comuni borbonici.
Ma anche i comuni borbonici come scrivevo su hanno dialetti con vocali fortemente percepibili in tutte le parole (anche al mio paese)
La frase suddetta, da me, ai confini con la Campania e 45 minuti d'auto più a sud, sarebbe "Ci stea la carna ngoppa aglio taolino". C'è un miscuglio laziale - campano, ma le vocali ci sono tutte..
Per il Lazio dipende dall'occupazione dei Longobardi, soprattutto nelle zone interne (e questo ha portato a vocali percepibili) e dei bizantini lungo le zone costiere o nei suoi pressi (che hanno portato turbamenti nelle vocali). Così hanno scritto vari studiosi.
Comunque anche nella Campania interna e in quella ai confini con la basilicata si possono trovare dialetti con le vocali tutte udibili.
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Luccicantella calla calla, mitti fuoco alla cavalla, la cavalla dé glio' ré, luccicantella mmàni a mmé!!
...e' assodato che ci sia un confine piu' o meno ufficiale dell'ulivo (con qualche enclave qua e la')..ma il confine della mozzarella di bufala dove e' precisamente?...presumo che verso nord ,come la parlata ,non coincida con i confini politici tra Lazio e Campania...verso sud si puo' affermare che e' fino ad Agropoli?
Esattamente.
Quelli dell'attuale provincia di Latina spesso si "scornano " con i ciociari e chiamano questi ultimi con vari epiteti, mentre i ciociari ci chiamano "bufalari ", proprio per il discorso della mozzarella.
Da me tra l'altro si trovano ancora pastori che portano a,pascolare pecore e capre , cosa che in Campania non esiste.
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