
Originariamente Scritto da
Massimo Bassini
Sarà anche chiarissimo, ma dimostri di non aver capito.
Provo a riassumerlo in modo schematico:
1. la vendita di un cespite è una misura una tantum
2. le misure una tantum non possono essere conteggiate nel deficit perchè misure non strutturali; il deficit deve derivare solamente dalla differenza tra entrate e uscite.
3. I cespiti possono abbattere il debito pubblico; quindi incidere (in misura dipendente dall'ammontare del valore dei cespiti) sugli interessi passivi
4. Se utilizzi l'avanzo derivato dalla vendita dei cespiti per ridurre le entrate (taglio delle tasse, come suggerisci) o aumentare le spese il risultato sarà che il deficit aumenta, non diminuisce (per esempio è uno dei rilievi che qualcuno ha mosso alla finanziaria 2008).
5. In conseguenza del punto 4 l'anno successivo il debito ricomincerà ad aumentare.
Chiaro adesso?
A meno che ovviamente non mi si venga a dire che i cespiti assommano ad un valore pari alla metà del debito pubblico e che c'è già la fila dei compratori .....
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