Dunque riassumiamo:
1. hai come "ideale" un dittatore
2. hai come "ideale" il governo di un Paese sottoposto a embargo da decenni
Io ho indicato in "masochistico" chi ha questo "ideale" come forma di governo e situazione economica e manco di rispetto ...
Ora poichè non ho detto "idiota" o "fesso" (visto che, peraltro, questo termine lo hai introdotto tu) magari ti verrà voglia di spiegare cosa ci sia di positivo in queste 2 situazioni e perchè dovrei augurarmi le medesime per il mio Paese.
Io non parlo di filosofia, di lontani ideali fondanti ecc. ecc. ecc.
Parlo di realtà delle cose: una dittatura e un'economia distrutta dall'embargo.
Neutrofilo, normofilo, fatalistofilo: il politically correct della meteo
27/11: fuori a calci i pregiudicati. Liberazione finalmente.
Cerchiamo però di inquadrare le cose in prospettiva storica. L'ho detto un'altra volta, sempre parlando di Castro: il suo principale limite (storico) è quello di non essersi reso conto, a metà anni '80, che il mondo stava cambiando. Che Cuba non era l'unico stato dove si potesse vivere decorosamente (ebbene sì) in mezzo a sfasci di dittature sanguinarie e torturatrici finanziate, stipendiate, promosse, volute, mantenute e protette dagli USA.
E' vero che non c'era gran libertà di stampa a Cuba. Ma è vero che a Cuba sanità e sitruzione sono sempre state molto più elevate che altrove. E che negli stessi anni nei quali a Cuba si costruivano ospedali, Stroessner, dittatore paraguaiano finanziato dagli USA, faceva mangiare i suoi oppositori dalle formiche carnivore.
Se noi ci dimentichiamo di questo non potremo mai capire cosa è stata Cuba.
Ma quella situazione, come dicevo, è cambiata alla metà degli anni'80. Eliminati i generali argentini (quelli che buttavano i dissidenti in mare dagli aerei), il boia Pinochet, alcuni squadroni della morte sparsi qua e là per il centro America, Castro si è trovato non più circondato da dittature feroci ma da governi democratici. Dapprima timidi, poi via via sempre più solidi.
Ed è lì che la transizione non è avvenuta. Era lì che Castro doveva rendersi conto che non era un fortino assediato ma un'isola in mezzo ad altri paesi ognuno dei quali aveva i suoi casini da gestire. Invece lui, stretto dall'embargo, con l'URSS ormai in declino, per paura di aprirsi e di venir travolto ha preferito mantenere lo status di fortino assediato.
Col bel risultato di aver fatto diventare l'Isla de la revolucion un bordello a cielo aperto.
Oggi Cuba è ritornata ad essere quello che era prima di lui: il buen ritiro degli occidentali amanti di *****, avventure e casino (nonché sigari e rhum). E così finirà: da Batista al dopo Castro: il bordello degli USA che possono impiantare lì un certo tipo di attività che in casa propria sarebbero un po' troppo disinvolte.
Ma se questo è vero, non dimenticare mai che, per almeno un ventennio, il nome di Castro era associato, per tante popolazioni, alla libertà e alla possibilità di costruirsi un futuro decente.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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Meteo Besozzo
Ho parlato di prima degli anni'80. E sì, Scheva, lo so che sembra strano ma allora non si aveva la minima speranza che in Cile potesse mai affermarsi la democrazia (con una presidente donna!).
Ciò che si pensava (da parte di tanti) era che l'unico modo per buttare giù i torturatori fosse la revolucion. D'altro canto, l'sperienza di Allende era stata traumatica e illuminante. Lì c'era stato uno spiraglio di democrazia. Era stato eletto un presidente dal popolo (un socialista, peraltro, non un comunista). E, zacchete, arriva il colpo di stato finanziato dagli USA.
Quello che allora si pensava, insomma, era che la democrazia, in quella lande, non potesse mai affermarsi. Se lo faceva con i voti arrivavano i colpi di stato. Se non lo faceva arrivavano i torturatori. Non sembrava esserci altra strada.
Fu solo con la presidenza Carter (seconda metà anni'70) che si cominciò ad avvertire un certo distacco. Poi Reagan sembrò tornare indietro rifinanziando la lotta contro i Sandinisti. Invece la breccia era aperta. Elezioni argentine di metà '80 e da lì, timidamente prima, poi sempre meglio si è arrivati ad oggi.
Isomma, Scheva e Massimo: mai guarare al passato cogli occhi del presente. Non lo si capirebbe mai...
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Cerco di seguire il tuo discorso ma non ci riesco,però non essendo obbiettivo sui fatti del passato un po per scarso interesse sull'argomento un po per una assuefazione a certe notizie,mi riprometto di leggere notizie e fatti passati prima di dare una risposta.......Ps: nonostante molte volte non condivido le tue idee ti leggo sempre con piacere,saluti
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Meteo Besozzo
1. i nostri "ideali" democratici non rappresentano l'oligarchia politico-economica?
2. quindi,bisognerebbe prendersela con gli stati che non accettano una struttura economica diversa dalla loro (contrapposizione capitalismo-comunismo) ed attuano l'embargo.Embargo come azione di controllo e "tortura" psicologica.
Scommettiamo che quando l'economia capitalistica scoppiera' (e penso a breve soprattutto negli USA,fulcro di tale pensiero) Cuba non sara' toccata minimamente,almeno al suo interno,da questa probabile recessione?
Per quanto riguarda la vita dei suoi cittadini,a me pare che,ovviamente,ci sia molta "disinformazione creata ad hoc" dai cosiddetti media occidentali-capitalisti.
FONTE WIKIPEDIA
- Il tasso di disoccupazione a Cuba è dell'1,9%, il più basso di tutte le Americhe.[42] Dal 1980 non esiste più il lavoro minorile
- L'istruzione cubana è gratuita a tutti i livelli e garantita dal Ministero dell'Istruzione. Nel 1961 il governo ha nazionalizzato tutte le istituzioni educative private, e ha introdotto un sistema educativo statale. Il tasso d'alfabetizzazione attuale è del 100%.[24]
- L'alimentazione di base è garantita gratuitamente dallo Stato a tutti i cittadini, con particolare attenzione ai bambini in età pre-scolare[citazione necessaria]. Il consumo alimentare medio pro-capite è di 2615 kcal per persona al giorno, il tasso di malnutrizione è inferiore al 2,5%, il più basso di tutte le Americhe. [19]
L'acqua potabile è garantita al 91% dei cittadini. (2000)[20]- Nel 2005 è stata sottoscritta da circa 200 intellettuali di tutto il mondo, di cui 4 premi Nobel, una lettera per la Commissione dei Diritti Umani, in cui si sostiene che a Cuba "non c’è mai stato nemmeno un caso di desaparecido, di tortura o esecuzione estragiudiziale" e che, nonostante l'embargo, "sono stati raggiunti indici di salute, istruzione e cultura internazionalmente riconosciuti". Attualmente si contano circa 19.000 firmatari di questa lettera, sottoscritta da associazioni, uomini politici, intellettuali, di ogni parte del mondo.[15]
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CIAO TUB!
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