L’evoluzione del negazionismo interista
Articolo di Pietro Zaccarella pubblicato il 13 mag, 2010 nella sezione Calciopoli, featured. Puoi seguire i commenti articolo tramite RSS 2.0. Puoi scrivere un commento o trackback a questo articolo
“Piaccia o non piaccia, non esistono telefonate tra i vertici arbitrali e i dirigenti interisti”. Così recitava non più di qualche mese fa il PM Narducci a sostegno della sua accusa. Una frase che è nulla più che il manifesto di un’epoca calcistica, quella coincisa con la decretazione unilaterale della superiorità morale dell’Inter e con la beatificazione dei suoi dirigenti e di tutto ciò che da Moratti in giù riguardasse i colori neroazzurri.
L’assenza dell’Inter dagli imbarazzanti dialoghi di calciopoli prevedeva come premio, oltre allo scudetto cartonato e alla distruzione della sua più grande rivale, anche una revisione di tutti gli avvenimenti storici antecedenti al 2006. Così si è stabilito che senza la “la banda di truffatori” sarebbero stati dell’Inter anche lo scudetto del 2002, nonostante lo squadrone dove giocava Gresko arrivò terzo, ed ovviamente il famoso 1998, l’anno dello scontro Iuliano-Ronaldo, da tramandare ai posteri, ma anche della frana di West su Inzaghi in piena area di rigore, ovviamente da cancellare dalla storia con tecniche di staliniana memoria.
Per anni dunque mettere in discussione le virtù nobili dell’interismo è coinciso con un reato, che solo grazie ad alcuni principi della costituzione, non è diventato da codice penale, ma che ha in ogni caso condannato al confino mediatico i responsabili. D’altronde, la verità incisa nella frase di Narducci era corroborata dall’assenza di intercettazioni, e conseguentemente credere a Bergamo voleva dire mettere in dubbio la correttezza del lavoro della Procura di Napoli, nonché del Colonnello Auricchio.
Gli eventi di questi ultimi mesi, hanno clamorosamente ribaltato la prospettiva, così che i principali accusatori, i paladini del moralismo del calcio, si sono visti accusati degli stessi reati e incastrati con gli stessi mezzi del 2006. Quale reazione era dunque lecito attendersi dopo le ultime rivelazioni? Per coerenza, ci si sarebbe aspettati che le nuove intercettazioni venissero analizzate con la stessa lente forcaiola utilizzata nel 2006, ed invece abbiamo assistito ad un escalation stizzita di negazionismo, che ha toccato in alcune trasmissioni televisive dei connotati grotteschi. Dapprima la rivendicazione in mondovisione del quattordicesimo scudetto con il celebre striscione “E’ nostro, ne siamo fieri”. Sulla base di quale criterio sia “loro” non appare chiaro, visto che oltre a non essere stato vinto sul campo, sono scomparsi anche i presunti meriti morali, demoliti dalle intercettazioni che hanno fatto emergere comportamenti che nel 2006 sarebbero stati giudicati come violazioni dell’Articolo 1 del “Codice di Giustizia Sportiva”. Sul fatto che ne vadano “fieri” resta invece un problema loro, ma che certo non gli fa grande onore.
Tuttavia è ovvio che la strategia della moralità a prescindere non ha potuto reggere a lungo. Ecco dunque scattare la fase 2: ”è una questione di contenuti”. “Il contenuto delle telefonate di Moggi non è lo stesso delle telefonate di Facchetti” è stata la nuova frase in voga tra gli illustri opinionisti neroazzurri. Un concetto al quale ci sentiremmo di concordare, dal momento che mai abbiamo sentito Luciano Moggi chiedere di non fare il sorteggio per poter avere l’arbitro preferito. Tuttavia, il nuovo motto, non prevedeva un confronto ragionato sui contenuti delle telefonate, ma al contrario la pretesa che fosse così a prescindere, sulla base ancora una volta della presunta differente integrità morale dei protagonisti.
Ma venne infine la telefonata più imbarazzante di tutta Calciopoli, quella in cui Bergamo e Facchetti discutono dell’arbitro Bertini e del suo score nei confronti dell’Inter. La preoccupazione del Presidente dell’Inter è quella che Bertini, che con l’Inter ha 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte, rompa questo equilibrio con una vittoria. La rassicurazione del dirigente arbitrale e che ormai Bertini “ha imparato a camminare”. Saremmo curiosi di sapere come sarebbe stato interpretato il concetto di imparare a camminare, qualora fosse stato contenuto in una conversazione con protagonista Moggi.
A scanso di equivoci, ecco scattare la fase 3: “è una questione di tono”. Le telefonate ci sono, in alcuni casi si ammette che i contenuti siano imbarazzanti, ma il tono è diverso. Molto più pacato Facchetti, molto più aggressivo Moggi. Di conseguenza la superiorità morale dell’interismo è ancora una volta salvata. Fino alla prossima intercettazione imbarazzante, fino a quanto scatterà una nuova fase, che magari prenderà in esame il tipo di suoneria dei due dirigenti. Tutto pur di continuare a negare l’evidenza.
Pietro Zaccarella
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Quanto mi sto divertendo...scappano tutti...
Rossi:titolo 2006 non l'ho assegnato io
'Gente farebbe bene a tacere'. No comment su richiesta Juve
ansa.it 13 maggio 2010
Rossi:titolo 2006 non l'ho assegnato io (ANSA) - MILANO, 13 MAG - 'Lo scudetto 2006 non l'ho assegnato io, devono smetterla di dire queste cose'. Lo afferma all'ANSA il giurista Guido Rossi. Rossi era commissario della Federcalcio al tempo della revoca del titolo alla Juventus e dell'assegnazione all'Inter. 'Io non intervengo mai, ma c'e' molta gente - aggiunge Rossi a margine di un dibattito all'Universita' Bocconi - che farebbe bene a tacere'. Nessun commento sulla richiesta della Juventus di revocare l'assegnazione all'Inter.
Si chiama
Ultima modifica di Pisky; 13/05/2010 alle 19:33
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"Mio cugino è un'interista, Valentino è un'interista, Superman è un'interista, Candy Candy è un'interista, Robin Hood è un'intersita....."
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Beh, era ora che uscisse dal silenzio,
anche se non capisco il motivo di tutto questo tempo.....
Beh, da qualche parte qualche firma ci sarà,
uno scudetto a tavolino mico lo revocano e lo riassegnano cosi a cazzo no? Basta vedere chi ha firmato e poi vediamo che ognuno si prenda le proprie responsabilità.
peppo
Meteo Borgomanero : www.meteoborgomanero.it/
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te l'ho trovato il vero colpevole:
YouTube - Premonizione su juventus in serie B 24 anni prima
lui....ehm lei sì che aveva capito tutto!!
ciao![]()
Ah, la Pravda rosa.......
Calciopoli, dalla fuga di notizie al ruolo di Galdi e della Gazzetta - Ju29ro.com
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