
Originariamente Scritto da
inocs
Diciamo che tirano l'acqua al loro mulino, facendo una distinzione tra sostanza contaminata in modo non conoscibile (Swiatek) e sostanza certamente contaminata come fatto noto a tutti in cui ad essere non conoscibile era il somministratore (Sinner, e sulla distinzione tra prodotto contaminato e fisioterapista contaminato si gioca tutto).
Ma la vera questione è che la WADA gioca sulle interpetrazioni (ci sono sentenze in entrambi i versi), peraltro legate a codici e regolamenti diversi applicabili e all'estensione o meno del concetto di mancanza di negligenza, a riprova del fatto che tutto il mondo del diritto è un guazzabuglio spesso inestricabile, non solo - notoriamente, proverbialmente, magistralmente - quello italiano.
Senza considerare che il nuovo regolamento che entrerà in vigore dal 2027 già è previsto che non distingua prodotto contaminato e umano contaminante, parlando genericamente di fonte contaminante, così che abbiamo un ulteriore elemento in mano al collegio arbitrale, legato all'interpretazione di un fatto attuale alla luce di una regola già fissata per il futuro, che indica una direzione che si vuole seguire.
Se Sinner vince potremo dire che avrà scelto legali e consulenti di valore assoluto (quanto a pagarli, non scorgo problemi), in grado di accappottare la WADA sul piano politico/regolamentare, riconoscendogli lungimiranza anche in queste scelte; e la sua sentenza, dato il rilievo del soggetto coinvolto (il numero uno mondiale che domina campi di gioco e classifiche), sarà pietra miliare. Se invece perde, e rientra nell'ordine delle cose, sta fermo 12 mesi (periodo minimo previsto, ma siamo pur sempre in ambito legale, chissà non si inventino una sorta di attenuante).
Peraltro, se Sinner vince, gli attuali dirigenti WADA, dopo l'esposizione avuta, e sempre dato il rilievo del soggetto accusato, credo finiscano dritti a zappare i campi, e questo spiega il fiorire di dichiarazioni: la sedia scotta.
Nota a margine: io Jacques Radoux, presidente del collegio arbitrale del TAS, non vorrei esserlo, neanche per 100 milioni di euro.
Segnalibri