Purtroppo non posso che concordare, tra estate e inizio autunno anomalia che non solo non cala ma addirittura aumenta e nettamente, rischiamo di fare un ottobre '24 sopra a ottobre '23 a livello globale, il tutto con zona 3.4 enso a attorno a -1°C. Non so se ci sia qualche altro fattore che influisce, nessuno qui dentro e credo nemmeno tra gli studiosi si aspettava di essere qui al 10 ottobre 2024 con la paura di chiudere sopra ottobre 2023, questo è poco ma sicuro. La previsione per i prossimi giorni è di un ulteriore aumento dell'anomalia
e continua lo stesso ad essere pienamente in linea con le proiezioni dei modelli, anche se con questo finale di anno così caldo la differenza con l'anno di sviluppo del nino potrebbe non essere troppo diversa da quella del passato, l'anomalia del 2023 chiaramente non è rientrata.
Notare che le anomalie post 2015 rimangono prevalentemente sopra il trend 1970-2010, abbiamo quindi un accelerazione rispetto a quel trend lineare ma se fosse continuato portava al minimo aumento di temperatura previsto dai modelli nei prossimi decenni.
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Intanto è finalmente e definitivamente(?) morto l'argomento che il riscaldamento artico aumenta le ondate di freddo alle medie latitudini, in effetti l'estremo minimo annuale (TMn) è in aumento e il numero di giorni sotto il 5° percentile(TM5p) in calo, in linea con le proiezioni dei modelli, c'è comunque molta variabilità percui possono capitare specie a livello locale periodi anche lunghi in controtendenza ma gli estremi di freddo si stanno riducendo come atteso.
RealClimate: Cold extremes do in fact decrease under global warming
Ultima modifica di elz; 10/10/2024 alle 13:52
nuovo studio sulla fluttuazione del 2023, è rara ma consistente con l'enso nelle simulazioni preindutriali, esempi antecedenti sono ancora una volta il 1957-58 e il 1976-77, ovviamente questo articolo sarà stato scritto tempo fa e se le anomalie attuali continuano a non recedere diventerà rapidamente difficile giustificare solo in questo modo, inoltre non si riferisce ai trend dell'ultimo decennio ma solo alla fluttuazione di breve periodo.
ACP - The 2023 global warming spike was driven by the El Nino–Southern Oscillation
e a proposito di trend di più lungo termine, un analisi multi dataset dei trend nella copertura nuvolosa dal 1984 al 2018 e del ceres sugli oceani:
https://assets-eu.researchsquare.com...f?c=1724357255
suggeriscono che i feedback dinamici sono responsabili di una gran parte della variazione dell'albedo con un espansione delle aree subtropicali a bassa copertura nuvolosa e uno shift verso nord del jet stream alle medie latitudini.
Anche un lavoro in review di Trenberth (da cui ho preso dei grafici postati in precedenza) sulla ridustribuzione del calore nell'oceano atmosfera suggerisce una simile conclusione, anche se questo lavoro pone più domande che risposte aiuta a spiegare i pattern ricorrenti nelle ssta con i massimi nelle regioni delle correnti ad ovest degli oceani:
Remarkable pattern of global warming in ocean heat content | Research Square
Ultima modifica di elz; 10/10/2024 alle 20:14
ACP - The 2023 global warming spike was driven by the El Nino–Southern Oscillation
Lo studio analizza le potenzialità affinché un evento forte di El Nino possa creare un simile picco termico globale dopo tre anni di La Nina.
Trovano questo picco afferente all'unico caso registrato nel '75/'76
Interessante l'espressione in termini di potenzialità, da parte della sola variabilità naturale, di esprimere un picco termico simile.
Tuttavia questo da solo non può escludere che nella fase di accumulo di calore durante La Nina, non vi siano stati elementi di surplus di calore indotti dal Gw rispetto a quanto assorbibile senza forzanti esterne, del resto abbiamo una campionatura troppo limitata per poterlo escluderlo.
Poi il paper mi pare non affronti il tema del rimbalzo ex post evento Nino il quale, stante un equilibrio termico, dovrebbe portare ad un progressivo rientro del bilancio energetico almeno alle condizioni quo ante
Lo studio in soldoni ci dice che Enso è il trigger di questi picchi e infatti su questo non c'erano molti dubbi
Matteo
Remarkable pattern of global warming in ocean heat content | Research Square
Infatti ecco un altro lavoro che descrive bene il cambio di rotta della corrente a getto analizzando che il maggior accumulo di calore (heat content) si sia avuto non nelle fasce tropicali ma attorno ai 40°N/S.
Questo spiega benissimo i recenti papers circa la debolezza della Cella di Hadley, la riduzione della C. di Ferrel e la traslazione del getto più a nord.
Questo è evidentemente un trend climatico.
Verosimilmente l'ultimo esordio del Nino, dopo tre anni de La Nina ha rimescolato un po' le carte ricreando una fase in cui il gradiente tra i tropici e le medie latitudini si sia al momento rinforzato.
A logica dovrebbe trattarsi di una forzante soggetta a graduale stemperamento per effetto delle forzanti antropiche fin qui operanti e non da ultimo le stesse correnti oceaniche
Matteo
E' mai stato davvero un argomento al di fuori di qualche blog americano (ma sappiamo come in USA la varianza invernale sia maggiore)?
Io, da banale mente statistica anche prima di appassionarmi come ora, non ho mai ravvisato dati che evidenziassero questo fantomatico "aumento delle ondate di freddo estremo" nemmeno negli anni 2015-2020 dove qualcuna se ne è vista sia in Europa sia in USA.
Una precisazione: lo studio parla di probabilità, che è diverso da "causazione", tra l'altro sono probabilità minime (1% o 10% se consideri una prolungata fase di Nina precedente). Questo significa che tale studio ha solo evidenziato che esiste la possibilità di un simile spike delle temperature globali dopo una prolungata fase de La Nina non appena c'è un episodio di El Nino, ma non dice nulla circa il fatto che l'aumento del 2023 sia causato da questa fluttuazione naturale, potrebbe esserlo come anche no. Hanno solo condotto una simulazione coi modelli che ha restituito un possibile pattern globale delle anomalie simile, ma ancora una volta ciò non dimostra che tale spike sia dovuto ad una fluttuazione naturale.
Questo per mettere i puntini sulle i, allo stato attuale si sta ancora indagando.
Comunque tu proprio non ce la fai a pensare che, in questo specifico caso, la variabilità naturale sia più influente del GW e dell'apporto antropico...aggiungo: tutti i paper ragionano e traggono conclusioni in termini di probabilità/correlazioni....quasi.mai chiudono con certezze assolute.
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