E' sempre facile ironizzare: non è la copertura invernale il termometro della situazione, ma quella primaverile
http://assets.climatecentral.org/ima...-1967-2013.jpg
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
infatti l'ironia attuale (visto le temperature globali) è rivolta agli appassionati del nivometro invernale.
Ma credo fosse una battuta per sdrammatizzare....
dato che nevica da -50 C° a +1 C°....., è evidente che se aree che prima erano a temperature più rigide ma con meno "precipitale water" nella colonna ora sono in una fascia meno gelida ma con più umidità la neve ne cade a bizzeffe...
D'altra parte nulla si crea e nulla si distrugge meno criosfera perenne=più criosfera in rapido turnover stagionale.
La situazione primaverile invece è molto più rappresentativa perché in questa stagione le nevicate avvengono vicino ai limiti termici...e quindi molte aree sono entrate in zona più acqua meno neve.
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Ho imparato negli anni che discutere di meteo e cambiamenti climatici con chi si è avvicinato a questo hobby per amor di freddo e neve...alla fine è tempo perso.
Esattamente....condivido
La neve è indicativa dello status termico, laddove la maggior parte delle nevicate avviene al limite con la pioggia (range termico -1/0/+1)...zone come l'Italia e la stessa PP, per esempio
Ma laddove, se anche le T aumentano di 10 gradi, ma si resta sempre sottozero, la neve cade comunque e magari anche più abbondante...ma intanto questo non toglie che l'aumento termico c'è ed è importante
Dovremmo cominciare a ragionare in termini di giorni di permanenza di neve al suolo che, alla fine, è la misura più eclatante in certi climi. Quest'estate, in Polonia, sentivo la guida del parco che ho visitato che parlava di quanto il riscaldamento fosse aumentato (anche) lì da loro e lo esprimeva non in gradi o altro, ma proprio in termini di giorni con neve al suolo. Solo che credo manchino i dati, sia attuali che storici. E poi è sempre una misura un po' aleatoria: a nord e all'ombra un po' di neve rimane sempre.
Tutto il resto lascia il tempo che trova. Dire che nell'anno X di cent'anni fa caddero 50 cm come quest'anno (per esempio) in PP, è un dato molto parziale se, cent'anni fa, in seguito a quella nevicata, il panorama rimase bianco per un mese e quest'anno (sempre per esempio) per due giorni. Solo che per i cm di neve caduta abbiamo solidi dati anche antichi. Per il resto, purtroppo, mi pare di no.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Usciti i dati NOAA, preceduti, ieri dai lanci di agenzia sulla stampa di mezzo mondo. Settembre 2015 batte per l'ennesima volta il record: mese più caldo dal 1880 a oggi. +0,90 l'anomalia a livello globale, in un mese che ha segnato il record storico anche per le temperature marine globali. Per la terraferma, pur avendo registrato il più caldo settembre di sempre, non si tratta del mese più caldo in assoluto.
Primo anche l'emisfero settentrionale, secondo quello meridionale. In pratica l'unico comparto che non registra record è la terraferma dell'emisfero Sud che, piazzandosi quinta, non fa segnare il record per l'emisfero australe in generale.
Inutile dire che il periodo GEN-SET risulta il più caldo di sempre: su 9 mesi, solo due (Gennaio e Aprile) non sono stati record. Tutti gli altri sì. Anticipando i dati che poi metterò nel riepilogo, perché questo 2015 non risulti record sarebbe necessario mantenere, nel trimestre rimanente, una media di 0,39. Considerando il Nino, e considerando che la media GEN-SET viaggia a +0,85, possiamo concludere che ci vorrebbe veramente un meteorite o un Pinatubo globale per non registrare l'anno più caldo di sempre.
Qui la mappa dei percentili, dalla quale si evince che la gran parte della fascia intertropicale ha fatto registrare record assoluti di caldo. Segnalo la zona mediterranea orientale che ci riguarda molto da vicino. E segnalo, anche se probabilmente è superfluo, l'ennesima riconferma delle due situazioni che stanno condizionando pesantemente clima e meteo dei nostri paraggi: il caldo della zona ovest americana, e la falla, il cold blob, come lo chiama qualcuno, in pieno Atlantico a sud dell'Islanda. E', questa, un'anomalia che sta cominciando ad avere caratteri permanenti e, come ben sapete, è causa di forte interesse e preoccupazione. Potrebbe essere che, dopo tanto parlare negli anni passati degli effetti del riscaldamento globale sulla Corrente del Golfo, alla fin fine cominciamo a vedere qualcosa. E non si tratta di iceberg al largo della Bretagna....
Qui sul cold blob
Why some scientists are worried about a surprisingly cold ‘blob’ in the North Atlantic Ocean - The Washington Post
e qui la mappa dei percentili .
201509.gif
Ultima modifica di Jadan; 22/10/2015 alle 10:30
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
~~~ Always looking at the sky~~~
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Tra l'altro l'innevamento sull'Eurasia influenza notevolmente anche il clima italiano....è un feedback positivo l'assenza (o la ridotta) neve al suolo di zone come la citata Polonia...
Scusa Marco, perche' secondo te e' quella primaverile ?
A parte che se guardi bene il grafico e' piatto dal 1987 in poi .... ti ricorda qualcosa ? magari l'aumento di insolazione netta da quegli anni ? .... il black carbon poi puo' darci qualche altra idea.
Ogni stagione ci racconta qualcosa della situazione climatica non c'e' una "stagione preferita", l'Inverno e' la stagione della neve e questa non sta subendo variazioni da ormai 60 anni, si sparge nel NH come si e' sempre sparsa, nelle stagioni assolate e' calata da dopo l'85, in autunno aumento:
P.S. a qualcuno che mi pare non abbia capito cosa e', non si tratta di quantità ma di estensione sul territorio.
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