Cominciamo a vedere un po' di dati. I due grafici che seguono (fonte NASA) sono i dati dal 1990 (grafico in alto) e dal 2010 (in basso) suddivisi per stagioni meteo. L'autunno (A) è dato da Set-Ott-Nov, in più, linea nera, è riportata la media annuale.

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Questo invece il grafico dal 2010.

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Si nota come il pivot della variabilità sia stato dato dall'inverno. Se guardiamo la tabellina che segue, e che riporta i valori minimi e massimi delle 10 serie (le 5 del primo grafico - 26 anni) e le 5 del secondo (6 anni), vediamo come, dal 2010, l'inverno sia passato da un minimo di 0,50 ad un massimo di 1,21, totalizzando una differenza tra massimo e minimo di ben 0,71 gradi. L'estate, invece, pare essere stata la stagione con meno variabilità: da un minimo di 0,60 ad un massimo di 0,85: solo un quarto di grado.

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Notare infine, nel grafico, i valori declinanti dell'autunno 2016: sono i primi che, negli ultimi anni, diminuiscono e, essendo gli ultimi, mostrano un ripiegamento delle temperature. Piccolo e parziale: sono dati inferiori al 2015 ma ancora superiori al 2014. Con le prossime stagioni cominceremo a capire di quanto si abbasserà la temperatura, e forse potremo capire a quanto sia arrivata la temperatura "di fondo", quella, cioè, non influenzata direttamente e marcatamente da fenomeni ciclici come l'Enso.