Lucca
Pistoia
Prato
Firenze
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Ancona
Pescara
Terni
L'Appennino settentrionale nel periodo freddo (novembre-aprile) ha una forte piovosità, con mesi ben sopra i 100 mm. Alle quote collinari (200-600 metri) ci sono ovviamente molti giorni di pioggia pura, con libeccio o scirocco senza commistioni fredde, ma altrettanti di neve quando le termiche lo consentono, il che avviene con buona frequenza salvo inverni e tardo-autunni particolarmente sfigati. Località come Pontremoli (Lunigiana), Castelnuovo in Garfagnana, Vernio in Valbisenzio, tutte quelle del Mugello e dell'alto Casentino, non hanno molto da invidiare alle corrispondenti località basso-appenniniche dell'Emilia Romagna o quelle di quota collinare dell'Italia settentrionale.
Magari c'è una differenza importante: la neve al suolo, salvo annate particolarmente fredde, tende a resistere poco, molto meno rispetto al nord, in quanto gli sbalzi termici con i cambi di circolazione sono molto rapidi. Questo comporta anche episodi abbastanza frequenti di piene dei fiumi (l'alluvione di quest'inverno in bassa Versilia ne è stato un esempio estremo) e di gelicidio.
Ho votato Pistoia ma sono indeciso tra Pistoia e Ancona tra quelli elencati.
Anche se sicuramente,tra quelli non elencati, Vasto direi che batte tutti...ma ovviamente non è capoluogo di provincia.
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Ascoli Piceno secondo me è il più nevoso,
poi andrebbe aggiunto all'elenco la periferia di Perugia posta sulla valle del Tevere a 200 metri di quota, la stazione meteo più vicina è quella dell'Aereoporto di Sant'Egidio, nevica con cuscinetto, con il rodano e con sfondamenti da est anche se dalla mia esperienza di "adriatico" nei viaggi settimanali tra Fabriano, dove abitavo prima del 2001 e Prato, la pianura di Perugia era già oltre il limite ovest della neve.
Quanto a Prato, confermo più o meno a memoria l'elenco di Albedo e le sue valutazioni sulle differenze di nevosità tra Firenze, Prato e Pistoia ma da pratese del terzo millennio (ci vivo dal 2001 quindi non ho ricordi di quanto accadeva negli anni '80), mi sono reso conto che gli abitanti considerano neve episodi che in altre città non sarebbero notati e ricordati.
Per i dati sulle temperature e nevosità di Ancona va considerato che la stazione meteo dell'aereoporto è posta qualche km all'interno, lungo la valle dell'Esino, quindi rientra sicuramente nelle caratteristiche utilizzate per questo confronto ma le temperature e la frequenza di nevicate sono differenti rispetto ad Ancona città, è come se per i valori di Prato considerassimo Vaiano.
Ultima considerazione che vale per tutte le città interne del centro italia così come per le località alpine, l'orografia così complessa fa sì che la frequenza e gli accumuli di neve cambiano considerevolmente in poche decine di metri di altezza o in qualche km di distanza, in genere le città che si sono sviluppate fino a diventare capoluoghi di provincia sono quelle poste nelle posizioni più favorevoli anche climaticamente, quindi in genere nei posti meno nevosi rispetto al territorio circostante. Tutto ciò non ha avuto invece grande influenza nella pianura padana, dove le differenze climatiche non hanno rappresentato un fattore importante per lo sviluppo o il declino delle città.
Ho votato Pistoia. Sarebbe interessante avere dati misurati oltre che idee.
Le uniche città dell'Italia centrale di cui dispongo di serie storiche lunghe sono Pesaro e Urbino: la prima è sotto i 10 cm (Osservatorio Valerio), la seconda sfiora gli 80 (Università), ma siamo a 450 m....
Marco Pifferetti Albinea - Reggio E.
http://marcopifferetti.altervista.org/index.htm
Ti posso dare quelli di Prato, come peraltro ho già fatto.
Questa è la media di accumulo annua per decennio in cm:
Anni 50---> 12,7
Anni 60---> 12,3
Anni 70---> 4,6
Anni 80---> 7,9
Anni 90---> 5,4
Anni 00---> 10,8
Questi sono dati medi per la città, tieni conto che la nevosità (come la piovosità) diminuisce procedendo da nord-ovest verso sud-est, quindi andando da Pistoia verso Firenze. Come precipitazioni, la stazione di Prato Galceti (estremo nord-ovest) è poco sotto i 1.100 mm annui, quella mia attuale che si trova a Prato est è sui 970 mm annui. Nel febbraio 1991 le periferie di Villa Fiorita, S:Lucia, Maliseti hanno accumulato intorno ai 40 cm, io a casa mia solo 28.
Per Pistoia, che ha una piovosità intorno ai 1.300 mm e una migliore tenuta dei cuscinetti, aggiungerei almeno 8-10 cm a quei dati postati sopra, mentre Firenze raccoglie meno sia di Prato che di Pistoia, sia per la minore piovosità complessiva che per l'impatto maggiore dell'isola di calore.
Ultima modifica di albedo; 25/01/2010 alle 00:50
L'aeroporto di S. Egidio è a 204 m, quota collinare! Anche 150 m di differenza sono un'infinità, soprattutto se consideriamo gli accumuli (meno per la frequenza che è pressapoco la stessa).
Non credo che i pratesi abbiano tanta memoria per la neve, non gliene può fregà de meno, per dirla franca. Siamo io e i pochi sparuti frequentatori del forum che siamo malati e ricordiamo ogni fiocco. Anzi, io li appunto proprio, e da tempo immemorabile.
Quanto al resto delle considerazioni non si può che condividire. Anche se non penso che la neve abbia assunto un ruolo storicamente decisivo alle nostre latitudini, rispetto per esempio all'abbondanza d'acqua, quindi vicinanza a un fiume con relativa falda. L'industria tessile pratese si è sviluppata soprattutto grazie alla possibilità di attingere acqua per le lavorazioni della filiera, in particolare il processo di tintoria. E l'abbondanza d'aqua, oltre al clima umido e poco ventoso (rispetto a Prato che è molto ventosa), ha favorito lo sviluppo del vivaismo a Pistoia.
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