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  1. #11
    Brezza tesa
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    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Citazione Originariamente Scritto da aquila Visualizza Messaggio
    [...] la "logica" infatti ci porterebbe a dire che quelle differenze di spessori al suolo siano impossibili. [...]
    E invece no, secondo me quelle differenze di spessori non sono logicamente impossibili, per due motivi:
    a - l'andamento "schizofrenico" del manto nevoso, con grandi fusioni e grandi accumuli, è tipico di molte aree borderline (se così i possono chiamare) come ad es. Giappone centrale, Grecia e ovviamente Appennino.
    b - stando ai dati termometrici del 61/62 ci furono periodi discretamente lunghi con massime anche superiori ai 10°C e minime di 4°C a Roccacaramanico, considerando che, visto il clima dell'area, la neve fresca avrà avuto una densità molto bassa è più che lecito aspettarsi poi grandi assestamenti in poco tempo.

    A me non stupisce la nevosità dell'area, ne gli spessori che si possono raggiungere, a me stupisce quel particolare valore. E ho solo tentato di ragionarci su, documentando come meglio potevo i miei ragionamenti.

    Citazione Originariamente Scritto da aquila Visualizza Messaggio
    Di fronte all'impotenza però di discernere il vero dal falso a distanza di 50anni dall'evento, forse ci si rassegna a prendere quei numeri così come sono e limitarsi a citarli.
    In realtà proprio impotenti non siamo... in teoria una copia cartacea delle schede di rilievo dovrebbero esserci a Roma da qualche parte, bisognerebbe solo andare a cercare.

  2. #12
    Rws
    Ospite

    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Citazione Originariamente Scritto da aquila Visualizza Messaggio
    Posso dire per esperienza che i dati idrografico sono pieni di valori "contraddittori" o "dubbi", e ciascuno può darne delle interpretazioni soggettive, anche molto sensate o realistiche, ma probabilmente anche molto distanti da soggetto a soggetto, e quanto distanti o vicine alla realtà nessuno può dirlo. Il pericolo risiede infatti nell'ovvio rischio di andare a valutare "sulla carta" eventi che non abbiamo vissuto direttamente, ma che analizziamo a distanza di 50 anni, attribuendo "pesi" più o meno importanti ai diversi indicatori, parziali, che abbiamo a disposizione. Certo, in tutta onestà, è indubbio che il Col.Bernacca avesse a portata di mano dati, testimonianze, evidenze, conoscenze sugli eventi osservati, molto più "freschi" dei nostri... quindi, pensare ad un suo errore, è sì lecito, ma anche, forse, meno probabile di eventuali nostre errate conclusioni per il fatto di essere quest'ultime basate su ipotesi giocoforza approssimative e soggettive.
    Personalmente sono giunto alla conclusione di non "battezzare" un dato idrografico come buono o errato, ma semplicemente lo prendo se c'è, non lo prendo se non c'è. Senza giudicare, e ammettendo che ciascuno possa farsi la sua idea a riguardo.
    Fatta questa premessa, vorrei aggiungere un pò di carne al fuoco, mettendo due tabelle sul manto nevoso a roccacaramanico e località limitrofe, compresa la valle peligna (poi con calma si può parlare anche di Pacentro...), negli anni 1962 e 1956.
    In particolare vi invito ad esaminare il gennaio 1962.... al cospetto del quale il dicembre 1961 "da record" impallidisce, e il febbraio "del secolo" (1956) sparisce completamente. ...per non parlare del "eccezionale" inverno 2005...
    Certo si può obiettare sulla veridicità tanto del rilevamento del 1962 quanto del 1956... la "logica" infatti ci porterebbe a dire che quelle differenze di spessori al suolo siano impossibili. Parliamo infatti della nevicata del secolo, e di un qualunque gennaio degli anni 60 che nessuno ricorda. Di fronte all'impotenza però di discernere il vero dal falso a distanza di 50anni dall'evento, forse ci si rassegna a prendere quei numeri così come sono e limitarsi a citarli.

    Allegato 202088Allegato 202089
    Certo che gli annali contengono errori. Ma è proprio approfondendo e studiando i documenti disponibili si può arrivare a qualche più o meno lecita conclusione.
    Allo scopo credo sia molto utile leggere questo documento relativo ad uno studio di nevosità in Emilia Romagna, dal quale ben emergono le difficoltà ma anche gli "accorgimenti" per superarle.

    https://docs.google.com/viewer?url=h...o%2520Reno.pdf

    D' altra parte, se volessimo rinunciare ad indagare su eventi di appena 50 anni fa comunque rilevati, non vedo perché ed in qual modo potremmo indagare su eventi molto più lontani nel tempo. Ad esempio non avrebbe senso parlare di global warming perché nessuno di noi era presente 200 o 300 anni fa. Erano sicuri i rilevamenti di allora? Non se ne esce più...

    Nello specifico, ho parlato di un errore ma, se non fossi stato chiaro, secondo me si tratta esclusivamente di errore tipografico. Non credo assolutamente ad un errore di Bernacca, che a mio parere, se avesse saputo davvero di 340cm, non avrebbe relegato la cosa all' ultima riga dell'articolo sul tempo di un trimestre definito sostanzialmente anonimo.
    Aggiungo inoltre che è davvero fantasioso attribuire l'accumulo di neve ad un solo giorno quando tutte, e dico tutte!, le stazioni di Abruzzo e Molise registrarono precipitazioni in tutti i 4/5 giorni dell'episodio.

    Mi fermo qui per ora, domani vedrò di fare altre considerazioni sul 1962, 1956 ed anche sul 2005.

  3. #13
    aquila
    Ospite

    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    concordo, è chiaro che l'intento di tutti noi è cercare di far luce per quanto possibile su questo evento affascinante, usando gli strumenti a disposizione, nessuno avendo "ragioni" da far valere verso altri o record da rivendicare I dubbi sono leciti, e non è oggettivamente semplice scioglierli.
    Ad esempio, esaminando le tabelle nivometriche degli annali idrografico per diverse località abruzzesi dal 1950 al 1999, ho rilevato grosse discrepanze fra i risultati ottenibili calcolando gli accumuli nevosi sulla base dei "mm di neve sciolta al pluvio", e, da quando disponibili, cioè dal 1971, le misure dirette in cm della "quantità di neve caduta nel mese". Con il primo metodo si commette subito una prima approssimazione "scegliendo" il rapporto di conversione fra mm di neve sciolta e cm di neve accumulata al suolo... Solo su questo aspetto bisognerebbe aprire una discussione. Inoltre, soprattutto per nevicate consistenti, crescono le probabilità che il pluviometro non riesca a raccogliere, e a sciogliere, tutta la neve caduta, e qui parliamo di nevicate da "qualche" metro di neve in un giorno. Insomma, solo un METICOLOSO monitoraggio basato su rilevamenti dello spessore al suolo ad intervalli max 6-8 ore effettuati durante la precipitazione, prendendo a riferimento una rappresentativa area di osservazione, che non sia soggetta ad accumuli o ablazioni eoliche, avrebbe potuto garantire misurazioni attendibili, realistiche, a norma, quindi omologabili. Ciò evidentemente non è quanto compare sulle tabelle idrografico, che riportano misure di spessori al suolo a fine decade e misure di mm di acqua derivata dallo scioglimento della neve raccolta dal pluvio, parametro che, a mio parere (contestabile), non può essere usato, se non per stimare approssimativamente il quantitativo di neve caduta quando questa non è "troppa" e "troppo intensa". Ma con che approssimazione? +/-50%? Forse, per una prp nevosa delle intensità e quantità che stiamo considerando.
    Dopo aver maturato queste considerazioni, personalmente sono giunto alla conclusione che i dati fruibili dalle tabelle idrografico sono buoni in linea di massima per tracciare degli andamenti climatici in una località su un ampio arco di tempo, non per stabilire numeri attendibili in senso assoluto.
    Ad ogni modo le medie storiche esistono eccome, hanno valore, ma forse da intendersi in senso "aggregato", cioè su scala mensile/annuale. A meno di non avere una testimonianza diretta, è più difficile ricostruire a posteriori un singolo evento sulla base di dati parziali, se non accettando un ampio range di approssimazione, utilissimo senza dubbio ma inaccettabile se si ambisce a stabilire con precisione accumuli in ristretti intervalli di tempo.

    ps: molto interessante il documento sulla nevosità in emilia romagna, lo leggerò con calma.

  4. #14
    Vento forte L'avatar di terence88z
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    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Citazione Originariamente Scritto da Rws Visualizza Messaggio
    Da rimanere folgorati.
    Questo record da alla testa di ogni abruzzese che appena ne sente parlare carte alla mano le stravolge per arrivare a conclusioni incredibili.
    Provo per l'ennesima volta a correggerli

    Ecco la nevicata riportata negli archivi dell'Associazione Meteorologica Italiana

    Documento tratto dagli Annali Idrologici del servizio idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici, da dove viene fuori l'Associazione Meteorologica Italiana è un mistero.

    Il record appartiene al 17 Dicembre 1961, di 360 cm di neve caduti nell'arco di 24 ore, a cui aggiungendo i 10 cm caduti il 16 Dicembre, si arriva ad un totale di 370 cm.

    Questa è fantastica. Senza dire perchè si prende il dato di neve al suolo il 20 dicembre 370cm, si sottrae il dato di una nevicata di 10cm avvenuta parecchi giorni prima e se ne deduce che i rimanenti 360cm sono caduti tutti in un giorno. Davvero, non ho parole.


    la pluviometria risulta quindi spalmata nell'arco di tre giorni, il 17, il 18 ed il 19 Dicembre. Anche se però, il 18 e il 19 Dicembre si è certi che a Roccacaramanico non vi fossero assolutamente precipitazioni.

    Il top! La certezza dell'assenza di precipitazioni, e mi chiedo in che modo ci si possa essere arrivati, postando una carta che dice proprio il contrario.
    Ma quegli 83, 65, 53mm relativi rispettivamente al 17, 18, 19 è così difficile vederli?

    Ovviamente nel 61 non vi erano i pluviometri riscaldati

    Ovviamente c'erano, basta andare a leggere le pagine iniziali dell'annale, in cui sono elencate le caratteristiche degli strumenti di tutte le stazioni.
    A Roccacaramanico è presente solo un pluviometro registratore, quindi le misure della neve erano manuali e poi trasformate in equivalenti mm di pioggia.

    A breve la mia ricerca, quella che feci qualche anno fa e postai su altro forum.
    Ciao Rsw,
    ho letto la tua ricerca e l'apprezzo. Come vedi ho fatto il post che ti avevo promesso, ma il post lo fatto più che altro per discutere e per parlare un pò di questa località, quindi non c'è bisogno dei tuoi toni sarcastici.
    Comunque l'analisi tua è condivisibile e l'ho citato anche rispondendo ad est, a proposito di questo sembra condivisibile anche lo studio di Fazzini, che vede un accumulo di 181 cm che è ancora record italiano e europeo.
    Non ho capito però se questo record apparterrebbe al 1962 o, come ha intuito Aquila, al 1956

  5. #15
    Vento forte L'avatar di terence88z
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    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Citazione Originariamente Scritto da aquila Visualizza Messaggio
    concordo, è chiaro che l'intento di tutti noi è cercare di far luce per quanto possibile su questo evento affascinante, usando gli strumenti a disposizione, nessuno avendo "ragioni" da far valere verso altri o record da rivendicare I dubbi sono leciti, e non è oggettivamente semplice scioglierli.
    Ad esempio, esaminando le tabelle nivometriche degli annali idrografico per diverse località abruzzesi dal 1950 al 1999, ho rilevato grosse discrepanze fra i risultati ottenibili calcolando gli accumuli nevosi sulla base dei "mm di neve sciolta al pluvio", e, da quando disponibili, cioè dal 1971, le misure dirette in cm della "quantità di neve caduta nel mese". Con il primo metodo si commette subito una prima approssimazione "scegliendo" il rapporto di conversione fra mm di neve sciolta e cm di neve accumulata al suolo... Solo su questo aspetto bisognerebbe aprire una discussione. Inoltre, soprattutto per nevicate consistenti, crescono le probabilità che il pluviometro non riesca a raccogliere, e a sciogliere, tutta la neve caduta, e qui parliamo di nevicate da "qualche" metro di neve in un giorno. Insomma, solo un METICOLOSO monitoraggio basato su rilevamenti dello spessore al suolo ad intervalli max 6-8 ore effettuati durante la precipitazione, prendendo a riferimento una rappresentativa area di osservazione, che non sia soggetta ad accumuli o ablazioni eoliche, avrebbe potuto garantire misurazioni attendibili, realistiche, a norma, quindi omologabili. Ciò evidentemente non è quanto compare sulle tabelle idrografico, che riportano misure di spessori al suolo a fine decade e misure di mm di acqua derivata dallo scioglimento della neve raccolta dal pluvio, parametro che, a mio parere (contestabile), non può essere usato, se non per stimare approssimativamente il quantitativo di neve caduta quando questa non è "troppa" e "troppo intensa". Ma con che approssimazione? +/-50%? Forse, per una prp nevosa delle intensità e quantità che stiamo considerando.
    Dopo aver maturato queste considerazioni, personalmente sono giunto alla conclusione che i dati fruibili dalle tabelle idrografico sono buoni in linea di massima per tracciare degli andamenti climatici in una località su un ampio arco di tempo, non per stabilire numeri attendibili in senso assoluto.
    Ad ogni modo le medie storiche esistono eccome, hanno valore, ma forse da intendersi in senso "aggregato", cioè su scala mensile/annuale. A meno di non avere una testimonianza diretta, è più difficile ricostruire a posteriori un singolo evento sulla base di dati parziali, se non accettando un ampio range di approssimazione, utilissimo senza dubbio ma inaccettabile se si ambisce a stabilire con precisione accumuli in ristretti intervalli di tempo.

    ps: molto interessante il documento sulla nevosità in emilia romagna, lo leggerò con calma.
    Ottima analisi Stefano
    Quindi in pratica da come dici mi pare di aver capito che se si vuole fare uno studio che riguardi un singolo evento forse è meglio non dar peso a questi dati, ma se si vuole tracciare una linea ad esempio su un intera stagione invernale allora forse potremo attingere a questi.

  6. #16
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    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Citazione Originariamente Scritto da aquila Visualizza Messaggio
    Ad esempio, esaminando le tabelle nivometriche degli annali idrografico per diverse località abruzzesi dal 1950 al 1999, ho rilevato grosse discrepanze fra i risultati ottenibili calcolando gli accumuli nevosi sulla base dei "mm di neve sciolta al pluvio", e, da quando disponibili, cioè dal 1971, le misure dirette in cm della "quantità di neve caduta nel mese".
    Molto probabilmente (per non dire certamente) la discrepanza è legata al fatto che l'Idrografico misurava solamente gli spessori della neve al suolo giornalmente, la neve fresca riportata negli annali è calcolata per differenza tra gli spessori di due giorni successivi, ecco spiegata la discrepanza tra i valori. In generale, misurando la neve fresca in questa maniera, si ottengono sottostime che si aggirano tra il 25% (per le zone più a bassa quota e umide) e il 45% (per le zone più "secche" e in quota) rispetto ai dati rilevati con tavoletta pulita ogni 24h. Prova a confrontare i mm* nevosi con il dato di neve fresca riportato dagli annali moltiplicato per 1.4, e vedrai che mediamente i valori corrispondono.

  7. #17
    Rws
    Ospite

    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Citazione Originariamente Scritto da terence88z Visualizza Messaggio
    Ciao Rsw,
    ho letto la tua ricerca e l'apprezzo. Come vedi ho fatto il post che ti avevo promesso, ma il post lo fatto più che altro per discutere e per parlare un pò di questa località, quindi non c'è bisogno dei tuoi toni sarcastici.
    Comunque l'analisi tua è condivisibile e l'ho citato anche rispondendo ad est, a proposito di questo sembra condivisibile anche lo studio di Fazzini, che vede un accumulo di 181 cm che è ancora record italiano e europeo.
    Non ho capito però se questo record apparterrebbe al 1962 o, come ha intuito Aquila, al 1956
    Beh, io forse ho esagerato nei toni, ma tu parti male se più che altro per discutere proponi dati ed interpretazioni spacciandole per verità oggettive.
    Ed a maggior ragione sottolineo le tue forzature visto che tutte le notizie che ti avevo dato nell'altro post dove cominciammo a parlarne non sono state prese in considerazione.
    Comunque, tornando al tema, da

    NV 60

    Relativamente ai valori inerenti l’altezza massima della neve caduta in 24 ore - occorre sottolineare che i valori in assoluto più elevati vengono registrati nell’Appennino abruzzese-molisano ed in quello campano, con il record di Capracotta con un cumulo giornaliero di 150 cm In realtà però, da effettuazioni di misure ufficiali, anche se non disponibili negli annali idrologici, nella località di Roccacaramanico (Alta Valle d’Orta - massiccio della Maiella-Morrone) il 15 gennaio 1951 si misurarono ben 181 cm di neve, record assoluto per l’intero territorio nazionale. Nell’Appennino irpino invece, al santuario di Montevergine, immediatamente sopra la città di Avellino, ad una quota di poco superiore ai 1200 metri, sono caduti sino a 145 cm in 24 ore.

    Se non ricordo male il dato compare nel libro del Mennella Clima d'Italia.

  8. #18
    Rws
    Ospite

    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Citazione Originariamente Scritto da aquila Visualizza Messaggio
    concordo, è chiaro che l'intento di tutti noi è cercare di far luce per quanto possibile su questo evento affascinante, usando gli strumenti a disposizione, nessuno avendo "ragioni" da far valere verso altri o record da rivendicare I dubbi sono leciti, e non è oggettivamente semplice scioglierli.
    Ad esempio, esaminando le tabelle nivometriche degli annali idrografico per diverse località abruzzesi dal 1950 al 1999, ho rilevato grosse discrepanze fra i risultati ottenibili calcolando gli accumuli nevosi sulla base dei "mm di neve sciolta al pluvio", e, da quando disponibili, cioè dal 1971, le misure dirette in cm della "quantità di neve caduta nel mese". Con il primo metodo si commette subito una prima approssimazione "scegliendo" il rapporto di conversione fra mm di neve sciolta e cm di neve accumulata al suolo... Solo su questo aspetto bisognerebbe aprire una discussione. Inoltre, soprattutto per nevicate consistenti, crescono le probabilità che il pluviometro non riesca a raccogliere, e a sciogliere, tutta la neve caduta, e qui parliamo di nevicate da "qualche" metro di neve in un giorno. Insomma, solo un METICOLOSO monitoraggio basato su rilevamenti dello spessore al suolo ad intervalli max 6-8 ore effettuati durante la precipitazione, prendendo a riferimento una rappresentativa area di osservazione, che non sia soggetta ad accumuli o ablazioni eoliche, avrebbe potuto garantire misurazioni attendibili, realistiche, a norma, quindi omologabili. Ciò evidentemente non è quanto compare sulle tabelle idrografico, che riportano misure di spessori al suolo a fine decade e misure di mm di acqua derivata dallo scioglimento della neve raccolta dal pluvio, parametro che, a mio parere (contestabile), non può essere usato, se non per stimare approssimativamente il quantitativo di neve caduta quando questa non è "troppa" e "troppo intensa". Ma con che approssimazione? +/-50%? Forse, per una prp nevosa delle intensità e quantità che stiamo considerando.
    Dopo aver maturato queste considerazioni, personalmente sono giunto alla conclusione che i dati fruibili dalle tabelle idrografico sono buoni in linea di massima per tracciare degli andamenti climatici in una località su un ampio arco di tempo, non per stabilire numeri attendibili in senso assoluto.
    Ad ogni modo le medie storiche esistono eccome, hanno valore, ma forse da intendersi in senso "aggregato", cioè su scala mensile/annuale. A meno di non avere una testimonianza diretta, è più difficile ricostruire a posteriori un singolo evento sulla base di dati parziali, se non accettando un ampio range di approssimazione, utilissimo senza dubbio ma inaccettabile se si ambisce a stabilire con precisione accumuli in ristretti intervalli di tempo.

    ps: molto interessante il documento sulla nevosità in emilia romagna, lo leggerò con calma.
    Citazione Originariamente Scritto da est Visualizza Messaggio
    Molto probabilmente (per non dire certamente) la discrepanza è legata al fatto che l'Idrografico misurava solamente gli spessori della neve al suolo giornalmente, la neve fresca riportata negli annali è calcolata per differenza tra gli spessori di due giorni successivi, ecco spiegata la discrepanza tra i valori. In generale, misurando la neve fresca in questa maniera, si ottengono sottostime che si aggirano tra il 25% (per le zone più a bassa quota e umide) e il 45% (per le zone più "secche" e in quota) rispetto ai dati rilevati con tavoletta pulita ogni 24h. Prova a confrontare i mm* nevosi con il dato di neve fresca riportato dagli annali moltiplicato per 1.4, e vedrai che mediamente i valori corrispondono.
    Secondo me la questione è molto più semplice.
    Innanzitutto come ben spiegato qui
    https://docs.google.com/viewer?url=h...o%2520Reno.pdf
    gli addetti sono persone "normali", con una preparazione, diciamo così, solo di "base".
    Ma erano sempre presenti, e questo è ciò che interessa/interessava a chi poi redigeva gli annali. Quando non presenti pluvionivometri la misura della neve era sempre giornaliera, e da questa tramite coefficienti veniva trasformata in mm di pioggia (0.75 o 1 da cm a mm se asciutta o bagnata). Si potrebbe discutere a lungo sul coefficiente, e se non sbaglio esiste un topic sull'argomento. La misura del manto al suolo è invece una misura diretta a prescindere da cosa precipita, come avviene per gli operatori del meteomont. Mi sembra evidente che le misure non potevano essere eseguite nello stesso posto, e soprattutto per spessori elevati, i rischi di errori anche grossolani è tutt'altro che remoto.
    Immaginiamo l'addetto negli anni 60 in un paesino sperduto che deve misurare uno spessore al suolo di un paio di metri. Che fa? Va nei campi a fare più misurazioni e poi ne fa una media? Non credo...
    Più facile invece misurare un accumulo anche di un metro in un punto che sicuramente il giorno prima ho pulito per i dati giornalieri. Ed è su questi che io mi concentrerei, non trascurando ma dando il giusto peso alle altezze del manto nevoso al suolo.

  9. #19
    aquila
    Ospite

    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Citazione Originariamente Scritto da terence88z Visualizza Messaggio
    Ottima analisi Stefano
    Quindi in pratica da come dici mi pare di aver capito che se si vuole fare uno studio che riguardi un singolo evento forse è meglio non dar peso a questi dati, ma se si vuole tracciare una linea ad esempio su un intera stagione invernale allora forse potremo attingere a questi.
    Si Terence, e te lo dimostro con un esempio
    15 gennaio 1951, il giorno del record "ufficiale" e da tutti riconosciuto.
    Vediamo se questo record è "omologato" dai dati forniti dall'idrografico.
    Allego le tabelle termo, pluvio, nivo di quell'anno per roccacaramanico.

    14.jpg56.jpg99.jpg

    Da esse sembrerebbe che quei giorni furono tutt'altro che da record, con massime positive, e addirittura nessun accumulo pluvio proprio il 15 gennaio. Sommando poi i mm sciolti al pluvio anche nei giorni seguenti si ottengono accumuli "equivalenti" assolutamente distanti da quei 181cm di record.
    Record quindi bocciato dall'idrografico.
    Perchè crederci allora? Forse perchè citato da uno dei padri della climatologia italiana, Cristofaro Mennella? O forse perchè più "umano" e più "giustificabile"? Sconfiniamo nelle considerazioni personali, beninteso ragionevoli e razionali, lontane dall'evidenza dei numeri, giusti o sbagliati che siano, ma pur sempre l'unica fonte di dati giornalieri che abbiamo a disposizione per quegli anni. Dipende quindi a chi decidiamo di credere, secondo nostre considerazione, ripeto ragionevoli e razionali, che ci porterebbero ad escludere un risultato a vantaggio dell'altro. Stavoilta ha prevalso il Mennella sull'Idrografico, che si rifarà però qualche anno dopo sul Colonnello Bernacca

    "Personalmente", tornando alla tua domanda, non amo verificare un singolo evento sulla base dei dati idrografico, perchè, se fortunati, si otterrebbero risultati realistici, se sfortunati, come il caso sopra citato, si cadrebbe nell'oscurità più assoluta.
    Ritengo invece che quelle tabelle possano fornire un'accettabile indicazione sull'andamento climatico di una località, e non parlo di un mese o un anno, ma di decenni. Oppure per fare analisi comparative fra diverse località negli stessi periodi, ma sempre considerando dati aggregati su lunghi periodi.

    ps per Rws: hai citato il Mennella.... Sapresti mica indicarmi dove trovarlo??? Sembra proprio sparito dalla circolazione...
    Ultima modifica di aquila; 23/02/2011 alle 20:02

  10. #20
    aquila
    Ospite

    Predefinito Re: Il clima di Roccacaramanico (PE) ed il record mondiale di neve

    Una considerazione teorica sul fattore di conversione fra mm di acqua e cm di neve.
    Assumendo che la neve fresca abbia una densità variabile da 80 a 190 kg/mc (valore preso da internet Tabella Pesi Specifici dei materiali ), facendo un semplice calcolo dei volumi di neve rispetto all'acqua a parità di massa e superficie, si ottiene che ad 1mm di acqua (per noi quella misurata al pluvio) corrispondono 0,5 - 1,25cm di neve, ove il massimo corrisponde al minimo di densità per la neve. Questo è un range fisicamente ammissibile. Difficile capire poi nella realtà in quale punto al suo interno ci si va a collocare (qual'è la reale densità della neve nello specifico evento in osservazione? ...densità che cambia anche al variare dello spessore...fra le altre cose...) e si evidenziano presto le approssimazioni cui si può incorrere nel fare una conversione matematica "sulla carta".

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