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  1. #1
    Uragano L'avatar di simo89
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    Predefinito Notte serena prima di una perturbazione

    Domanda a bruciapelo: quanto conta una notte serena prima di una perturbazione invernale, nel far abbassare la quota neve?

    Perchè in un gruppo di amici stiamo discutendo della cosa e ci sono parerei contrastanti. Dite la vostra.

  2. #2
    Vento fresco L'avatar di Diego 14
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Citazione Originariamente Scritto da simo89 Visualizza Messaggio
    Domanda a bruciapelo: quanto conta una notte serena prima di una perturbazione invernale, nel far abbassare la quota neve?

    Perchè in un gruppo di amici stiamo discutendo della cosa e ci sono parerei contrastanti. Dite la vostra.
    Per me è utile! Serve per sistemare gli strati prossimi al suolo fondamentali per la neve al piano (con influenza anche sulla saturazione della colonna).
    Poi conta anche la situazione in quota: è ben diverso avere una -1 oppure una -4
    In questi giorni lo stiamo provando sulla nostra pelle

  3. #3
    Vento fresco
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Citazione Originariamente Scritto da simo89 Visualizza Messaggio
    Domanda a bruciapelo: quanto conta una notte serena prima di una perturbazione invernale, nel far abbassare la quota neve?

    Perchè in un gruppo di amici stiamo discutendo della cosa e ci sono parerei contrastanti. Dite la vostra.
    Secondo me conta soltanto in alcuni casi particolari, quando c'è bisogno di aggiustare la colonna prima di una nevicata da cuscino (con richiamo caldo in quota).

    La nevicata del 28 è un caso da manuale, nonostante l'irruzione artica con -4 a 850 hPa, al suolo c'era piuttosto caldo fino alla sera del 26, poi con la notte serena la colonna si è aggiustata e i terreni erano ancora parzialmente ghiacciati quando ha iniziato a nevicare.

    Diventa irrilevante in caso di nevicata da irruzione fredda o quando le temperature sono già molto basse in partenza, ma in casi specifici può fare la differenza.

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    Ultima modifica di snowaholic; 03/01/2021 alle 18:46

  4. #4
    Burrasca L'avatar di paxo
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Per le zone come la mia dove nevica solo con irruzioni fredde (con qualche eccezione) non conta niente. L'anno scorso o due anni fa ho avuto una massima di 20 gradi in tarda mattinata con vento di caduta e la sera ha nevicato

  5. #5
    Uragano
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Come hanno già detto sopra, diciamo che è utile eccome, anche per Roma ho 2 esempi: 23 gennaio 2004 e 17 dicembre 2010, in entrambi i casi la notte serena e la copertura nuvolosa giunta all'alba sono state il là per avere le 2 leggere nevicate.
    Come ha detto anche Paxo, in caso di afflusso diretto di aria fredda è ininfluente, diciamo che vale per nevicate da sovrascorrimento

  6. #6
    Vento forte L'avatar di Federico Ogino
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Ovviamente qui conta non poco visto che le nevicate da irruzione sono cosa molto rara, qui l'ultimo caso nel tempo è del 25 febbraio 2018. Nelle nevicate da irruzione fredda ovviamente conta poco se prima c'era una notte serena. Per giunta, in quel caso, la notte tra il 24 e il 25 febbraio trascorse coperta.

    E' anche vero che non è detto che nevichi solo con notti serene antecedenti alla nevicata, può nevicare anche se il cielo è nuvoloso già di notte e questo vale soprattutto se le temperature sia in quota che al suolo sono piuttosto basse.

    Per far abbassare la quota neve però qui conta più che la notte serena anche l'intensità delle precipitazioni

  7. #7
    Vento forte L'avatar di ale97
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Secondo me può anche servire in alcune occasioni ma è secondaria per far cadere la neve, può essere più utile per determinare se ci sarà accumulo o meno e con che velocità le superfici fredde e meno fredde cederanno a mio parere, ma non sono sicuro di ciò per cui è un'opinione e non un fatto, da prendere con le pinze

    Per la quota neve in sè secondo me al 95% almeno incidono i due soliti fattori, temperatura in libera atmosfera in quota e precipitazioni. E la temperatura di bulbo bagnato se le temperature sono positive

  8. #8
    Vento fresco L'avatar di Gigiometeo
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Non ha alcuna influenza. La notte serena determina una diminuzione della temperatura negli strati immediatamente a contatto col suolo grazie al fenomeno dell’irraggiamento radiativo che determina un’inversione termica (radiativa) dello spessore di poche decine di metri, per cui ininfluente sul tipo di precipitazione, le cui sorti vengono decise a livelli superiori. Questo se si considera solo l’effetto della notte serena. Se poi l’inversione radiativa si collega ad altre inversioni (da subsidenza o frontali) o all’effetto avvettivo di masse d’aria più fredde nei bassi strati, allora può contribuire, ma in questo caso sarebbe un effetto combinato e non dovuto alla sola notte serena. Lo spessore interessato è decisamente irrisorio, al limite averla favorisce l’attecchimento.
    "“La democrazia, a differenza di altri sistemi reggitori, è quella situazione politica e social-politica, dove il popolo viene preso a calci dal popolo, su mandato del popolo; è la pratica certosina dell'autoinganno” C. Bene

  9. #9
    Uragano L'avatar di simo89
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Citazione Originariamente Scritto da Gigiometeo Visualizza Messaggio
    Non ha alcuna influenza. La notte serena determina una diminuzione della temperatura negli strati immediatamente a contatto col suolo grazie al fenomeno dell’irraggiamento radiativo che determina un’inversione termica (radiativa) dello spessore di poche decine di metri, per cui ininfluente sul tipo di precipitazione, le cui sorti vengono decise a livelli superiori. Questo se si considera solo l’effetto della notte serena. Se poi l’inversione radiativa si collega ad altre inversioni (da subsidenza o frontali) o all’effetto avvettivo di masse d’aria più fredde nei bassi strati, allora può contribuire, ma in questo caso sarebbe un effetto combinato e non dovuto alla sola notte serena. Lo spessore interessato è decisamente irrisorio, al limite averla favorisce l’attecchimento.
    Grazie mille per la chiarezza.

    Mi puoi spiegare questi altri tipi di inversione termica?

  10. #10
    Vento fresco L'avatar di Gigiometeo
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    Predefinito Re: Notte serena prima di una perturbazione

    Citazione Originariamente Scritto da simo89 Visualizza Messaggio
    Grazie mille per la chiarezza.

    Mi puoi spiegare questi altri tipi di inversione termica?
    Occorre partire dal modello concettuale di strato limite notturno nelle zone pianeggianti (tipo Pianura Padana). Con il tramonto del sole e l’avanzare della notte, la porzione inferiore del PBL viene trasformata in uno strato stabile a causa del raffreddamento della superficie terrestre, che cede calore all’atmosfera per irraggiamento radiativo e il conseguente flusso di calore dall’atmosfera (più calda) al suolo (più freddo). Si forma così lo Strato Limite Stabile (Stable Boundary Layer (SBL)), anche detto Nocturnal Boundary Layer (NBL), caratterizzato da una inversione di temperatura con base al suolo. Infatti lo strato limite stabile è a diretto contatto con il terreno. La sua formazione inizia già poco prima del tramonto e, con il progredire della notte, la sua profondità aumenta dal suolo verso l’alto man mano che il processo di raffreddamento dello strato d’aria a più diretto contatto con il terreno progredisce. Le inversioni termiche si formano in condizioni prevalentemente anticicloniche invernali, e sono dovute al forte raffreddamento radiativo notturno del suolo in caso di cielo sereno e calma di vento (<1 m/s).Risultano eventualmente efficaci solo nel caso in cui si leghino ad altri strati inversionali collocati al di sopra di esse, oppure ad avvezioni fredde qualora rechino temperature prossime allo zero o inferiori. Ecco perché la presenza di temperature inferiori allo zero nei primissimi strati troposferici adiacenti il suolo per inversioni radiative, non è sufficiente a favorire nevicate fino in pianura se il profilo termico verticale non lo consente, così come non rivestono alcuna importanza l’ora in cui il cielo si copre o l’ora in cui iniziano le precipitazioni, a meno che le inversioni non siano multiple o molto sviluppate in altezza (quindi non di tipo esclusivamente radiativo). Nel radiosondaggio allegato si nota, nella notte del 25 gennaio 2016, la presenza di un’inversione termica di tipo radiativo con base al suolo, e con temperatura dell’aria a 2 m ben inferiore allo zero. Lo spessore di tale inversione è però modesto (appena 78 m), al di sopra del quale le temperature di bulbo secco (linea rossa nel diagramma) e di bulbo umido (linea verde) risultano positive e superiori a 2°C nonostante valori di temperatura di rugiada (linea tratteggiata blu) ben negativi causa presenza di aria secca.Sono presenti altre due inversioni di tipo subsidente a livelli superiori (spessori in colore verde), ma in una porzione di troposfera caratterizzata da aria mite e secca. Pertanto una simile condizione porterebbe eventualmente a precipitazioni liquide al suolo e con livello della potenziale nevicata (non in questo caso essendovi alta pressione) a circa 800 m (zero di bulbo umido collocato a circa 1100 m sul livello del mare).Gli altri tipi di inversione termica, che si possono legare a quella radiativa, sono quelle frontali (passaggio di un fronte caldo nei bassi livelli) o da subsidenza, cioè legate ad alte pressioni dinamiche. Facciamo un esempio: nei giorni precedenti arriva un afflusso di aria fredda, con la massa d’aria che rimane bloccata nei bassi strati (essendo più densa e pesante) assumendo uno spessore variabile, ma che può arrivare anche ai 1000 m se ben intrappolata. Arriva poi un’alta pressione con avvezione calda collegata che scorre in quota; l’aria calda rimane sopra quella fredda precedentemente sedimentata, e si stabilisce un’inversione termica da subsidenza (poiché provocata dall’alta pressione); la stessa cosa accade se al posto dell’alta pressione transita un fronte caldo (inversione frontale). In questi casi lo strato freddo può assumere uno spessore discretamente elevato (quello che in gergo viene chiamato cuscinetto), ma si forma dapprima come conseguenza di un afflusso freddo (processo avvettivo), e in seguito viene blindato dalle inversioni da subsidenza o frontali. Ma non dipende dai processi radiativi (la classica notte serena), bensì dinamici (anche orografici sulla Pianura Padana occidentale con aria fredda di basso livello veicolata dal barrier jet in caso di flussi meridionali che impattano il rilievo alpino); con la sola notte serena e senza tutto il resto, la condizione è quella della parte inferiore del radiosondaggio allegato, ovvero ininfluente sul tipo di precipitazione, anche perché nello specifico c’erano altre 2 inversioni da subsidenza, ma con temperature troppo elevate.
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