Salve a tutti!
Con questo post mi rivolgo in particolare ai Triveneti, specie della zona che ho individuato, infatti non so se chiedere alla moderazione che questo post venga cambiato di stanza.
Comunque... Da quando rilevo i dati nel mio cortile e seguo assiduamente i satelliti noto che spesso, nel semestre freddo, in situazioni di hp ''zonalizzato'' e inizi di perturbazioni la zona compresa tra l'alta pianura vicentina e buona parte del pordenonese rimane scoperta dalla nuvolosità bassa e medio-bassa per più giorni rispetto al resto della pianura Padanoveneta.
Ebbene, da qualche anno ho cominciato legittimamente a sospettare che il gruppetto di montagne compreso tra le province di Vicenza (dove si chiamano ''Piccole Dolomiti'') e in parte Verona e Trento si comporti effettivamente da scudo smorzante - se non proprio neutralizzante - nei confronti dei passaggi nuvolosi sopra menzionati.
Su tali dubbi mi ha definitivamente illuminato l'annata 2022, che sin da prima di iniziare (precisamente dal 22 dicembre 2021) sta mostrando ripetutamente questo scenario, proseguito tale e quale tra il 20 dicembre scorso e ieri, anche se con molti gradi in più
Ecco la sequenza più recente, immortalata nella notte tra sabato e domenica dalle 22:35 alle 0:35:
Allegato 604765
Si nota la progressiva pulizia del cielo sull'alta pianura vicentina, poi proseguito per un po' anche sul trevigiano centro-occidentale, che infatti ieri hanno goduto di temperature minime crollate fino a 3-4 gradi.
Più a est niente, ma di solito la zona serena che si viene a creare è più o meno la seguente (presa dalla serata del 4 febbraio 2022), con occasionali e/o intermittenti espansioni ad est e a sud di poche decine di chilometri:
Allegato 604766
Per quanto riguarda le altre zone che tendono a vedere meno nubi della media (estremi W e N piemontesi, Romagna e porzioni di SE Emilia) mi taccio, in quanto non ho spiegazioni eccetto la loro posizione relativamente periferica rispetto all'asse padano.
Ma per le alte pianure dal vicentino settentrionale al pordenonese mi verrebbe da aggiungere al fattore ''periferia'' proprio tale smorzamento orografico della nuvolosità, anche in forza dei (ahimè) numerosi spunti offerti da molti inverni resi deludenti proprio dalla perserveranza di tale flusso da ovest o sudovest, blandamente umido e fortemente mitigante.
La conseguenza microclimatica su tale fetta di Triveneto è una prosecuzione, più o meno indisturbata, dei periodi inversionali alla nostra maniera: massime altine, minime sottozero, producendo però stavolta medie giornaliere da moderatamente a molto più basse rispetto a quelle di tutti i posti al coperto.
Oppure, in contesti tropicali come queste settimane, molti estremi termici giornalieri a 3/13 al posto di 8/10.
Purtroppo nei manuali di climatologia italiana il cuscino padano viene menzionato solo per le nevicate secolari e le nebbie gelate, mai per certi autogol che distruggono settimane di inverno
Ne parlavo poche settimane fa con @MarcoT, di Marghera, sottolineando come in certi periodi la differenza termica notturna tra qui e l'immediato entroterra veneziano (talvolta 4-6 gradi) faccia realmente pensare che l'allontanamento dal mare Adriatico aumenti la continentalità del clima.
Invece è una pura coincidenza dovuta alla sola latitudine: fino a Treviso copertone, Treviso nord coperto, appena a sud del Piave stelle a nord, a nord del Piave stelle ovunque.
Nessun mare che soffia tepore all'interno.
E così i grandi assenti dell'inverno Padanoveneto lavorano al contrario: nessuna gloria mentre si scrive la storia del gelo o della neve, successi talvolta clamorosi quando invece al massimo si scrive la storia dello schifo.
Ultima modifica di DuffMc92; 09/01/2023 alle 13:39
Temo non si vedano gli allegati
Marchio registrato sul nome subito
Peccato non si vedano gli allegati. In estrema sintesi stai dicendo che con correnti portanti tra WNW e WSW (fino a che quota?) l'alta pianura veneta e in parte l'alta pordenonese restano fuori dalla fogna padana propriamente detta, fatta di nebbia / nubi basse.
Ti stai chiedendo, quindi se questo sia causato da un'ombra data da Lessini + Gruppo del Carega e Gruppo del Pasubio. Ho interpretato correttamente il tuo messaggio?
Così su due piedi direi che dei gruppi montuosi tutto sommato modesti non possono da soli generare un'ombra lunga 100km, soprattutto perchè stiamo parlando di correnti deboli, in quanto legate ad una situazione anticiclonica. Possono certamente esserne concausa, a patto che si dimostri che queste correnti occidentali siano presenti anche in bassa troposfera, ossia almeno fino a 1000m / 1500m, altrimenti gruppi montuosi alti al massimo 2200m avrebbero un effetto assai limitato. Solitamente le correnti occidentali partano dai 2000m in su, ma andrebbe fatto un approfondimento a riguardo.
Solitamente la fogna di nubi basse parte dalla Liguria, entra in pianura padana tra l’alessandrino ed il pavese e poi dilaga allegramente. Molte volte è la linea berico / euganea a rappresentare un ostacolo all'espansione delle nubi basse / nebbie verso NE e non Lessini + Piccole Dolomiti.
In ogni caso argomento molto interessante da approfondire con più dati a disposizione.
Proprio così, hai capito giusto!!!
Noto, appunto, da anni questa tenace tendenza a più o meno importanti rasserenamenti sia diurni che notturni, con riscontri termici talora veramente opposti rispetto al resto della Valpadana.
Per gli allegati ho scritto all'amministratore ma era tardi, forse non ha visto la segnalazione.
Condivido abbastanza la tua perplessità, in quanto io stesso mi sono interrogato tante volte sulla rilevanza altimetrica di questi rilievi.
Difatti - come non ho specificato, per questioni di lunghezza del post - ho sempre contato un po' di più sul fattore ''quantità'', dovuto alla notevole estensione longitudinale di tali rilievi.
Ma che ne sappiamo, forse non è rilevante manco lui
Straquoto, tant'è che nei casi in cui le nubi basse non riuscivano a superare il corso del Piave nel suo tratto orizzontale ho ipotizzato che persino il gruppo Colli Asolani/Montello svolgesse un effetto ostacolante!
Senza alcun dubbio nei casi di limite labile tra nebbie alzate e nubi basse ciò che dici regge, ma penso sia relegato ai contesti più freddini e inversionali in cui il separè tra nubi basse molto basse e nebbie alte molto alte è solo tratteggiato (come ad esempio nella parte centrale di gennaio 2020 o in larga parte di dicembre 2015).
Alla luce delle ultime due settimane tropicali ho tentato quindi di spingermi oltre, mettendo il naso in una casistica più tiepida, meno inversionale e anche più flagellata dal flusso mite occidentale
Per quello ho definitivamente ipotizzato uno ''scontro'' più massiccio, tra correnti più decise e, altrettanto, rilievi più importanti dei sistemi collinari immersi della pianura Veneta.
Ti ringrazio per il contributo e per l'interessamento, non è da tutti notare ciò!
Grazie a te per l'interessante questione. Io sono di Verona e mia appassiona molto l'infinita varietà micro climatica dell'Italia e del Veneto in particolare. Se mi dai qualche giorno "tipo" d'inversione molto più alta, quindi base delle nubi a quote ben superiori all'altezza del Venda per capirsi, provo a vedere, magari su ERA5, il profilo verticale dei venti (per capire se queste correnti occidentali sono presenti anche a quote compatibili con Lessini e Piccole Dolomiti).
Ok! Allora, non so se sbaglio, ma.. come non citare tutto questo magnifico periodaccio 22 dicembre - 8 gennaio?
Poi al momento penso a spezzoni molto corti, come il 6-7 gennaio 2018 e il 4-5 febbraio 2018.
Ignoro invece la quota dello strato inversionale nei periodi 22-30 dicembre 2021 e 1-8 feb 2022.
Grazie mille di nuovo!!!
Ti metto sotto la mappa delle 00 utc del 23 Dicembre a 850 mbar tratta da ERA5T
20221223_00_850.png
Breve legenda: I colori verdino sul mantovano sono WSW
I colori gialli sulla linea Verona Venezia sono W puro
I colori arancioni sul bellunese sono NW
Il rosso è NNW
Il blu NNE
L'azzurro ESE
Quindi abbiamo venti occidentali a 850 sulla zona d'interesse.
Qui a 900
20221223_00_900.png
Abbiamo NNE nella zona d'interesse.
Infine 100m sopra il terreno, più facile da risolvere per i modelli:
20221223_00_1000.png
Molto NNE, normale brezza di monte.
Vediamo, ad una prima approssimativa analisi, che molto probabilmente c'è un effetto di venti di caduta che toccano parzialmente il suolo, con caduta molto limitata partendo da quote basse (1000/1200m probabilmente) con una linea di convergenza proprio nella teorica interfaccia fogna si/ fogna no.
Così su due piedi mi viene da dire che è molto più merito del vento da N a 900 rispetto al vento da W a 850. Certamente entrambe danno un contributo che va a sommarsi.
P.S. non l'ho postato ma i venti sono molto deboli, specie quelli settentrionali, deboli ma un pelo più veloci quelli occidentali più a sud.
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