Non ho ben capito di che ordine di grandezza parliamo come sproporzione: usando i dati di @Gelso mi pare un fattore 50 (4,6 x 10 alla 17 vs 10 alla 16) che magari potrebbe essere anche spiegabile col fatto che non conosciamo benissimo i fondali degli oceani quindi non so quanto possiamo stimare il carbonio organico lì stipato.
In ogni caso mi pare sensato pensare anche a qualche altra reazione, il vapore acqueo era abbondante nell'atmosfera primordiale quindi non mi stupirebbe se ci fosse qualche meccanismo di scissione del vapore liberando idrogeno e ossigeno, come ipotizzato nello studio postato da @SummerSun.
[QUOTE=zoomx;1061844511]Neanche io. Il testo che @Gelso cita ha delle stime, magari non sono aggiornate, non l'ho letto e non so se anche l'autore si pone il problema.
Come scrive @SummerSun anche altri han notato la cosa più recentemente e si son dati l'ovvia risposta che forse c'è un'altra sorgente. Oppure c'è un altro deposito di carbonio che non conosciamo, non organico.
A me vengono in mente i carbonati.
____________________________________________________________ _
Da quanto ho capito i carbonati non contano in quanto non contengono carbonio organico ottenuto dalla
dissociazione della CO2 tramite la fotosintesi. Ad esempio esiste una quantità abbondantissima di carbonato di calcio
CaCo3 che proviene dalle reazioni:
CO2+H2O = H2CO3
H2CO3 + Ca(OH)2 = CaCO3 + H2O
Evidentemente queste reazione non producono carbonio organico in quanto convertono C02 non dissociata.
P.S.
Queste sono le reazioni fondamentali che avvengono negli oceani per consumare la CO2 emessa dai vulcani, geiser etc. che consentono
di mantenere più o meno costante la concentrazione di CO2 in atmosfera (per lo meno considerando medie su tempi dell'ordine di qualche centinaio di migliaia di anni).
[QUOTE=burian br;1061844851]____________________________________________________________ _______
La differenza fra il carbonio organico (glucosio, cellulosa, legno, carbone ,petrolio, metano e in generale carboidrati) e quello inorganico (ad esempio CO2 e carbonati vari) è chimica e risiede nella possibilità dei primi di reagire con l'ossigeno e generare una reazione isotermica che fornisce energia.
Ad esempio il glucosio si ricombina nelle cellule con l'ossigeno e genera l'energia necessaria per farci campare, mentre gli idrocarburi e il carbone bruciano e aumentano l'energia interna del sistema.
Al contrario CO2 e carbonati sono inerti.
[QUOTE=burian br;1061844851]Il C14 è un isotopo instabile prodotto principalmente in alta atmosfera dall'assorbimento delle radiazioni cosmiche da parte dell'azoto.
Questo C14 poi per vari processi viene assunto da tutti i viventi ma anche nei carbonati di formazione recente come le concrezioni in grotta o i travertini.
Una volta fissato in composti organici o inorganici inizia naturalmente a diminuire, ogni 5730 anni la sua quantità si dimezza.
Per questo motivo nei combustibili fossili è praticamente assente e hai solo C13. Fra l'altro la combustione dei combustibili fossili ha alterato il rapporto C13/C14 a favore del primo.
Esatto, alla fine la combustione infatti permette l'ossidazione del carbonio. Raggiunto il massimo stato di ossidazione, come in CO2 e carbonati, il carbonio risulta stabile ed è molto difficile ridurlo.
P.S: reazione esotermica, dannati correttori.
Per il resto, si possono fare varie ipotesi sull'eccesso di ossigeno nell'atmosfera terrestre, potrebbe essere anche stato liberato dai minerali in cui è presente in vari modi (silicati, alluminati, probabilmente emessi nelle eruzioni vulcaniche) oppure anche parzialmente per radiolisi dell'acqua in atmosfera, dove l'idrogeno sarebbe stato perso nello spazio. Il carbonio inorganico invece è ben presente nelle rocce calcaree (principalmente CaCO3), in atmosfera come CO2 e nei mari dove va a influire sul pH (acidificazione degli oceani).
Spero di non aver tralasciato qualcosa, queste sono proprio le prime ipotesi che mi vengono in mente.
Ultima modifica di Tarcii; 24/01/2025 alle 17:06
dalla storia si impara che non si impara dalla storia
Segnalibri