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Comitato Tecnico Scientifico
Madden Julian Oscillation
E' un argomento nei confronti del quale mi sento davvero alle prime armi in quanto tecnicamente assai complesso, tuttavia sento la personale necessitÃ* di approfondirlo in quanto mai come in questo periodo, a mio avviso, in concomitanza con altri fattori, può aiutare a ben capire quali le dinamiche che condizionano direttamente le zone subtropicali con effetti di tutto rilievo anche nel Mediterraneo.
Quindi se qualcuno avrÃ* voglia di dire la sua ( e di persone molto preparate qui ce n' è da vendere
) e aiutarmi in questo percorso finalizzato a capire queste dinamiche nel modo più "umano" possibile, ben venga.
Lasciando perdere la storiografia e l'indubbio merito dei suoi scopritori, la MJO, va analizzata interagendo con altri importanti indici direttamente coinvolti quali ENSO, QBO e indirettamente anche con tutti gli altri che contribuiscono a costruire l'impianto generale dell'atmosfera.
La MJO è una fluttuazione o “un'onda„ intrastagionale a livello tropicale.
Essa è, per la maggior parte, la responsabile della variabilitÃ* del tempo in queste regioni influenzando parametri atmosferici ed oceanici che impattano: sulle velocitÃ* e direzione dei venti sia alle quote superiori che a livello del mare, sulle precipitazioni, sulle temperatura superficiali del mare (SST) e sull'evaporazione della superficie dell'oceano.
La MJO è una componente naturale del nostro sistema coppia dell'oceano-atmosfera e la lunghezza tipica del ciclo o dell'onda di MJO è di circa 30-60 giorni.
E' caratterizzata dalla propagazione verso est sia delle zone fortemente piovose (fortemente convettive) che di quelle scarsamente piovose (debolmente convettive).
Le anomalìe precipitative positive si riscontrano principalmente sopra l'Oceano Indiano, esse tendono a propagarsi verso est sopra le acque molto calde del Pacifico centro- occidentale.
Sopra le acque, generalmente più fredde (fatta eccezione per le fasi ENSO+) del Pacifico Orientale le precipitazioni divengono assai scarse per poi invece essere di nuovo maggiormente significative sopra l'Africa e le zone tropicali dell'Atlantico

Ci sono modelli distinti per misurare le anomalie atmosferiche più basse da quelle superiori relative alle zone tropicali e subtropicali.
Quindi, forniscono le informazioni importanti per quanto riguarda le zone con movimento ascendente (convezione) e discendente (subsidenza) connesso con le fasi particolari dell'oscillazione.
La figura sopra riportata, illustra una sezione trasversale verticale equatoriale della MJO che mostra i cambiamenti quanto a piogge, velocitÃ* e direzione del vento e SST .

Ecco una struttura tridimensionale della Mjo:
nelle zone in cui la convezione è attiva e quindi nell'Oceano Indiano ed in Indonesia, i venti richiamati dalle regioni limitrofe a minor convezione , sollevano le stesse masse d'aria calda verso l'alto le quali salendo e raffreddandosi trovano alle quote superiori una circolazione opposta (anticiclonica).
Tali masse d'aria, alle quote superiori (200 hpa) vengono pertanto richiamate verso le zone limitrofe depressionarie dove scendono comprimendo gli strati inferiori (subsidenza) e così si chiude il circolo.
I modelli dinamici non riescono a predire compiutamente la MJO, a causa delle difficoltÃ* riguardanti il trattamento matematico corretto dei processi convettivi tropicali . I Meteorologi usano una varietÃ* di tecniche di analisi e di dati per controllare, studiare e predire la formazione e lo sviluppo della MJO. Di importanza primaria sono le informazioni derivate dai satelliti orbitanti e geostazionari di NOAA. I dati sono usati per indicare le regioni di maggiore attivitÃ* convettiva e le regioni in cui l'attivitÃ* convettiva presenta un'apprezzabile durata nel tempo.
L'attivitÃ* della MJO è molto variabile da anno ad anno.
E' stata verificata una parziale correlazione tra quest'ultima ed ENSO.
E' stata dimostrata una forte attivitÃ* della MJO in concomitanza con gli anni caratterizzati da una Nina (ENSO-) debole o da ENSO neutro, debole o assente in concomitanza di una forte attivitÃ* di ENSO+ (il Nino).
Il ciclo completo della MJO si compone di otto fasi e si compie in 30 - 60 giorni.
L'oscillazione in tutte le sopracitate fasi è più evidente durante il periodo invernale che per l'emisfero boreale coincide con il periodo che va da Novembre a Marzo.
La visualizzazione delle fasi è visibile mediante questo sito:
http://www.apsru.gov.au/mjo/explore.asp
A voi tutti il compito di approfondire quanto appena da me abbozzato.
Credo sia importante ora vedere il tutto secondo la prospettiva e gli effetti derivanti per il mediterraneo e per la ns. penisola.
Ultima modifica di mat69; 22/10/2006 alle 21:37
Matteo
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