Non so se posso fare una cosa del genere, in caso cancellate...posto un copia incolla dal forum M3V Messaggio scritto dall utente Lukas(link http://forum.meteotriveneto.it/showthread.php?10616-Le-zone-pi%C3%B9-temporalesche-del-Nord-Italia)
Sì avevo postato la mappa CESI-SIRF relativa - che vedo se riesco a recuperare. Hanno calcolato i fulmini medi per kmq all'anno su un periodo di 15 anni se ricordo bene, fino al 2006. Poi c'erano anche delle cartine annuali.
• In sostanza, prima di tutto va sottolineato che il NordItalia è la zona più temporalesca d'Europa. Nel nostro continente, la frequenza cresce andando da NW verso SE con un picco, appunto, nella zona a Sud delle Alpi, per poi decrescere leggermente proseguendo verso la Grecia. Va sottolineato che il picco massimo europeo è bassino (metà!) rispetto a quello medio statunitense. In pratica: in Florida c'è il triplo di temporali e fulmini che da noi. E nelle zone equatoriali dove c'è terra cade il triplo dei fulmini che non in Florida, quindi dieci volte che da noi, che già siamo i più fulminati d'Europa (ricordo un amico bretone e uno della Cornovaglia che litigavano per contendersi 2 o 5 temporali l'anno, hehe; mi pare Pirano abbia un valore sui 65; spannometricamente dunque Miami ne avrà in media 200 e il Congo 600).
• Più in particolare DUE sono le zone che si giocano il primato in Italia (siamo lì, sia come giorni con temporale all'anno, sia come densità ceraunica). Ebbene le zone più "fulminate" sono i laghi lombardi (la fascia piemontese-lombarda che prende i grandi laghi) e soprattutto il Triveneto, che forse è lievissimamente in vantaggio. Senza dubbio invece l'area più piovosa d'Italia è nelle nostre Giulie al confine con la Slovenia (quella d'Europa è più verso Sud, lungo i Dinaridi in zona Croazia/Montenegro, con la seconda invece ad Est di Bergen in Norvegia, ma piuttosto staccata), la seconda intorno ai Laghi Lombardi e la terza nelle cosiddette Alpi Apuane (che sono l'Appennino Costiero dell'Alta Toscana, quasi al confine con Liguria ed Emilia). Infine, il tratto di costa più piovoso che abbiamo è quello fra Monfalcone e Sistiana laddove terminano le pianure padano-venete e iniziano le scogliere adriaticorientali, e dove riprendono i rilievi costieri (i primi arrivando dal Conero-mt.SanBartolo in provincia di Pesaro), innanzitutto l'Ermada (323 msm) con molto interessanti i rilievi cittadino-costieri di Trieste, a 260-460 msm per quanto riguarda quelli che scendono direttamente in Città e in Mare, e 700-1400 msm per la fascia immediatamente alle spalle, col Nevoso che poco a Sud culmina a 1800 msm. Per tornare ai fulmini, non è semplice, in conclusione, discenere quale zona sia più colpita poiché vi sono annate più favorevoli alle Prealpi Centro-Occidentali, altre a quelle Orientali-Dinariche.
• Nel Triveneto o meglio nell'Alpe-Adria (è molto più corretto, in questo caso, usare questo secondo termine) l'area più fulminata è quella che va dalle Giulie all'Istria. Comprendendo le Prealpi Giulie, gli Altipiani a NE di Gorizia, il Carso. E anche Trieste, Pirano (tutte le mitiche foto di Marko Koroseč docent! Nei sobborghi di Trieste abita cioè il miglior fotografo di fulmini d'Europa! Anni fa i suoi scatti notturni sul Golfo di Trieste giravano fra le immagini in assoluto più cliccate e scambiate in Rete) e altre città che hanno medie cerauniche storiche notevoli (seppur variino parecchio dalla costa ai primi rilievi, ovviamente, e qui entra in gioco l'orografia). Il Triveneto se la cava bene per la sua totalità (forse solo tranne la zona verso il Po) ma l'area più "colorata" delle mappe rimane grossomodo all'interno di:
• un parallelogramma avente come vertici superiori Tolmezzo, Jesenice e inferiori Pirano e il Monte Nevoso (=Snežnik, sopra Rijeka=Fiume). Oltre alla Carsia Giulia con Monfalcone, Trieste, Capodistria ci rientrano a pieno titolo dunque anche Udine, il Cividalese, la Vall'Isonzo, Bohinj, la Val Vipacco, Gorizia e Postumia per fare alcuni esempi di località significative. Secondo alcuni il monte più "tartassato" sarebbe il Monte Sart, un'aguzzissima vetta di 2324 msm a metà del crinale occidentale del Monte Canin=Kanin: sono stati eseguiti degli studi riguardo alle morfologie rocciose lissù, che lo confermerebbero.
• Dalle stesse mappe si nota inoltre come l'area più grandinigena (e allo stesso tempo anche più propensa ai fenomeni vorticosi) è invece quella che va dal Vicentino all'Udinese - e le mappe paiono mostrare come sia l'area fra Marca Trevigiana Orientale e Alta Pianura Pordenonese la zona più a rischio per quanto riguarda questi specifici eventi.
Insomma nelle nostre terre alpe-adriatiche non possiamo certo lamentarci - viviamo in una delle aree più meteo-interessanti del nostro Continente (seppure nel mondo ce ne siano ovviamente di molto più interessanti, ma noi se contentemo, ciò / zadovoljeni smo, pa / uns begnügen, doch!)
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Interessante questa mappa riguardante il numero di giorni con temporali. La posto perchè è centrata sull'Italia:
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A quanto pare il caso clinico dei lisci del mio paese è una cosa "normale", appena pochi km ad Est (verso l'astigiano) il numero di temporali lievita enormemente. Ed in più il numero di fulmini per la mia zona è comunque alto, ciò mi fa pensare, unito al forte aumento di giorni temporaleschi a pochi km da qui che i temporali si avvicinano molto alla mia posizione, evitandomi di pochissimo.
Il peggiore inverno che abbia mai visto?
Il 2006/2007!!!
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