Ed ora per l'Adamello ci vorrebbe un Giugno non troppo tragico perchè negli ultimi anni la storia del ghiacciaio è questa:
2000
08.26 Monfredini, Zucchini, Pelosato, Pala SF: 655 – 643 QMF: 2580 decremento forte
In data 26 agosto sul Pian di Neve si osserva un discreto innevamento residuo (snow-line a 3120 m), mentre meno consistente appare quello che
interessa l’effluenza Mandrone, sia pure più esteso che nel 1999 (snow-line a 3050 m). Il primo risulta così parzialmente coperto mentre la seconda
mostra il solito, desolante aspetto, tipico degli Anni Novanta. In settembre tale situazione sembra modificarsi in modo impercettibile. Oltre i 3100 m di
quota, l’intensa fase di deglaciazione si è quindi attenuata, al punto che l’annata trascorsa può essere considerata conservativa, mentre al di sotto di
tale limite la riduzione di spessore delle colate appare evidente e marcata: in definitiva un bilancio di massa globale solo un poco meno sfavorevole dei
precedenti. Tutte le effluenze, con la sola, poco importante eccezione di quella di Miller, sono in forte ritiro. Stanti le odierne condizioni climatiche, che
fanno mancare l’alimentazione necessaria al mantenimento delle attuali dimensioni, il grande ghiacciaio appare ipertrofico, soprattutto sul versante
settentrionale dove ha il suo maggior sviluppo: qui, nei prossimi anni, sono da attendersi vistose variazioni morfologiche.
snow-line: 3050 - 3120 m V.m.s.: - 0 m Variaz. media annua: - 0 m (1999)
2002
08.20 09.03, 08, 15, 16, 18 M. Monfredini, E. Zucchini, M. Pala, F.
Pelosato
SF: 640-643-658-659-
646-999-FP99-3-10-11
QMF: 2550 decremento moderato
Complessivo
08.19 M. Monfredini, E. Zucchini, M. Pala
Pian di Neve
09.15 M. Monfredini, E. Zucchini SF: 640
La snow-line è identificabile attorno a q. 3050 m nel settore centrale e orientale del Pian di Neve, anche se il dato non può essere considerato sicuro a
causa della sovrapposizione di leggeri apporti recenti. Il compatto firn del 2001 è ancora assai esteso. Rispetto al 2000, anno del precedente rilievo, si
nota il vistoso rimpiguamento dei settori sommitali, quelli addossati ai versanti di contorno, con riduzione delle costole rocciose (settore del Dosson di
Genova a Monte Fumo) e degli altri affioramenti (versanti Sud del Corno Bianco e zona del Passo degli Inglesi). Snow-line: 3050 m.
2003
09.03 M. Pala, M. Monfredini SF: 646 decremento forte
Pian di Neve
Si è ridotto lo spessore glaciale in tutti i settori del Pian di Neve, con notevole incremento e allargamento delle finestre rocciose. La neve vecchia
risulta del tutto assente mentre si mantiene, pur assottigliato, il compatto mantello di firn dell’anno idrologico 2000-2001. Snow-line: assente.
2004
08.26, 27, 28 U. Morra di Cella, M. Ballerini, F. Diottri, P.G
Fontana, P. Pogliotti, G. Taufer, M. Vagliasindi
SF: diverse QMF: 2550 decremento forte
Il grande Ghiacciaio dell’Adamello anche quest’anno, seppure in maniera minore rispetto al 2003, accusa una generale contrazione, forse meno
evidente che sugli altri apparati del settore per la conformazione ad altipiano e per l’inerzia tipica di un corpo glaciale di tali dimensioni. La copertura
nevosa annuale, che ha iniziato a scomparire al di sopra dei 3000 m intorno ai primi giorni di agosto, si è ridotta a fine mese a grandi placche disgiunte
disposte nel pianoro compreso tra i 2950 e i 3000 m di quota e, al di sopra dei 3200 m, sulla dorsale del Dosson di Genova e alle pendici del M.
Falcone. Dopo la nevicata del 21 agosto, la fusione è ripresa fino al 16 settembre. A fine agosto si osserva abbondante acqua di fusione nella porzione
compresa tra il P.so Adamè e il Corno Bianco, incanalata in lunghe bédières e in larghi inghiottitoi, ma raccolta anche in due laghetti, il maggiore dei
quali ha una profondità massima di circa ½ m e una superficie di 100 m². Nei pressi del Rif. Giannantonj è presente un vasto campo di firn del 2001
mentre più a monte, in direzione della vetta, il ghiaccio è scoperto. Sondaggi eseguiti nelle zone dove era presente neve dell’anno hanno mostrato
valori compresi tra i 40 e 98 cm; si può ragionevolmente pensare che molto di questo residuo sia andato perduto nelle successive due calde decadi
settembrine. Non è stata invece indagata la zona tra il Corno Bianco e il M. Venezia, in gravissima sofferenza lo scorso anno. G. Taufer ha
accompagnato F. Marchetti (SAT) alla fronte dell’Effluenza del Mandrone, dove ha collaborato alle misure frontali: il ritiro è risultato variabile tra i 3 e gli
8 m (inferiore ai 20 m quello biennale). Questi dati suggeriscono come l’annata possa essere stata un poco meno penalizzante per il settore inferiore
del ghiacciaio rispetto a quanto deducibile dai rilievi nivologici svolti sui campi alti: possibile in tal senso il ruolo del vento, che avrebbe riportato molta
neve del bacino di accumulo nella zona mediana e frontale, in modo che la lingua è andata scoprendosi solo poco tempo prima rispetto ai pianori
superiori. Snow-line: irregolare.
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