
Originariamente Scritto da
alexeia
Provo a dare alcuni spunti.
Innanzi tutto, è una teoria. Nel senso che non è detto che tutto sia spiegato percisamente e abbia puntuale riscontro. Inoltre è anche un po' datata, quindi può essere che, in corso d'opera, alcune cose siano state intanto limate.
L'inclinazione terrestre: detto molto a spanne, più è inclinato l'asse più si ha differenza fra i due emisferi, uno col sole alto sull'orizzonte e la giornata più lunga, l'altro col sole basso e la giornata breve. Si ha cioè stagionalità più marcata.
Nell'emisfero in cui il sole è basso, i raggi arrivano al suolo con un angolo via via minore (se considero rispetto al suolo, cioè, sono più radenti) man mano che l'inclinazione dell'asse aumenta. Quidni distribuiscono la stessa energia su aree più vaste, oltre che attraversare, obliquamente, uno spessore di atmosfera maggiore.
Insomma, l'inclinazione dell'asse va a giocare con la durata e le caratteristiche dei periodi freddi ("inverno", per gli amici).
Il punto è, a monte, definire cosa si intende, oggi, per "glaciazione", perché questo concetto è stato molto discusso, ed è in fondo una definizione teorica.
Nelle curve di temperatura degli oceani che si ricavano dal record dei microrganismi fossili, i picchi freddi non mostrano una scansione così matematica dei cicli; inoltre si vedono ciclicità di vario ordine incastrate le une nelle altre.
Quindi il sistema è più complesso, e se anche c'è un controllo astronomico, questo però viene modulato da tutta una serie di fattori "terrestri", che confondono il segnale.
Di fatto comunque si parla nelle curve climatiche di "picchi freddi" e di ciclicità, senza fare l'equivalenza diretta freddo=glaciazione.
Qui però si entra in un lungo discorso, che esula da Milankovic, che comunque ha messo in evidenza un fattore astronomico sicuramente importante.
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