Cari forumisti vi segnalo che l'ormai classico aggiornamento de l'
ANDAMENTO DELL’ANNO IDROLOGICO 2005-2006
ALLA MEDIA E ALTA QUOTA NELLE ALPI LOMBARDE
è disponibili online su
http://sgl.cluster.it/NuovoSGL/pag10.htm
vi riporto il testo ma vi consiglio di leggerlo e visitarlo sul link appena consigliato per poter visualizzare le numerose ed interessanti immagini ed animazioni.
C’eravamo lasciati ad aprile con una situazione di difficile lettura; il mese di giugno è stato utilissimo per chiarirci le idee, tanto sull’accumulo alla fine della stagione fredda, quanto sulle sorti dell’intero anno idrologico. Mai come ora appaiono inutili le congetture, le analisi capillari di ogni singolo evento nevoso quando le differenze fra le diverse annate ed i diversi periodi si condensano in una differenza di pochi giorni della data di scomparsa della neve nel periodo estivo. Andiamo con ordine, la stagione di accumulo si è conclusa senza sussulti, maggio non ha regalato precipitazioni di rilievo ne’ sbalzi termici eclatanti. I siti nivologici al termine della stagione di accumulo hanno registrato spessori complessivamente sotto la media (giÃ* scarsa) degli ultimi 10 anni. Qualche dato più positivo è stato riscontrato in Alta Valtellina mentre la situazione è apparsa più grave del solito sui massicci dello Spluga, del Bernina e del Disgrazia[1]. Un accumulo di qualitÃ* cristallografica e meccanica piuttosto scadente con uno strato di fondo gravemente intaccato dal freddo invernale (brina di fondo) che si è giovato solo parzialmente del freddo intenso della prima decade di giugno. Per più giorni le temperature sono rimaste sotto lo zero facendo “guadagnare” alla stagione circa 10-15 giorni. Troppa grazia, pagata a caro prezzo con l’ormai classica visita del nemico numero uno dei ghiacciai alpini: l’anticiclone subtropicale; capace di far risalire la snow-line climatica da 2400 m a 3000-3200 m in meno di 1 mese. Al ghiacciaio del Lupo, dal 28 maggio al 30 giugno, sono scomparsi mediamente 2-2,5 metri di neve a 500 kg/m3 di densitÃ* per un tasso di fusione di 7,5 cm/giorno, valori identici alla tragica estate del 2003. Tasso verosimilmente quasi doppio nel periodo 15-30 giugno mentre fino alla metÃ* del mese le temperature al Bivacco Corti hanno faticato a salire sopra lo zero bloccando la fusione superficiale. Al sito nivologico del M.Sobretta la neve residua è scomparsa completamente nei primi giorni di luglio resistendo qualche ora in più rispetto allo scorso anno e qualche giorno in meno rispetto alla stagione 2002/2003. Al 14 luglio sono giÃ* scomparsi 35cm di ghiaccio, cioè 350mm di equivalente in acqua pari a circa il 50% delle precipitazioni annuali di S.Antonio Valfurva. Riprendendo il concetto iniziale, a queste condizioni, che perdurano a oggi (ZT a 4800 m su tutte le Alpi il 12 luglio), non c’è accumulo che tenga: una nevicata in più o in meno consente di variare di 2-3 giorni la permanenza della neve al suolo, un’inezia. La snow-line climatica oltre i 3000m nella prima della metÃ* di luglio ci consente fin da ora di classificare la stagione come negativa: la differenza fra un disastro “standard” ed un disastro completo “stile 2003” la faranno agosto e settembre. Al momento abbiamo tutte le carte in regola per puntare sulla seconda ipotesi. Unico segnale un poco più positivo viene dai ghiacciai valanghivi che, come nel 2003, godono di accumuli decenti che potrebbero localmente arrivare a fine stagione.La dissoluzione glaciale prosegue senza sosta
SiccitÃ*
Una nota va dedicata sicuramente alla carenza di precipitazioni. Il mese di giugno è stato per molte stazioni del Nord Italia, il più secco da diversi anni, sfiorando e talvolta superando i record storici. La siccitÃ* che sta colpendo il Nordovest non è una novitÃ* degli ultimi tempi se è vero che l’intero anno solare 2005 è stato uno dei più secchi di sempre su gran parte del territorio. Le conseguenze di questo grave deficit pluviometrico sono facilmente riscontrabili nel livello dei fiumi e dei laghi. Numerosi comuni alpini stanno lottando da mesi con problemi di approvvigionamento idrico e pure gli alpeggi faticano a trovare acqua per il bestiame. Dal canto nostro non possiamo fornire notizie molto confortanti; se, da un lato, il gran caldo, grazie alla fusione accelerata della neve, ha consentito buone entrate per i reticoli idrografici, dall’altro, la neve è ormai esaurita, e la fusione glaciale, pur importante, non potrÃ* certo compensare il deficit pluviometrico pluriennale. Ricordiamo tra l’altro che la fusione diminuisce le masse glaciali le quali saranno conseguentemente in grado di fornire, a paritÃ* di temperatura, sempre meno acqua in futuro. In attesa della pioggia, quella seria, non i fumosi temporali estivi, occorre quindi cercare il più possibile di limitare i consumi nella speranza di un drastico e rapido cambiamento di tendenza.
Andalo Valtellino, 14 luglio 2006Riccardo Scotti
osservatorio meteo dei Burnigui di Andalo Valtellino www.meteovaltellina.it
http://www.youtube.com/elnibi
Per fortuna agosto ci ha messo una pezza (bianca)!
Non c'è da stare allegri, ma il disastroso 2003 sembra quantomeno scongiurato.
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