L’estate è tornata! Dopo la breve parentesi invernale di fine settembre, ottobre ci regala ancora temperature simil-estive. Perché non approfittarne per salire un bel 4000? A dir la verità la salita al Nadelhorn era in programma da 3 settimane ma le previsioni meteo buone, hanno fatto il resto.
Sabato verso mezzogiorno, a Saas Fee piove ma da est avanzano già delle schiarite. Infatti, appena finiamo di prepararci, qualche timido raggio di sole fa capolino tra le nubi e, dopo 5 minuti di cammino in giacca a vento, ci costringe a spogliarci come in piena estate. La salita alla Mischabelhutte è lunga, fortuna che la nebbia non ci permette di vedere dove diavolo è cacciata questa capanna, ce ne accorgeremo domenica sera quando la vedremo dal parcheggio, lassù, annidata su quello sperone roccioso.
Attraverso un bel sentiero con numerosissimi tornanti, giungiamo all’attacco del sentiero attrezzato che porta direttamente al rifugio. Notevole il bivacco invernale, dotato di cucina con stoviglie, stufa con legna in abbondanza, luce e dormitorio con molte coperte. Dalle 17.30 alle 19, è un continuo mangiare, bisogna nutrirsi bene! Io, complice la notte precedente insonne (maledetto quel caffè), non sto molto bene ma fortunatamente durante la notte riesco a riprendermi.
La sveglia suona alle 4.30 e, alle 5.30, sotto un’ incredibile stellata, ci incamminiamo lungo la morena dell’Hohbalmgletscher. Messo piede sul ghiacciaio, diamo vita alle due cordate. Io con un soprendente Luca Bono mentre il Rosso si lega con Rambo e Marcello (Admarc), che si rivelerà un ottimo capocordata.
Risaliamo il ghiacciaio fino al Windjoch dove inizia la cresta NE del Nadelhorn. L’assenza di traccia costringe il Bono a battere anche in 30 cm di neve recente ma, il suo stato di forma eccellente, non gli fa fare una piega. Cediamo il passo all’altra cordata solamente negli ultimi 150 metri di salita dove Marcello, apre la via attraverso un canalino piuttosto ghiacciato e in cui io mi trovo molto a disagio. Si sa che sono una schiappa ma ultimamente sto pure peggiorando! Comunque, in qualche maniera riesco anch’io a superare questi passaggi e raggiungo la strettissima vetta dopo quasi 4 ore e mezza di salita.
Il vento forte trovato per fortuna solo negli ultimi 100 metri di cresta, ci costringe a scendere immediatamente. Con un paio di calate superiamo i tratti più infidi e ripercorriamo poi la cresta ora abbondantemente tracciata. Tornati al rifugio, cuciniamo dell’ottimo “riso in bordo” prima di affrontare la lunga discesa che ci riporta a Saas Fee alle 17.30.
Salita in buone condizioni, considerando il periodo.
Partecipanti: io, Luca Bono, Rambo, Rosso (il club dei Bamboccioni) + Marcello (Admarc).

Ecco qualche foto:

Salendo i pascoli del Trift, sopra Saas Fee


La fronte dell’Hohbalmgletscher gioca a nascondino tra le nubi


Anche il Weissmiess gioca a nascondersi dietro le nubi


Giunti alla Mischabelhutte si fonde neve per cucinare


Le nubi iniziano a diradarsi. Ecco un colpo d’occhio sulla Lenzspitze e sul Dom (a sinistra)


Da sinistra a destra: Taschorn, Dom de Mischabel e Lenspitze


L’ardita piramide del Dom de Mischabel


Cumuli sull’Alphubel


Temporale in lontananza. In serata erano ben visibili i bagliori di qualche temporale, probabilmente in Italia


Ieri mattina, ecco le prime luci nei pressi del Windjoch. La fantastica parete nord della Lenzspitze


Giù in fondo, la pianura padana immersa nella nebbia. Previsioni azzeccate al 100%!


Salendo al Windjoch




Al Windjoch. Dietro l’Ulrichshorn


Sulla cresta del Nadelhorn, giù in fondo la vetta.


In cima! Bisogna fare a turni per salire alla croce di vetta perché c’è pochissimo spazio


Il vento forte e la posizione precaria non mi ha permesso di fare chissà che foto dalla vetta.
Sguardo verso Cervino e Weisshorn




Il Durrenhorn


Sull’Hohbalmgletscher, giù in fondo il trittico Fletschorn, Lagginhorn, Weissmiess


L’Hohbalgletscher nel punto in cui la sua lingua si getta verso valle con un’imponente seraccata


I gruppo dell’Allalin, purtroppo martoriato dagli impianti per lo sci estivo e non ( si nota qualcosa sulla sinistra). E certo che noi consideriamo gli svizzeri all’avanguardia dell’ambientalismo….


La vecchia Mischabelhutte dove ora si trova il locale invernale.