foto bellissime...
in zona gnifetti ormai (purtroppo) potrebbero fare un cimitero...zona molto crepacciata e molto frequentata ok, ma francamente troppi incidenti !
Belle gite e ottime foto!
Nel pomeriggio di venerdì, per avere un primo colpo d’occhio sul massiccio del Monte Bianco, la scelta ricade sulla facile passeggiata da l’Ermitage agli alpeggi di La Suche.
Da Courmayeur, dopo un pranzo veloce, saliamo per una stradina assai stretta alla frazione Ermitage, 1450 m circa, proprio di fronte a Sua Maestà il Monte Bianco.
Fa molto caldo, e coi Montura farò la sauna… saliamo nel bosco, dove ci sono ancora dei begli accumuli di neve (un metro anche, a 1600 m), ma dove la primavera sta velocemente esplodendo.
Il sentiero è molto bello, ogni tanto si apre qualche scorcio sulla valle, mentre le nubi danno spettacolo in cielo e sulla vetta del Bianco, dove si è formata una nube orografica in continua trasformazione. Usciamo così sugli aperti pascoli di La Suche, che già rinverdiscono, tra le ultime lingue di neve e le fioriture di crocus.
Appena oltre le baite comincia la neve… e ce n’è davvero tanta, comincia di colpo, ed è tutto splendidamente innevate. Non avendo le ciaspole ci fermiamo su un dosso appena sopra i casolari, sotto i larici, a riposare ed ammirare il massiccio del Bianco, dall’Aiguille des Glacier e la Val Veny, alle Grandes Jorasses. Sulle creste tubini di neve, e luci stranissime col sole che filtra da nub sottili.
E’ bello stare qui, a rilassarsi ed osservare le montagne, ed ascoltare il silenzio, interrotto solo dal vento.
Vien però ora di scendere, e a malincuore prendiamo la via verso valle. La discesa nel bosco, col forte odore di abeti e di resina, è suggestiva e piacevole. Arriviamo all’Ermitage che c’è ancora un bel sole, nonostante siano le sei di pomeriggio, e una volta cambiatici ci concediamo una bella birra (non tutti :-P) sedendoci di fronte al sole ed al Monte Bianco.
Qualche foto, anche se non mi entusiasmano...
Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
Villanova C.se (TO) 376 m slm
azz che spettacolo
Solo ora ho notato i MAGNIFICI scarponcini di Rita, mi sembra di conoscerli!
Sono per caso la versione rossa di questi?!
METEO:http://www.signalkuppe.com/meteotavernerio
18/12/2009: min -5,3°C/max -0,3°C; 3,5 cm di perfetta e polverossissima neve!
19/12/2009:min -7,7°C/max -2,2°C (föhn, azz!) media giornata -5°C
20/12/2009:min -10,6°C/max-2,4°C media giornata -6,5°C
21/12/2009:-5.0°C/-3,2°C 31 cm di neve!!!!
anche queste molto belle..!!
Ed ecco la mia prima, vera ciaspolata. Dopo l’iniziazione in quel di Grumès ad inizio febbraio, è sotto il Monte Bianco che mi “cimento” nella prima vera escursione con le ciaspole.
Sabato, dopo un’abbondante colazione, partiamo in direzione Val Ferret. Pochi minuti di auto e siamo a Plampincieux 1579 m, d’inverno la strada è chiusa qui, perché nella val Ferret vien battuta una splendida pista di fondo, che è ancora in ottime condizioni e battuta. Ci prepariamo, Rita, Claudio e Flavio calzano già le ciaspole, io le metto sullo zaino visto che sulla pista battuta appositamente per i pedoni si cammina bene.
Fa già un caldo boia alle 9.30 del mattino, e partiamo già in t-shirt… ci incamminiamo per la valle, sovrastati dal Dente del Gigante, dalla Cresta di Rochefort e dalle Grandes Jorasses. Voltandosi indietro, spicca la sagoma aguzza e scura dell’Aiguille Noire de Peuterey.. seguo con gli occhi l’intera cresta che sale alla vetta del Monte Bianco.. fantastica, una linea di rocca a fil di cielo a mò di scala…
A stairway to Heaven…
Non avevo mai percorso a piedi questo tratto di Val Ferret (a dire il vero ci son passato poi solo due volte in dodici anni…), ed è ricca di angoli e piccoli villaggi assai suggestivi. La Dora di Ferret scorre già libera, mentre ai suoi bordi un metro di neve si specchia ancora “gagliardo” nelle sue acque. E’ iniziato il disgelo, ed è incredibile osservare come appena liberato il terreno genera nuove vite, è pieno di crocus e fiorellini nei pochi metri sgombri di neve..
C’è molta gente lungo la valle, chi con gli sci da fondo, chi a piedi, chi con le ciaspole.. superato anche il villaggio di La Vachey 1640 m, si comincia finalmente a salire. Calzo le racchette pure, la prima rampa la trovo dura perché non sono abituato a camminare con sti “cosi” ai piedi… ci innestiamo sulla mulattiera battutissima, e continuiamo a salire nel bel bosco.
Accumuli impressionanti anche qui tra i larici, fino a un metro e mezzo, tanto che pure la palina coi cartelli è semi-sommersa! E la neve sembra anche bella.. bella da sciare dico! Infatti mentre saliamo l’ultimo, erto pendio prima del rifugio, guardo con un po’ di sana invidia alcuni scialpinisti che disegnano curve su un firn perfetto… aaaaaaaaah!!
Eccoci in breve al rifugio Monatti, 2025 m. Oltre alla Capanna Margherita nel 1890, è l’unico rifugio del CAI ad essere stato intitolato ad una persona vivente. Walter Bonatti che qui nel gruppo del Bianco ha scritto alcune delle più grandiose pagine dell’alpinismo.. Saliamo fino all’Alpe Inferiore di Malatrà 2056 m, sepolta dalla neve… con la sonda misurerò da 180 a 240 cm di neve intorno all’alpeggio ed in pieno pendio…
E’ tardi, il sole è implacabile, e visto il pericolo valanghe 3 decidiamo che è il caso di abbandonare altre velleità di conquista… e poi abbiamo una fame tremenda… e soprattutto io e Claudio sogniamo da almeno un’ora il nostro panino al lardo di Arnad e Fontina… fenomenale, ci mancherebbe solo una bottiglia di Torrette e saremmo apposto!
Mangiamo sulla parte di tetto che sporge dalla neve.. è buffo pensare che siamo sul tetto di una casa ed il terreno è 2 metri più in basso! Questa zona non ha patito per niente la penuria di neve delle mie valli, quest’inverno…
Durante la pausa ammiriamo la cerchia di montagne che superano i 4000 metri, ed assistiamo a numerose slavine e crolli nel bacino del Triolet, la montagna è viva.
E’ ora di scendere, perché la neve si sta ammollando parecchio, ma prima ci concediamo una sosta al rifugio per un caffè, rigorosamente corretto al genepi. Poi giù verso valle, mentre il sole non dà tregua e ci cuoce la testina. Giunti nel fondovalle, proviamo ad inoltrarci ancora un po’ in direzione Arnouva, ma il continuo fragore di slavine e crolli sull’altro versante della valle, ci fa desistere a circa 1700 m.
Riprendiamo quindi la via del ritorno, con ulteriore sosta a La Vachey per una rinfrescante birra. La valle si sta spopolando, il bar chiude, e rimaniamo praticamente da soli. La strada fino a Plampincieux è lunga, siamo abbastanza cotti anche per via del “disco giallo”, ma ciò che ci circonda fa passare la stanchezza in secondo piano.
Arriviamo alle sei passate alle auto, cotti e stracotti, con un’abbondante cena valdostana alla sera, innaffiata da un Torrette 2006 salutiamo questo mini-ponte sotto il Re delle Alpi.
Bilancio positivo anche per la mia prima vera ciaspolata, pur essendo e rimanendo “scialpinista dentro”, è un bellissimo modo anche questo di vivere la montagna sulla neve, faticoso, ma piacevole e divertente.
Grazie a Rita, Claudio e Flavio per questo bel week-end tra “Le mie montagne”. (cit. W. Bonatti)
Villar Perosa, B.ta Casavecchia (TO) 630 m
Villanova C.se (TO) 376 m slm
grande roby.. stupende.. quanta neve.. non l'hai segnata su gulliver..!!!!??
METEO:http://www.signalkuppe.com/meteotavernerio
18/12/2009: min -5,3°C/max -0,3°C; 3,5 cm di perfetta e polverossissima neve!
19/12/2009:min -7,7°C/max -2,2°C (föhn, azz!) media giornata -5°C
20/12/2009:min -10,6°C/max-2,4°C media giornata -6,5°C
21/12/2009:-5.0°C/-3,2°C 31 cm di neve!!!!
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