Qualcuno dirà.. “di nuovo a Cogne?” Eh sì.. però una o due volte l’anno io sento il bisogno di venire in questa valle.. e poi voglio dare uno sguardo, da vicino, alla Torre di S. Orso, che si voleva fare prossimamente…

Quindi la meta ricade sulla Testa Tsaplane, un tremila gemello del Monte Herban salito nel giugno dello scorso anno. Sveglia alle 5 quindi, ritrovo con l’Alex ad Ivrea e su verso Cogne- Alle 8 siamo pronti a partire, la giornata si presenta ottima dal punto di vista meteo.

Partiamo nel fresco del mattino, ma appena saremo al sole patiremo il caldo. Attraversiamo i prati di S.Orso ed attacchiamo il solito, ripido sentiero. Nei pascolid ell’Alpe Robat giocano numerose marmotte, poi rientriamo nel bosco, sempre bellissimo. Poco prima di Les Ors un camoscio attraversa il sentiero e si inoltra tra i larici.

Raggiungiamo le baite e ci concediamo uno spuntino, poi ripartiamo seguendo il sentiero del colle della Rossa fino al bivio per il M.Herban. Perdiamo quota, facciamo rifornimento di acqua perché non so se su poi ne troveremo. E cominciamo a risalire con innumerevoli serpentine il ripido conoide che porta al colletto tra l’Ouille e l’Herban. Staziona qui una nursery di camosci, due-tre femmine con molti piccoli, quelli dell’anno nuovo, che si spostano quando noi siamo ancora assai lontani. Il camoscio è già di per sé un animale diffidente, d’estate lo è ancora di più..

Raggiungiamo il colletto e si apre il famigliare panorama delle vette della Valontey. Proseguiamo sul sentiero a mezzacosta, vorremmo attaccare i pendii erbosi dopo la vetta del M.Herban, però alla fine percorriamo un bel pezzo del sentiero balcone, attraversando un canalone attrezzato con un cordone e qualche scalino e mancorrente, prima di accorgerci che da qui non è possibile salire alla nostra vetta, in quanto i pendii superiori sono ripidissimi. Potremmo andare fino al Sella ma ci porterebbe troppo in là..

Quindi retro-front, ripercorriamo questo che è uno dei sentieri più esposti della valle, di cui sentivo parlare con timore quando passavo le vacanze da bambino a Cogne. Ed in effetti per lunghi tratti taglia pendii ripidissimi, il sentiero è stato rifatto ed è bello largo, ma non perdona uno scivolone. Perdiamo così una buona mezz’ora, prima di attaccare i pendii pascolivi. Saliamo senza via obbligata, cercando di tenere come riferimento la vetta dell’Herban.

La salita è dura perché non c’è sentiero, cerchiamo di tenere un diagonale ascendente verso sud-ovest. Ad un certo punto Alex esprime i propri dubbi, dicendo che secondo lui la Tsaplane è quella puntina davanti a noi. Io sono perplesso perché non ricordo che da essa si stacchi una cresta discendente verso la Valnontey,e gli dico di fidarsi di me. Arriviamo in cresta, costellata di non ti scordar di me e molti alti fiori, e convinto di arrivare sulla Testa Tsaplane raggiungo Alex..

Che mi fa “allora birra media?”… Questa volta il mio intuito ha sbagliato… ci ritroviamo sul Monte Herban, sgrunt. E vabbè, “anche i migliori sbagliano”


Facciamo comunque una pausa, mangiando un po’ di speck e formaggio, per riposarsi un attimo e recuperare energie. E poi ripartiamo, decisi ad andare a “timbrare” la vetta giusta.. venti minuti di facile cresta, che precipita a destra sul vallone di Vermiana, ultime roccette e siamo sulla Testa Tsaplane 3013 m. Il panorama è ancor più bello del Monte Herban, quantomeno sulla catena degli Apostoli e sulla Tribolazione. La vicinissima Testa del Gavio mi porta a quella solitaria giornata di fine settembre.. alzo lo sguardo, la Punta Rossa della Grivola fa riemergere altri bei ricordi.
Ne ho quasi in ogni angolo di questa valle, ricordi diversi, di tempi diversi, mondi diversi.. ma sempre belli e piacevoli.

Facciamo una pausa anche qui, l’aria fredda che ci ha “pelato” prima si è un po’ calmata, ed è anche tornato il sole. Decidiamo poi di abbandonare l’idea di traversare per cresta fino alla Quota 2948 IGM e di scendere al colle dei Vermiana e quindi nel vallone omonimo, un po’ per l’ora tarda, un po’ perché il cielo si è di nuovo rannuvolato, e poi anche perché la cresta ci pare assai “complicata” e decisamente poco invitante. Per cui scendiamo dalla Testa Tsaplane in diagonale per pietraie e pascoli, fino a portarci in un caratteristico altopiano, spettacolare e poetico, sospeso sulla valle a 2800 m di quota.. Un posto da starci dei giorni in tenda! E chi ti vede qui????

Passiamo sotto l’Herban e ci riportiamo finalmente sul sentiero. Abbandoniamo l’idea di salire anche all’Ouille, non abbiamo voglia… e giù per il sentierino, ripido, fino alla prima cascatella dove ci possiamo finalmente dissetare. Il resto è solo discesa, avvistando qualche lontano camoscio e qualche marmotta, le prime persone le “sfioriamo” solo a Les Ors. Poca gente in giro oggi, nonostante la stagione “hot” sia pressoché iniziata. Un’ultima pausa alle baite, poi giù verso Cogne, con le mie ginocchia che ahimè cominciano a farmi male, arrivo giù al fondovalle che sono in fiamme, doloranti. Sento la poca bici dell’ultimo anno..

Raggiungiamo l’auto, accaldati, sudati e stanchi, ci cambiamo, e via al bar dei “cascatiti”, il nostro solito bar, per la consueta birra media e un toast per ritemprare il fisico…tra un sorso e l’altro saltano fuori mille mila nomi di cime, gite, idee future…sempre tante, sempre troppe, ma siamo fatti così…quel che manca in fondo è sempre il tempo..ed a volte il fisico… ma che ce possiamo fa? In fondo siamo “malati” di montagna.. incurabili…vabbè, intanto archiviamo anche questa gita… tanto ”la montagna l’è semper lì”…

Berg-heil, ed un arrivederci, amata valle di Cogne.




P.S. spero siano giusti i nomi dei fiori..








































esperimento:



e cascata completa