
Originariamente Scritto da
andrea.corigliano
Guardando gli aggiornamenti dei principali indici e parametri atmosferici si evince chiaramente un qualcosa di anomalo nella dinamica atmosferica su tutto il comparto euro-asiatico e parzialmente del vicino Atlantico. Questa anomalia, se da un lato è dovuta alle figure bariche proposte dai modelli che a più riprese tenderebbero a isolare il continente dal flusso oceanico, dall’altro chiama in causa la genesi di condizioni atmosferiche critiche che potrebbero interessare vaste aree europee il cui tempo non conosce davvero sortite del genere. In definitiva, abbiamo quindi due condizioni sfavorevoli (o favorevoli, a seconda del punto di vista) che sommano il loro contributo indirizzando il risultato verso la soluzione più critica ma di facile gestione da parte dei modelli. In parole povere, da circa una settimana stiamo vivendo una situazione che mostra in modo chiaro ed inequivocabile una linea di tendenza che mantiene inalterate le proprie linee guida.
Tale comportamento, a dir poco insistente e che interessa un range temporale che andrebbe ben oltre la buona attendibilitÃ* previsionale, può essere spiegato solo tirando in ballo quanto detto sopra e si dimostra quale ottimo indice in grado di darci un’idea di quanto siano possenti non solo i sistemi circolatori a tutte le quote, ma anche i frutti che tali circolazioni sono in grado di elargire. La certezza modellistica sullo sviluppo del tempo sull’Europa orientale è certamente figlia della forza delle figure bariche presenti in tali zone. La maggiore incertezza presente invece sul Mediterraneo denota al contrario quell’imprevedibilitÃ* legata a figure bariche di cui i modelli fanno…”uso quotidiano”; figure di gran lunga più malleabili a piacimento delle correnti portanti alle medie e alte quote troposferiche.
Considerando allora i due vasti sistemi tirati in causa, ovvero una struttura a cuore gelido in continua espansione ed una circolazione più normale e certamente più flebile, a rigor di logica il predominio dovrebbe spettare alla prima. Quindi sarebbe altrettanto logico pensare che sarÃ* il tempo dell’est a condizionare il gioco anche in occidente, forte non solo delle sue caratteristiche straordinariamente eccezionali, ma anche di un probabile… Atlantico che vedendo il proprio dirimpettaio all’ennesima potenza, finirebbe per allearsi. Ancora una volta, quindi, sarÃ* la legge della natura ad avere le redini del gioco, calcando ancora una volta la mano su quale possa essere il modo per arrivare al minor dispendio energetico. Per fare ciò, ovvero per consumare la minore quantitÃ* di energia, dovrÃ* per forza lasciare sfogare quella circolazione orientale. Non ci sono altre scelte.
In virtù di queste considerazioni che si basano più su considerazioni personali e che prendono come imput iniziali solo i parametri principali, mi sento allora di poter affermare che qualche fetta d’Europa compresa tra Scandinavia, Europa Centrale, Mediterraneo e Balcani potrebbero entro due settimane vivere una fase invernale davvero critica che, in modulo, potrebbe essere paragonata alla fase più calda dell’estate 2003.
Un saluto a tutti
Andrea
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