Il Comune di Genova in questi ultimi 20-30 anni ha avuto una sua grossa parte di responsabilità, ad esempio non attuando una politica razionale dei parcheggi, la mancanza di veri parcheggi di interscambio ha fatto sì che le zone del centro siano ingombre di macchine di pendolari che (come me) arrivano dai comuni dell'hinterland (e l'hinterland di Genova comprende buona parte della sua provincia e alcune zone meridionali dell'Alessandrino), per consentire una tale insensata gestione della mobilità di fatto è stato consentito a tutti di parcheggiare ovunque, via Fereggiano ha parcheggi (regolari, in zona Blu, a pagamento con tariffa agevolata per i residenti) per buona parte del suo sviluppo, alcuni sono vicinissimi ai pochi tratti non tombinati del torrente, quei parcheggi in caso di allerta 2 dovrebbero essere tenuti sgomberi, ma sarebbe difficile chiedere ai residenti di andare a parcheggiare l'auto altrove e che di situazioni come quella del Fereggiano ce ne sono decine in tutto il territorio del Comune di Genova... le macchine sono state una concausa del disastro e purtroppo sono state anche la causa diretta di una delle morti (una signora è rimasta schiacciata tra due auto trascinate dalla corrente).
Ultima modifica di galinsoga; 06/11/2011 alle 12:13
purtroppo è la coscienza collettiva che manca ,quanti altri luoghi a rischio pensate ci siano in attesa dell'evento eccezionale?
Certo è che dopo una sberla in faccia alla liguria circa 8 giorni fa e le dovute considerazioni del caso, e la palese intuizione che il film potesse ripetersi,l'uomo ancora una volta ha fatto la sua brutta figura,perchè si è facile generalizzare e andare incontro ora puntando un doveroso dito a chi poteva evitare tutto ciò...
Ma nel nostro singolo modo di essere siamo sempre tentati a pensare che non toccherà mai a noi; e allora costruiamo case sulle rive dei fiumi e le compriamo, alle pendici del vesuvio e le compriamo,usciamo a fare trecching con allerta valanghe ed infine ci uniamo alle masse nello sgomento mediatico di una alluvione annunciata.
Si pure io mi vergogno per aver scritto solo amatorialmente sulla mia pagina facebock di stare attenti e di dirlo in giro...perchè perchè non sono nessuno e qualcuno mi ha pure scritto di stare attento a scrivere certe cose perchè c'è il reato di procurato allarme!
Mi vergogno dell'ottusità qualunquista dell'essere uomo tommaso che non crede se non mette il naso....
Ma ogni storia si ripeterà sempre per riempire i libri di storia,e gli inteligenti probabilmente faranno le valige.....
Lasciate ogni pesantezza,i pensieri ,i vizi dannosi ,la malinconia,la tristezza e il tormento.E'state in silenzio, con voi solo per un attimo,accogliete nel cuore quel mantra positivo che suggerisce a voi stessi il meglio del' essere e del fare!. AMO la METEO
Non metto in dubbio quel che stai dicendo, ma non possiamo magicamente e con un colpo di spugna cancellare gli errori del passato. Per il momento (e per chissà quanti altri anni ancora) ci dobbiamo convivere con queste benedette scelte che son state fatte ed il minimo che possiamo fare è porre in atto tutti quegli accorgimenti che possono salvarci la vita in determinati frangenti.
Ma questo sta in gran parte a noi comuni cittadini.
La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.
Ecco che diventa fondamentale l'educazione alla conoscenza del proprio territorio..Non è possibile in un battere di spugna ridare il terreno tolto ai fiumi, ma educare le persone alla consapevolezza dei rischi idrogeologici che corrono.
Qui in Italia c'è più un atteggiamento al fatalismo che va distrutto, spazzato via. abbiamo i mezzi e le conoscenze ma le lasciamo correre per i cavoli loro, ognuno per una propria direzione. Senza una volontà di coordinazione tra chi segue l'andamento del tempo, chi gestisce il territorio e chi deve prendere decisioni sulle attività cittadine, saremo sempre a discutere su questa o quella tragedia.
E' veramente triste dover constatare che la morte di persone sia legata ad informazioni non recepite o mal gestite.
Ripeto la domanda" E adesso cosa facciamo?"
riporto quanto scritto da Jerry nella sua firma
Esiste quindi la possibilità di creare una realtà completamente nuova partendo da zero ma con forze nuove che abbiano voglia di divertirsi e lavorare. (Marco Giazzi, 27 Marzo 2002)
A mio parere ci sono le conoscenze e le capacità per portare avanti un discorso di informazione ed educazione rivolto soprattutto ai giovanissimi, e dovrebbe essere portato avanti non solo da questa associazione. La popolazione va coinvolta e vanno coivolte anche le istituzioni locali, quelle che di solito latitano sempre quando cìè da fare prevenzione. E' ora di rompere questo anello
"Cacche di piccione" ©
il miglior combustibile è l'acqua...bisogna solo saperla accendere
The Next One Hundred Years - Jonathan Weiner
Esatto , anche a Milano la situazione dei corsi d'acqua è pessima , ma per adesso non vedo nessuno in grado di fare interventi strutturali tali da rimettere in sesto tutta la rete idrografica in poco tempo.
Quindi rimane al singolo cittadino la volontà e l'intelligenza di fare scelte che possano salvare delle vite .
Tanto per dire come funziona la mentalità del "cerchiamo il capro espiatorio", uno dei due quotidiani locali di Genova e provincia stamani raccoglieva testimonianze relativamente al fatto che ben 45 minuti dopo la piena sul posto non fossero ancora arrivate le ambulanze... il testimone (un poliziotto della Penitenziaria, che dovrebbe conoscere bene la città, visto che vi presta servizio da molti anni), sembrava non rendersi conto di due aspetti "non marginali": le due principali associazioni di pubblica assistenza della città si trovavano una con la sede completamente allagata, l'altra con un equipaggio e un'ambulanza dispersi (la macchina è stata trascinata via dalla piena e i volontari se la sono cavata con un grosso spavento), nello stesso momento il comitato locale della Croce Rossa Italiana era tagliato fuori dal mondo, perché tutte le strade che portano verso San Fruttuoso e la foce erano allagate o ridotte a veri propri torrenti e quindi impraticabili anche per le ambulanze (che sono dei normali furgoni e non dei mezzi anfibi o delle autoblindo)... il resto della viabilità era prossimo al collasso (Via Canevari, Via Fiume, Viale Brigate Partigiane, Viale Brigata Liguria, nonché tutta la zona di Piazza della Vittoria e la parte inferiore di via XX Settembre erano sotto alcuni decimetri di acqua e la gente in auto si muoveva disordinatamente lungo le direttrici di Ponente bloccando le restanti vie... in questo contesto anche l'ospedale San Martino aveva il Pronto Soccorso allagato e parzialmemte inagibile e il Galliera era prossimo al collasso... ora... basterebbe fare due più due per capire che in queste situazioni non può attivarsi la normale catena dei soccorsi che interviene quando si verifica un indicente stradale... ma è meglio far finta di non saper contare...
Appunto perchè la gente è ignorante, incosciente, imprduente e sciagurata, è compito del Comune salvaguardare la vita e l'incolumità della propria cittadinanza.
Così come 20 comuni della riviera di ponente avevano deciso di chiudere già da giovedì le scuole, anche il Comune di Genova avrebbe potuto farlo.
Questo non significa che allora non avremmo avuto i morti, ma sarebbe stato un segnale per la popolazione ben più concreto dei semplici avvisi di allerta 2 a led sui cartelloni stradali (che il 99% non sa nemmeno cosa significhi).
E' stato l'alluvione più annunciato della storia meteorologica italiana. Non una semplice allerta 2. E' semplicemente inaccettabile l'inadeguatezza e l'incompetenza di Comune e Prefettura
Il problema è che il mondo dei politici è totalmente e distrattamente distaccato dalle problematiche legate al territorio e dell'ambiente e non è capace, un po' per mentalità e un po' per paura, a prendere decisioni anche impopolari per limitare (non dico evitare..sarebbe utopico) i danni eventualmente provocati da fenomeni naturali che accadono da secoli e secoli.
Preferisco una gestione preventiva degli eventi eccessivamente prudente che scontenti la cittadinanza e che magari rischi pure di far fare la figura di merda a qualcuno (come è successo a New York due mesi fa), che non una più avventata che contenga i malumori della gente ma rischia di assecondare le eventuali conseguenze disastrose di un evento meterologico particolarmente minaccioso.
Bastava poco per limare i danni anche della metà, invece si è preferito non farlo (come ha detto il sindaco di Genova).
La politica non ha minimamente capito, nonostante la storia ci abbia insegnato il contrario, l'entità del rischio idrogeologico presente nella nostra penisola. Zero assoluto. Niente di niente se non casi che si contano sulle dita di una mano.
Dal mio punto di vista, con le dovute proporzioni, bisognerebbe avere la stessa mentalità degli hawaiani con gli tsuamni, degli americani con gli uragani o dei bretoni con le mareggiate.
E' previsto un alluvione a Genova? o meglio, c'è una probabilità piuttosto elevata che accada? Bene. Chiudo mezza città. Punto. "Eh ma poi si blocca tutto.." Si e te ne stai a casa. Chiusura degli uffici e divieto di circolazione per tutti.
Su una vita fermarsi 10/20/30 volte non mi sembra chissà quale problema e la popolazione inizierebbe finalmente a essere più sensibile ai pericolo reali derivanti dai fenomeni meteo estremi, si eviterebbero sicuramente meno danni, meno vittime e cominceremmo finalmente a renderci conto che siamo sudditi di madre natura e non viceversa.
Ma perché te lo deve qualcuno d'alto che non devi andare a scuola con quelle condizioni ? Vedi quello che io non capisco della mentalità italiana ( e vale per tutti i settori ... ) è il voler sempre essere "comandati" da qualcuno, come se la propria testa non bastasse !
Esatto. Alcuni si informano ed hanno il polso della situazione reale e si gestiscono di conseguenza.
Altri no.
Le istituzioni ci sono soprattutto per questi "altri no".
Sarebbe bello fossimo tutti capaci di autogestirci, ma soprattutto in Italia non è così.
Negli USA in caso di uragano i cittadini si scrivono sul braccio con penna indelebile le generalità, il gruppo sanguigno, eventuali allergie... in caso li ritrovino incoscienti... o peggio morti. Finchè non arriveremo a questi livelli di cultura le istituzioni devono pensare e decidere per quelli che non lo fanno o lo fanno poco.
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