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  1. #51
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    Mele - Fado (GE), 280 m
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Citazione Originariamente Scritto da Adrisessanta Visualizza Messaggio
    Mi sento di quotare questo post, segnatamente nell'ultima parte grassettata. Lo faccio in punta di piedi, ben sapendo che, non essendo presente al momento del fattaccio, è molto comodo sparare sentenze seduto in tutta tranquillità dinnanzi ad uno schermo ed una tastiera, ma tantè, voglio dire brevemente la mia.

    Ebbene, mi è capitato di sentire una breve e concitata intervista al Sindaco di Genova la quale diceva di come gli abitanti di quel quartiere (dove si trovava al momento dell'intervista) fossero stati istruiti in merito a come comportarsi di fronte ad un'allerta 2. Ebbene, gran parte di questi cittadini sembra abbiano fatto tutto l'opposto! Chi fuori casa a piedi, chi alla guida di un'auto, chi aveva parcheggiato a ridosso di 'sti benedetti torrenti ecc.
    E allora, perchè gettare sempre la croce addosso agli altri?
    Se il Sindaco ha sbagliato nel non voler chiudere le scuole si poteva tranquillamente tenere a casa i propri figli e non farsi trovare in strada nel momento dell'esondazione.

    Per non parlare di quelle immagini tratte da Google Earth nella quale si vede la vallata di uno di questi torrenti letteralmente coperta di case costruite persino SOPRA il suo letto!
    Ora, cos'altro ci si deve aspettare se in quattro ore è scesa mediamente la pioggia che cade in sei mesi su un fazzoletto di terra di pochi km quadrati? Che questi torrenti ingrossandosi, trascineranno a valle grosse porzioni di terreno, alberi, detriti e quant'altro incontrano nel loro percorso.
    Se si lascia spazio per far defluire questa massa d'acqua e detriti, ok.
    Avendo costruito a ridosso e sopra questi torrenti non c'è altra soluzione che mettersi in salvo salendo ai piani alti e mettendo in sicurezza i propri beni personali PRIMA dell'arrivo dell'ondata di piena e NON DURANTE.
    Se tutto questo non è stato recepito è inutile gettare la croce addosso ad altri.
    Il Comune di Genova in questi ultimi 20-30 anni ha avuto una sua grossa parte di responsabilità, ad esempio non attuando una politica razionale dei parcheggi, la mancanza di veri parcheggi di interscambio ha fatto sì che le zone del centro siano ingombre di macchine di pendolari che (come me) arrivano dai comuni dell'hinterland (e l'hinterland di Genova comprende buona parte della sua provincia e alcune zone meridionali dell'Alessandrino), per consentire una tale insensata gestione della mobilità di fatto è stato consentito a tutti di parcheggiare ovunque, via Fereggiano ha parcheggi (regolari, in zona Blu, a pagamento con tariffa agevolata per i residenti) per buona parte del suo sviluppo, alcuni sono vicinissimi ai pochi tratti non tombinati del torrente, quei parcheggi in caso di allerta 2 dovrebbero essere tenuti sgomberi, ma sarebbe difficile chiedere ai residenti di andare a parcheggiare l'auto altrove e che di situazioni come quella del Fereggiano ce ne sono decine in tutto il territorio del Comune di Genova... le macchine sono state una concausa del disastro e purtroppo sono state anche la causa diretta di una delle morti (una signora è rimasta schiacciata tra due auto trascinate dalla corrente).
    Ultima modifica di galinsoga; 06/11/2011 alle 12:13

  2. #52
    Vento moderato L'avatar di meteopazzo
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    purtroppo è la coscienza collettiva che manca ,quanti altri luoghi a rischio pensate ci siano in attesa dell'evento eccezionale?
    Certo è che dopo una sberla in faccia alla liguria circa 8 giorni fa e le dovute considerazioni del caso, e la palese intuizione che il film potesse ripetersi,l'uomo ancora una volta ha fatto la sua brutta figura,perchè si è facile generalizzare e andare incontro ora puntando un doveroso dito a chi poteva evitare tutto ciò...
    Ma nel nostro singolo modo di essere siamo sempre tentati a pensare che non toccherà mai a noi; e allora costruiamo case sulle rive dei fiumi e le compriamo, alle pendici del vesuvio e le compriamo,usciamo a fare trecching con allerta valanghe ed infine ci uniamo alle masse nello sgomento mediatico di una alluvione annunciata.
    Si pure io mi vergogno per aver scritto solo amatorialmente sulla mia pagina facebock di stare attenti e di dirlo in giro...perchè perchè non sono nessuno e qualcuno mi ha pure scritto di stare attento a scrivere certe cose perchè c'è il reato di procurato allarme!
    Mi vergogno dell'ottusità qualunquista dell'essere uomo tommaso che non crede se non mette il naso....
    Ma ogni storia si ripeterà sempre per riempire i libri di storia,e gli inteligenti probabilmente faranno le valige.....
    Lasciate ogni pesantezza,i pensieri ,i vizi dannosi ,la malinconia,la tristezza e il tormento.E'state in silenzio, con voi solo per un attimo,accogliete nel cuore quel mantra positivo che suggerisce a voi stessi il meglio del' essere e del fare!. AMO la METEO

  3. #53
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Citazione Originariamente Scritto da galinsoga Visualizza Messaggio
    Il Comune di Genova in questi ultimi 20-30 anni ha avuto una sua grossa parte di responsabilità, ad esempio non attuando una politica razionale dei parcheggi, la mancanza di veri parcheggi di interscambio ha fatto sì che le zone del centro siano ingombre di macchine di pendolari che (come me) arrivano dai comuni dell'hinterland (e l'hinterland di Genova comprende buona parte della sua provincia e alcune zone meridionali dell'Alessandrino), per consentire una tale insensata gestione della mobilità di fatto è stato consentito a tutti di parcheggiare ovunque, via Fereggiano ha parcheggi (regolari, in zona Blu, a pagamento con tariffa agevolata per i residenti) per buona parte del suo sviluppo, alcuni sono vicinissimi ai pochi tratti non tombinati del torrente, quei parcheggi in caso di allerta 2 dovrebbero essere tenuti sgomberi, ma sarebbe difficile chiedere ai residenti di andare a parcheggiare l'auto altrove e che di situazioni come quella del Fereggiano ce ne sono decine in tutto il territorio del Comune di Genova... le macchine sono state una concausa del disastro e purtroppo sono state anche la causa diretta di una delle morti (una signora è rimasta schiacciata tra due auto trascinate dalla corrente).
    Non metto in dubbio quel che stai dicendo, ma non possiamo magicamente e con un colpo di spugna cancellare gli errori del passato. Per il momento (e per chissà quanti altri anni ancora) ci dobbiamo convivere con queste benedette scelte che son state fatte ed il minimo che possiamo fare è porre in atto tutti quegli accorgimenti che possono salvarci la vita in determinati frangenti.
    Ma questo sta in gran parte a noi comuni cittadini.



    La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.

  4. #54
    Vento teso L'avatar di biddo
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Citazione Originariamente Scritto da galinsoga Visualizza Messaggio
    Interessante questa discussione, piena di commenti lasciati da persone che non conoscono la storia, le caratteristiche geografiche, geologiche e urbanistiche di Genova...

    Vi faccio notare solo due cose: la copertura del Bisagno e del Fereggiano non è stata realizzata l'altro ieri, ma all'inizio degli anni '30, le case, che peraltro ingombrano l'alveo fluviale, risalgono in gran parte agli anni compresi tra il 1900 e il 1925, il Bisagno è esondato (a valle di Marassi) nel 1945, nel 1953, nel 1970 e nel 1992, il Fereggiano nel 1953 e nella grande alluvione di Genova dell'8-9 ottobre 1970...

    100 anni fa bisognava trovare spazio per costruire nuove case in una città che aveva un tasso di incremento demografico del 15-20% a decennio, bisognava creare nuovi spazi anche per le attività commerciali e artigianali, per questo fu fatto il riempiemento della Foce e per questo vennero edificati quartieri in quelle che prima erano piane alluvionali o addirittura spiagge e bracci di mare, ma allora la vita umana valeva di meno e qualche morto affogato o travolto da piene improvvise poteva essere un rischio accettabile... oggi non lo è più e questo è comunque un bel progresso, ma non dimentichiamoci che la mentalità di quasi un secolo fa era diversa...

    Vogliamo evacuare i quartieri della Foce, di San Fruttuoso e di Marassi a ogni allerta 2 (in media 3-4 all'anno?), pensiamo di mandare i volontari della protezione civile (o i vigili del Fuoco) a presidiare i ponti quando esondano bacini come quello del Fereggiano o come quello del Molinassi (4 ottobre 2010), vale a dire torrenti (anzi rii) che hanno aste con uno sviluppo complessivo di 3-5 Km? Sapete quanto impiega la piena del Polcevera (il più "lungo" tra i torrenti dell'area urbana genovese, ben 21 Km!) da Pontedecimo (quartiere urbano nella parte medio-alta della vallata) a raggiungere il mare a Sampierdarena? 25 minuti... nel Fereggiano ci vogliono probabilmente non più di 3-4 minuti...

    Basterebbe educare la gente, sono d'accordo sul fatto che fosse opportuna la chiusura delle scuole, ma alcune persone sono state travolte perché andavano a prendere i figli o i fratelli all'uscita da scuola (luogo comunque più sicuro di qualsiasi punto aperto in strada), mia nonna (classe 1922) mi diceva sempre che, in caso di forti piogge o di allagamenti era meglio aspettare ad uscire di casa per andare a scuola e quando ero ancora nelle prime classi delle elementari, mi diceva anche che se pioveva forte e arrivava con un po' di ritardo, dovevo stare tranquillo, con le maestre ad aspettarla... i nonni e i genitori oggi invece corrono a prendere i figli perché poi "magari arriva la piena del rio tal dei tali" oppure "viene una frana" e restano bloccati a scuola...

    ... forse alla gente bisognerebbe spiegare che, in queste situazioni è meglio non uscire di casa o dall'ufficio e, al limite, salire uno o due piani di scale se l'edificio è posto in prossimità di un torrente... queste cose si potrebbero insegnare a scuola o anche sul lavoro (i famosi corsi resi obbligatori dal D.Lgs 81/2008) ma sono ritenute perdite di tempo (e così muoiono 6 persone). Su tutto poi si innesta il solito meccanismo dello "scaricabarile"... per cui la Regione lancia l'allerta, il comune di turno lo recepisce e lo dirama ai cittadini e i cittadini non sanno cosa fare (spesso) o non fanno quello che dovrebbero fare (anche quando lo sanno), infatti non dobbiamo dimenticarci che, in molti disastri a causare la morte delle persone, c'è anche la colpevole incoscienza dei singoli... però si sa anche che in Italia il singolo non ha mai colpe e che l'Italia è rimasta quella di Manzoni, con la "Divina provvidenza" a ripararci da pericoli e la "Colonna infame" a punire colpevoli e "untori" di comodo...
    Ecco che diventa fondamentale l'educazione alla conoscenza del proprio territorio..Non è possibile in un battere di spugna ridare il terreno tolto ai fiumi, ma educare le persone alla consapevolezza dei rischi idrogeologici che corrono.
    Qui in Italia c'è più un atteggiamento al fatalismo che va distrutto, spazzato via. abbiamo i mezzi e le conoscenze ma le lasciamo correre per i cavoli loro, ognuno per una propria direzione. Senza una volontà di coordinazione tra chi segue l'andamento del tempo, chi gestisce il territorio e chi deve prendere decisioni sulle attività cittadine, saremo sempre a discutere su questa o quella tragedia.

    E' veramente triste dover constatare che la morte di persone sia legata ad informazioni non recepite o mal gestite.
    Ripeto la domanda" E adesso cosa facciamo?"
    riporto quanto scritto da Jerry nella sua firma
    Esiste quindi la possibilità di creare una realtà completamente nuova partendo da zero ma con forze nuove che abbiano voglia di divertirsi e lavorare. (Marco Giazzi, 27 Marzo 2002)
    A mio parere ci sono le conoscenze e le capacità per portare avanti un discorso di informazione ed educazione rivolto soprattutto ai giovanissimi, e dovrebbe essere portato avanti non solo da questa associazione. La popolazione va coinvolta e vanno coivolte anche le istituzioni locali, quelle che di solito latitano sempre quando cìè da fare prevenzione. E' ora di rompere questo anello
    "Cacche di piccione" ©

    il miglior combustibile è l'acqua...bisogna solo saperla accendere

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  5. #55
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Citazione Originariamente Scritto da wellington Visualizza Messaggio
    Il discorso Genova e' inutile negarlo a noi poveri appassionati meteo fa ribollire il sangue perche' sfido chiunque di voi che non si sia comunque allarmato nei giorni scorsi a vedere quelle carte e quelle configurazioni,una vera bomba d'acqua che magari non si puo' prevedere con la precisione millimetrica pero' si sa a livello macro dove andra' a colpire e si sa anche che dove colpira' saranno dolori.
    ...

  6. #56
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Citazione Originariamente Scritto da biddo Visualizza Messaggio
    Ecco che diventa fondamentale l'educazione alla conoscenza del proprio territorio..Non è possibile in un battere di spugna ridare il terreno tolto ai fiumi, ma educare le persone alla consapevolezza dei rischi idrogeologici che corrono.
    Qui in Italia c'è più un atteggiamento al fatalismo che va distrutto, spazzato via. abbiamo i mezzi e le conoscenze ma le lasciamo correre per i cavoli loro, ognuno per una propria direzione. Senza una volontà di coordinazione tra chi segue l'andamento del tempo, chi gestisce il territorio e chi deve prendere decisioni sulle attività cittadine, saremo sempre a discutere su questa o quella tragedia.

    E' veramente triste dover constatare che la morte di persone sia legata ad informazioni non recepite o mal gestite.
    Ripeto la domanda" E adesso cosa facciamo?"
    riporto quanto scritto da Jerry nella sua firma
    Esiste quindi la possibilità di creare una realtà completamente nuova partendo da zero ma con forze nuove che abbiano voglia di divertirsi e lavorare. (Marco Giazzi, 27 Marzo 2002)
    A mio parere ci sono le conoscenze e le capacità per portare avanti un discorso di informazione ed educazione rivolto soprattutto ai giovanissimi, e dovrebbe essere portato avanti non solo da questa associazione. La popolazione va coinvolta e vanno coivolte anche le istituzioni locali, quelle che di solito latitano sempre quando cìè da fare prevenzione. E' ora di rompere questo anello
    Esatto , anche a Milano la situazione dei corsi d'acqua è pessima , ma per adesso non vedo nessuno in grado di fare interventi strutturali tali da rimettere in sesto tutta la rete idrografica in poco tempo.

    Quindi rimane al singolo cittadino la volontà e l'intelligenza di fare scelte che possano salvare delle vite .


  7. #57
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Tanto per dire come funziona la mentalità del "cerchiamo il capro espiatorio", uno dei due quotidiani locali di Genova e provincia stamani raccoglieva testimonianze relativamente al fatto che ben 45 minuti dopo la piena sul posto non fossero ancora arrivate le ambulanze... il testimone (un poliziotto della Penitenziaria, che dovrebbe conoscere bene la città, visto che vi presta servizio da molti anni), sembrava non rendersi conto di due aspetti "non marginali": le due principali associazioni di pubblica assistenza della città si trovavano una con la sede completamente allagata, l'altra con un equipaggio e un'ambulanza dispersi (la macchina è stata trascinata via dalla piena e i volontari se la sono cavata con un grosso spavento), nello stesso momento il comitato locale della Croce Rossa Italiana era tagliato fuori dal mondo, perché tutte le strade che portano verso San Fruttuoso e la foce erano allagate o ridotte a veri propri torrenti e quindi impraticabili anche per le ambulanze (che sono dei normali furgoni e non dei mezzi anfibi o delle autoblindo)... il resto della viabilità era prossimo al collasso (Via Canevari, Via Fiume, Viale Brigate Partigiane, Viale Brigata Liguria, nonché tutta la zona di Piazza della Vittoria e la parte inferiore di via XX Settembre erano sotto alcuni decimetri di acqua e la gente in auto si muoveva disordinatamente lungo le direttrici di Ponente bloccando le restanti vie... in questo contesto anche l'ospedale San Martino aveva il Pronto Soccorso allagato e parzialmemte inagibile e il Galliera era prossimo al collasso... ora... basterebbe fare due più due per capire che in queste situazioni non può attivarsi la normale catena dei soccorsi che interviene quando si verifica un indicente stradale... ma è meglio far finta di non saper contare...

  8. #58
    Burrasca L'avatar di digitos
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Citazione Originariamente Scritto da Diego77 Visualizza Messaggio
    Esatto , anche a Milano la situazione dei corsi d'acqua è pessima , ma per adesso non vedo nessuno in grado di fare interventi strutturali tali da rimettere in sesto tutta la rete idrografica in poco tempo.

    Quindi rimane al singolo cittadino la volontà e l'intelligenza di fare scelte che possano salvare delle vite .

    Appunto perchè la gente è ignorante, incosciente, imprduente e sciagurata, è compito del Comune salvaguardare la vita e l'incolumità della propria cittadinanza.

    Così come 20 comuni della riviera di ponente avevano deciso di chiudere già da giovedì le scuole, anche il Comune di Genova avrebbe potuto farlo.

    Questo non significa che allora non avremmo avuto i morti, ma sarebbe stato un segnale per la popolazione ben più concreto dei semplici avvisi di allerta 2 a led sui cartelloni stradali (che il 99% non sa nemmeno cosa significhi).

    E' stato l'alluvione più annunciato della storia meteorologica italiana. Non una semplice allerta 2. E' semplicemente inaccettabile l'inadeguatezza e l'incompetenza di Comune e Prefettura

    Il problema è che il mondo dei politici è totalmente e distrattamente distaccato dalle problematiche legate al territorio e dell'ambiente e non è capace, un po' per mentalità e un po' per paura, a prendere decisioni anche impopolari per limitare (non dico evitare..sarebbe utopico) i danni eventualmente provocati da fenomeni naturali che accadono da secoli e secoli.

    Preferisco una gestione preventiva degli eventi eccessivamente prudente che scontenti la cittadinanza e che magari rischi pure di far fare la figura di merda a qualcuno (come è successo a New York due mesi fa), che non una più avventata che contenga i malumori della gente ma rischia di assecondare le eventuali conseguenze disastrose di un evento meterologico particolarmente minaccioso.

    Bastava poco per limare i danni anche della metà, invece si è preferito non farlo (come ha detto il sindaco di Genova).

    La politica non ha minimamente capito, nonostante la storia ci abbia insegnato il contrario, l'entità del rischio idrogeologico presente nella nostra penisola. Zero assoluto. Niente di niente se non casi che si contano sulle dita di una mano.

    Dal mio punto di vista, con le dovute proporzioni, bisognerebbe avere la stessa mentalità degli hawaiani con gli tsuamni, degli americani con gli uragani o dei bretoni con le mareggiate.

    E' previsto un alluvione a Genova? o meglio, c'è una probabilità piuttosto elevata che accada? Bene. Chiudo mezza città. Punto. "Eh ma poi si blocca tutto.." Si e te ne stai a casa. Chiusura degli uffici e divieto di circolazione per tutti.

    Su una vita fermarsi 10/20/30 volte non mi sembra chissà quale problema e la popolazione inizierebbe finalmente a essere più sensibile ai pericolo reali derivanti dai fenomeni meteo estremi, si eviterebbero sicuramente meno danni, meno vittime e cominceremmo finalmente a renderci conto che siamo sudditi di madre natura e non viceversa.

  9. #59
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Citazione Originariamente Scritto da digitos Visualizza Messaggio
    Appunto perchè la gente è ignorante, incosciente, imprduente e sciagurata, è compito del Comune salvaguardare la vita e l'incolumità della propria cittadinanza.

    Così come 20 comuni della riviera di ponente avevano deciso di chiudere già da giovedì le scuole, anche il Comune di Genova avrebbe potuto farlo.

    Questo non significa che allora non avremmo avuto i morti, ma sarebbe stato un segnale per la popolazione ben più concreto dei semplici avvisi di allerta 2 a led sui cartelloni stradali (che il 99% non sa nemmeno cosa significhi).

    E' stato l'alluvione più annunciato della storia meteorologica italiana. Non una semplice allerta 2. E' semplicemente inaccettabile l'inadeguatezza e l'incompetenza di Comune e Prefettura

    Il problema è che il mondo dei politici è totalmente e distrattamente distaccato dalle problematiche legate al territorio e dell'ambiente e non è capace, un po' per mentalità e un po' per paura, a prendere decisioni anche impopolari per limitare (non dico evitare..sarebbe utopico) i danni eventualmente provocati da fenomeni naturali che accadono da secoli e secoli.

    Preferisco una gestione preventiva degli eventi eccessivamente prudente che scontenti la cittadinanza e che magari rischi pure di far fare la figura di merda a qualcuno (come è successo a New York due mesi fa), che non una più avventata che contenga i malumori della gente ma rischia di assecondare le eventuali conseguenze disastrose di un evento meterologico particolarmente minaccioso.

    Bastava poco per limare i danni anche della metà, invece si è preferito non farlo (come ha detto il sindaco di Genova).

    La politica non ha minimamente capito, nonostante la storia ci abbia insegnato il contrario, l'entità del rischio idrogeologico presente nella nostra penisola. Zero assoluto. Niente di niente se non casi che si contano sulle dita di una mano.

    Dal mio punto di vista, con le dovute proporzioni, bisognerebbe avere la stessa mentalità degli hawaiani con gli tsuamni, degli americani con gli uragani o dei bretoni con le mareggiate.

    E' previsto un alluvione a Genova? o meglio, c'è una probabilità piuttosto elevata che accada? Bene. Chiudo mezza città. Punto. "Eh ma poi si blocca tutto.." Si e te ne stai a casa. Chiusura degli uffici e divieto di circolazione per tutti.

    Su una vita fermarsi 10/20/30 volte non mi sembra chissà quale problema e la popolazione inizierebbe finalmente a essere più sensibile ai pericolo reali derivanti dai fenomeni meteo estremi, si eviterebbero sicuramente meno danni, meno vittime e cominceremmo finalmente a renderci conto che siamo sudditi di madre natura e non viceversa.
    Ma perché te lo deve qualcuno d'alto che non devi andare a scuola con quelle condizioni ? Vedi quello che io non capisco della mentalità italiana ( e vale per tutti i settori ... ) è il voler sempre essere "comandati" da qualcuno, come se la propria testa non bastasse !

  10. #60
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    Predefinito Re: E adesso cosa facciamo?

    Citazione Originariamente Scritto da digitos Visualizza Messaggio
    Appunto perchè la gente è ignorante, incosciente, imprduente e sciagurata, è compito del Comune salvaguardare la vita e l'incolumità della propria cittadinanza.

    ...

    Su una vita fermarsi 10/20/30 volte non mi sembra chissà quale problema e la popolazione inizierebbe finalmente a essere più sensibile ai pericolo reali derivanti dai fenomeni meteo estremi, si eviterebbero sicuramente meno danni, meno vittime e cominceremmo finalmente a renderci conto che siamo sudditi di madre natura e non viceversa.
    Esatto. Alcuni si informano ed hanno il polso della situazione reale e si gestiscono di conseguenza.
    Altri no.
    Le istituzioni ci sono soprattutto per questi "altri no".
    Sarebbe bello fossimo tutti capaci di autogestirci, ma soprattutto in Italia non è così.
    Negli USA in caso di uragano i cittadini si scrivono sul braccio con penna indelebile le generalità, il gruppo sanguigno, eventuali allergie... in caso li ritrovino incoscienti... o peggio morti. Finchè non arriveremo a questi livelli di cultura le istituzioni devono pensare e decidere per quelli che non lo fanno o lo fanno poco.

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