Originariamente Scritto da
Ghiacciovi
La civiltà cristiana, grazie alla rivisitazione dei dottori della fede ed in particolare di S. Tommaso d'Aquino, assorbì totalmente la visione aristotelica e riportò in auge la cultura greco-latina ridonandone una chiave di lettura diversa, assorbendola e non ignorandola.....permise il diffondere del sapere e anche di quello antico in tutta Europa / resto del mondo (monachesimo, San Benedetto, gesuiti ecc). Si diffuse così la cultura occidentale che poi sfociò prima nel rinascimento e poi nelle moderne conoscenze scientifiche. Il segreto è l'arricchimento con ciò che di buono hanno lasciato anche le altre civiltà. Venne tutto rivalutato, in ottica cristiana che tutto abbraccia e nulla distrugge, ridonando dignità e valore all'immensa ricchezza del passato. Pensiamo alla pittura ... Errore che invece commettono le dittature e le egemonie estremiste che impongono se stesse distruggendo ogni vestigia del passato. La cultura europea è nata così. Volenti o nolenti. Pensiamo a come i tedeschi, ad esempio, conoscano bene la lingua latina......sono i migliori attualmente. Vincono tutti i certamen.
Detto ciò, però, anche le culture orientali cinese, indiana, araba ci hanno lasciato tantissimo e ci hanno arricchito immensamente (la scrittura, la polvere da sparo, la filosofia orientale, le architetture religiose..... pensiamo che meraviglia là dove esse si fondono come in Turchia ad esempio) e chi ebbe la fortuna di incrociare questa diversità ( esempio di Venezia ), ne ricavò fortuna, bellezza, arricchimento e apertura mentale. L'Italia ha ricevuto il meglio da questo punta di vista e per rinascere, oggi, deve ripartire da questa consapevolezza. Lanciarsi nel futuro valorizzando le proprie peculiarità (ricchezza artistica, culturale, varietà architettonica, culinaria, varietà di paesaggi e....... IL CLIMA ). Lo dico da sempre: passare dal litorale di Portogruaro all'Agordo o dalla piana di Catania alla Montagnola, attraversando fasce vegetazioni, botaniche, essenze floristiche, climatiche variegate e difformi è la nostra grande ricchezza. Per noi che apprezziamo il clima. Ma questo vale anche per l'architettura, la storia, ecc. ecc. Noi siamo in una stanza climatica e sappiamo apprezzare di più il clima. Sappiamo capire meglio di altri che l'Italia è una terra di passaggio e dai contrasti forti: il burian e lo scirocco; il libeccio, il garbino, il phoen e le brezze....
li odiamo e
li amiamo, ma se non ci fossero questi contrasti non ci sarebbero neanche il prosciutto di Parma, la mozzarella campana, la pasta di Gragnano, i tarocchi di Catania, il gorgonzola, la fonduta, l'asiago, il taleggio, il lardo di Colonnata, le lenticchie di Castelluccio, il tocai, il brunello, il cannonau, la franciacorta, il pigato ligure, la falanghina di Benevento e forse neanche l'amaretto di Saronno. Senza l'acqua che scende dalle Alpi e và nella pianura padana non ci sarebbe il Po e neanche la grande industria lombardoveneta.....motore italiano..... arriva un momento in cui ci fa comodo anche lo scioglimento delle nevi invernali altrimenti non ci sarebbero le risaie di Novara e Vercelli, né le cascate delle Marmore, né l'acqua abbondante e pura delle piazze e delle fontane di Roma che arriva dall'Abruzzo. ...
W la nostra terra.
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