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galinsog@
E infatti, come volevasi dimostrare, stante l'impossibilità di trovare un confine fisico tra Sud e Centro Europa (le Alpi sono una porzione minuscola della superficie continentale europea) si torna alla sua definizione storico-politica e anche quella in realtà ha fondamenti abbastanza labili. Mi fanno abbastanza sorridere le concezioni "vetero-leghiste", secondo le quali Lombardia e NE sarebbero Mittel-Europa, certo, ci sono evidenti influenze culturali mittel-europee a Trieste, che era il "buen retiro" della nobiltà e dell'alta borghesia austriaca, che ci veniva a svernare, ma Trieste è "mittel-europea" più o meno quanto Sanremo è "anglosassone" o "russa".
Dall'altro lato è anche un po' assurdo pensare che l'Italia sia un paese culturalmente e linguisticamente ben definito quanto la Germania (che di fatto è stata in gran parte unificata dalla Riforma protestante, o per accettazione o per reazione ad essa) o la Francia e l'Austria (che sono nazioni dalla fine del XII secolo). L'Italia non ha nemmeno una unità linguisticamente così ben definita, che comunque è arrivata molto tardi, grazie alla Prima Guerra Mondiale (prima) alla TV di stato (poi), perfino la scolarizzazione obbligatoria aveva faticato a creare un'unità linguistica nazionale (cosa abbastanza ovvia visto che ancora negli anni '20 del XX secolo un italiano su tre non aveva mai messo piede in una scuola). Di fatto in Italia l'Unità è arrivata prima come processo politico, poi come processo di unificazione linguistico-culturale.
La cosa meno sensata da un punto di vista "operativo" è cercare una radice linguistica nell'unità nazionale: le parlate regionali del Nord Italia e la lingua siciliana o quella napoletana non c'è molta più affinità di quella che c'è tra siciliano e provenzale o tra lombardo e catalano o tra napoletano e castigliano o tra portoghese e sardo... sono tutte lingue neolatine, con alcuni processi sintattici affini (es. perdita delle declinazioni, costruzione degli enunciati) e un lessico che risente della comune origine tardo-latina, ma ci sono anche grandi divergenze (processi sintattici, fonetici, ecc.) e come è ovvio, ci sono continuum e ci sono barriere (rappresentabili graficamente attraverso le isoglosse).
Poi diventa anche una questione di "percezione": un francese, proprio perché ha un senso identitario molto più definito, difficilmente accetterà per sé la definizione di "Europeo meridionale", nemmeno se abita a Tolone o ad Aix en Provence. E probabilmente un parigino avrà qualche problema a definirsi centro-europeo, soprattutto se sotto quella definizione ci staranno anche i tedeschi.
P.S. già che ci sono apro una discussione su quale sia il paese cattolico o quello di lingua araba con primavere più piovose...
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