Un anno decisamente bello e interessante. Qui a Roma non è mancato praticamente nulla. Neve e gelo a febbraio come non si vedeva dal 1985. Caldo noioso e persistente come non si vedeva dal 2003 (e per fortuna ci siamo fermati poco prima di raggiungere quella soglia malefica). Piogge abbondanti, inondazioni e piene del Tevere. Anno interessante: probabilmente qui non si è toccato nessun record assoluto, ma si è andati vicini a toccarli, record opposti e nello stesso anno.
Poi però mi ricordo di quel vecchio adagio che augurava di non vivere mai in periodi interessanti, e mi chiedo perché. E forse anche qui, nonostante l'entusiasmo che una tale variabilità ha portato, mi vien da pensare che quest'anno interessante sia figlio dei tempi, di tempi improntati ad una scomparsa (o forte attenuazione) delle classiche figure depressionarie e anticicloniche e la comparsa di nuovi soggetti, con la latitudine che diviene più importante della longitudine. Abbiamo constatato molte volte, in questi ultimi anni, che non siamo solo al centro di Ovest ed Est, ma anche di Sud e Nord, con questi ultimi che tendono sempre più a primeggiare. E quindi, vedendo come si stanno mettendo le cose, il sospetto è che quest'anno interessantissimo non resterà un unicum, ma avrà nel prossimo futuro altre repliche con tutto ciò che di positivo e di negativo questo comporta. Di positivo perché non ci annoieremo di certo (magari in certi luglio smadonneremo, ma non ci annoieremo). E di negativo per il fatto che il nostro Paese, oltretutto cementificato in maniera barbarica, andrà sempre più soggetto, in presenza di fenomeni estremi, ad un suo dissesto.
Ma oggi, almeno, godiamoci l'aspetto positivo.