Ho cmq perplessità sull'affermazione che la normalità è la glaciazione e il caldo è l'eccezione, in qaunto studiando la storia della Terra non è stato sempre così, le glaciazioni sono tipiche perlopiù del quaternario, nel terziario erano già meno frequenti e meno intense, nell'epoca dei dinosauri il freddo era scarso.
Inoltre, nei milioni di anni a venire, vincerà molto lentamente il caldo, fino a cancellare la vita tra meno di un miliardo di anni (il Sole acquisterà un po' di luminosità invecchiando, quel poco che basta per far uscire il pianeta dalla fascia abitabile)
Normalità... eccezione. Se prendi la storia della Terra nei miliardi di anni non si sa quale sia l'una e l'altra. Il mio sospetto, tralasciando il concetto di "normale" è che nei periodi recenti (diciamo da qualche - pochi - milioni di anni in qua) durante le glaciazioni vi sia una biomassa complessiva, sul pianeta, maggiore che nei periodi (diciamo così) interglaciali. Parlo di periodi recenti, cioè periodi nei quali la forma dei continenti è quella di oggi e le classi e gli ordini di animali sono quelli attuali. Insomma: il mondo più o meno di oggi.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Bisognerebbe discernere tra biomassa complessiva e biodiversità.
Per la vita come la conosciamo oggi possiamo dire che mite+stabilità ed equilibrio siano i fattori chiave per la radiazione evolutiva.
Quindi mi aspetto che i periodi caldi siano i più floridi di e ricchi di specie.
E' anche vero però che i periodi freddi possano essersi contraddistinti da poche specie ma tanti individui e quindi molta biomassa.
Invito a leggere la sesta estinzione di Leaky & Lewin.
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Ho imparato negli anni che discutere di meteo e cambiamenti climatici con chi si è avvicinato a questo hobby per amor di freddo e neve...alla fine è tempo perso.
Sì, ma il punto di fondo è che durante le glaciazioni recenti perdevi una parte dell'emisfero boreale (dalle Alpi in su, diciamo, quindi dal 45-50esimo parallelo) ma guadagnavi in giù. Guadagnavi su terra (tutto ciò che oggi sono le isole asiatiche all'epoca erano collegate - pensa agli aborigeni che sono arrivati praticamente a piedi in Australia) ma soprattutto guadagnavi su mare perché gli attuali mari tropicali che, lontano dalle coste, sono oggi dei deserti, all'epoca potevano essere molto più popolati di oggi.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
Sono avvenute mutazioni, come avvengono di continuo. "Evoluzione" è un termine comunque parzialmente inesatto, dato che le modificazioni non sempre portano a quello che riteniamo un essere con caratteristiche superiori a quello precedente, solo meglio adattato alle circostanze ambientali esistenti.
No, ma anche il concetto di specie non è, al giorno d'oggi, così ben definito come si credeva che fosse ai tempi di Linneo. Molte "specie distinte" che si accoppiano possono avere prole fertile o parzialmente fertile.
Termoigrometro Oregon Scientific EMR812HGN/THGR228N su schermo passivo Davis
Ovvio che siano avvenute mutazioni. Dal cane domestico originario oggi abbiamo il bassotto e l'alano, ma sempre cani sono. So benissimo che il confine tra specie non è sempre ben definito e che l'antica regoletta della prole fertile non è è ovunque valido. Ma a noi è mancato l'elemento base (o uno degli elementi base) per una speciazione: vale a dire l'isolamento che favorisce l'instaurarsi di mutazioni vantaggiose destinate a perpetuarsi e a favorire la speciazione. Dirò di più: con sette miliardi di persone, che si mescolano continuamente, con confini geografici sempre più labili, assisteremo senz'altro alla nascita di una congerie di caratteri differenti, ma il processo di speciazione, che valga per tutti gli esseri umani, lo vedo precluso in partenza. Questo perché un'eventuale mutazione nell'individuo X sarà probabilmente destinata ad annullarsi nelle generazioni successive.
Non escludo, in teoria, che una tribù isolata dell'Amazzonia possa, nell'arco di migliaia di anni, dare origine ad un homo sapiens 2 ma, per quello che sappiamo, non è possibile che la popolazione mondiale, nel suo complesso, possa evolvere. E questo discorso vale non solo per l'oggi, ma per gli ultimi millenni durante i quali siamo usciti dall'Africa. Se, insomma, non abbiamo dato vita ad altre specie di homo quando ciò sarebbe stato più semplice (chessò, in Asia o Oceania, quando arrivarono pochi umani probabilmente imparentati), la vedo molto complicata che possa succedere ora.
Maurizio
Rome, Italy
41:53:22N, 12:29:53E
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