comunque un eccezione che nel 2010 poteva starci, fu un buon anno
riguardo al 1983, anche se seguì l'Agosto 2003 per me paragoni non reggono: quella del 1983 è nettamente la più potente da almeno 60 anni perchè anche in quota fu sbalorditiva, nel 2003 si veniva già da 3 mesi di caldo e siccità e le termiche a 850hpa si, erano molto alte, però il caldo che fece al suolo non scaturì dalla situazione termica in quota nello specifico
quella del Luglio 1983 invece, è l'ondata di caldo record ideale su tutta la colonna d'aria e in tutte le zone d'Italia, pure se il GW fosse imperrante e senza soluzione di continuità la +25 che prende quasi tutta la penisola deve nascere da un evento più unico che raro
Non è questione di interdire qualcuno...Il fatto è che se le leggi della fisica nel frattempo non cambiano (cosa che suppongo vera), a parità di configurazione (e cioè configurazione uguale al 10000% rispetto a quella originale), di sviluppo urbano (e qua ti posso dar ragione nel senso che oggi la presenza di città e conglomerati urbani più ampi di 30 anni fa influisce di 1-2°C)e di periodo di riferimento (fine luglio), le temperature che si hanno sono esattamente le stesse.
Il problema, se mai, è che ogni onda calda fa storia a se, per cui in ogni situazione sussistono minime differenze configurative rispetto ad un'altra, che pur sembrando poco, in Italia - paese dominato dall'orografia - fanno eccome la differenza, per cui anche con configurazioni apparentemente simili puoi ottenere in realtà risultati ben diversi.![]()
«L'Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l'Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono» (Giuseppe Prezzolini, 1921)
Aggiungo che un'altra possibile differenza è che, dato l'aumento dei gpt medio avutosi negli ultimi decenni, a "parità di termiche" bisogna considerare che l'altezza del geopotenziale è più alta
Cioè, se la quota di 850 hpa rispetto agli anni '70 potrebbe essersi alzata di un centinaio di metri
Da lì un possibile lieve cambiamento nello scarto tra le termiche a 850 hpa e il suolo rispetto a prima
Ma è l'UNICA cosa che cambia rispetto al passato...la capacità termica dell'aria si suppone che sia rimasta uguale![]()
Ho il nitido ricordo di un alto tasso d'umidità nell'ondata di calore del 1983,ricordo che nei giorni più caldi durante il pomeriggio la radiazione solare era limitata dall'umidità,il sole era offuscato dal cielo lattiginoso e il disagio fisico era altissimo,con temperature elevatissime e umidità alle stelle.Era il caldo malefico di quei tempi,temp max mediamente meno elevate(a parte casi come quello citato)ma umidità piu alta.Puo sembrare paradossale ma ho sofferto meno il caldo nell'ultimo decennio che nel periodo 60-80,quando una temp di 35 gradi in pianura era considerata quasi eccezionale.
Onore a tutti i fratelli caduti nella lotta contro il potere e l'oppressione.
"nel fango affonda lo stivale dei maiali..."
Ellamadonna..100 m sono un'enormita'mi pare che l'aumento medio in estate sia la metà o meno (4-5 dam).
Però mi sono guardato un po' di dati storici e quell'ondata di caldo sembra un caso molto "fortunato"..ho visto che nel passato si sono registrati valori simili anche con termiche in quota ben inferiori, quindi potrebbe essere stato in quell'occasione che ha fatto al suolo meno caldo di quanto avrebbe potuto fare ( e non di questi tempi che fa più caldo di quanto ci si aspetti).
Per esempio nel 1957 e nel 1958 a MN fece più caldo nonostante ondate di calore più brevi e meno pesanti in quota (2-3 gradi in meno a 850 hpa)
Idem per me! Paradossalmente ho sofferto di più il caldo umido e appiccicoso delle estati fino alla fine degli anni '90 che quello dell'ultimo decennio, maggiormente caldo ma meglio vivibile sotto il profilo igrometrico.
Ci aggiungo poi che nel frattempo mi sono attrezzato nel modo opportuno per combattere il caldo climatizzando ambienti e autovetture.
Magari noi siamo in sintonia anche per il fatto di essere quasi coetanei.![]()
La cosa più bella della neve? Il silenzio che l'accompagna nella caduta. Un silenzio non imposto, che dovrebbe essere la norma e invece è l'eccezione, tanto da gridare alla "calamità naturale". Forse non è la neve, ma il silenzio ad essere visto con sospetto. Nel silenzio si ascolta, nel silenzio si ragiona. Il silenzio, come la neve, non è noia, è gioia. Dovrebbe nevicare più spesso.
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